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domenica 29 novembre 2009

Indimenticabile per sempre Mia Martini


Sono passati quasi quindici anni e non riesco ancora a crederci. Mia Martini morì il 12 maggio del 1995 nella sua casa al Cardano al Campo, vicino a Varese, per un arresto cardiaco dovuto forse ad assunzione di sostanze stupefacenti. Del decesso si seppe solo due o tre giorni dopo. Aveva 47 anni e alle spalle tante gioie ma anche tanti dolori. Il più grande di certo quello legato alla stupidità umana, alla cattiveria della gente. Gente che ti vuole male e che, vigliaccamente, se non ha il coraggio di affrontarti a viso aperto, se non sa come sfogare la propria invidia, comincia a mettere in giro strane voci, sempre più insistenti, sempre più malevoli. Così è successo alla povera Mia, una delle più affascinanti interpreti della canzone di casa nostra. Grande, grandissima, inseguita per anni da quella crudele diceria.

Straordinaria nei suoi trionfi ("Piccolo uomo", "Minuetto", "Donna sola") sempre inquieta nella sua vita privata. Verso la metà degli anni Ottanta si era addirittura ritirata dalle scene. Ci pensò l'organizzatore Adriano Aragozzini, inimitabile nella sua umanità e nel suo giudizio sugli artisti, a riportarla alla ribalta, sfidando l'imbecillità di una parte del mondo dello spettacolo. E così nel 1989 Mia partecipò al Festival di Sanremo con "Almeno tu nell'universo", canzone entrata a ragione nella storia della musica italiana ed europea. Mia tornò a risplendere. Anni di ritrovate soddisfazioni, di gioie, accompagnate sempre dal suo male di vivere. Per cominciare a celebrare i 15 anni della morte, lo studioso Menico Caroli e il fotografo Guido Harari di Mia ci raccontano questo e tantissimo altro, col ricordo anche di voci famose e foto inedite, in un libro ("Mia Martini, l'ultima occasione per vivere") pubblicato dalla Tea. Un bellissimo libro. Da comprare per rendere omaggio ad una primadonna sfortunata che diceva di sè: "Sono Vergine e calabrese, cioè una terribile rompiscatole, testarda e con una certa tendenza all'estremismo. Nell' Ultima Cena di Leonardo ci sono anche io. Sono Tommaso quello con la mano tesa verso il viso di Gesù".
Sandro Bugialli per Il Resto Del Carlino