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sabato 9 giugno 2012

Mina e Mia Martini: la loro reciproca ammirazione



La grande ammirazione di Mina verso la collega Mia Martini viene confermata dalla risposta che la nostra splendida interprete da sulle pagine di Vanity Fair ad un fan che le chiede cosa ne pensa della indimenticata artista scomparsa prematuramente ma presente nel cuore di molti.


Le viene proposto anche di dedicarle un eventuale tributo con la sue canzoni più belle. Mina con la sua sensibilità ed intelligenza risponde in maniera decisa, senza alcuna esitazione: ‘Per fortuna il suo talento dolente e intenso è rimasto qui, nei suoi dischi, nelle sue apparizioni televisive. Cosa ne penso? Mi piace moltissimo, basta sentirla per imparare sempre qualcosa. La precisione, la purezza, l’uso della voce. La passione no, quella ce l’hai o non ce l’hai. Quella non si impara. Lei ne aveva da vendere. Caro Marco, io ho indegnamente fatto un suo pezzo, per la precisione “Almeno tu nell’universo”, ma meglio se senti la sua versione, credimi’.

La loro reciproca stima risale a parecchi anni fa. Nel 1979, Mina, all’interno del suo programma radiofonico "Incontri musicali del mio tipo", introduce un brano di Mia Martini con questo commento: 'Ragazzi, occhio a Mia Martini, che è veramente forte'.

Nel 1981 si crea la prima oppotunità di una loro collaborazione, purtroppo sfumata, ed è la stessa Mimì a parlarne, molti anni dopo, al suo club ‘Chez Mimì’: ‘Mina ha ascoltato il mio brano "Nanneò", solo strumentale, e avrebbe voluto che si scrivesse un testo per potere realizzare un eventuale duetto. L’idea era originale, purtroppo io non ero molto convinta della produzione artistica affidata a Massimiliano Pani, così non si è fatto più nulla’.

Nel 1978, Mia Martini, avendo assistito ad uno degli ultimi memorabili concerti di Mina, rilascia, sull’onda dell’entusiasmo, la seguente dichiarazione: ‘In vita mia solo tre concerti mi hanno stregata: Ray Charles, Aretha Franklin e Mina. L’esperienza di Bussola domani è stata assolutamente irripetibile. L’ho applaudita a lungo, in piedi sulla poltroncina, fino a spellarmi le mani. Il feeling di Mina è paragonabile solo a quello di alcuni artisti di colore, che io amo particolarmente, e che ho citato. Sorretta da una carica e da un talento micidiali, credo non abbia paragoni nel mondo di noi bianchi. La Streisand? Ma figuriamoci: Mina non fa easy listening, il suo è jazz, quasi sempre, anche quando canta ‘Insieme’. Io ho cominciato con il jazz e qualcosa ne capisco.’

Alla fine del ’94, torna a parlare di Mina in una intervista rilasciata ad una emittente televisiva privata : ‘Secondo me, è la più grande artista in assoluto che abbiamo in Italia, sono pazza di lei, io amo la recente produzione, anche se non mi sembra che lei sia molto presente. E vi confesso che desidererei cantare qualcosa con Mina. E se dovesse tornare a cantare dal vivo, ci andrei a piedi in pellegrinaggio, in processione con gli altri fans’.

Nel 1995, dopo la scomparsa di Mia Martini, in un articolo scritto da Mauro Coruzzi/Platinette, viene data la conferma di una futura collaborazione tra Mia e Mina, che si sarebbe realizzata nel ’96. ‘Si erano già sentite, dichiara Massimiliano Pani, e mia madre aveva intenzione anche di darle un brano, scritto dagli Audio 2, adatto a lei, da presentare a Sanremo’. Purtroppo non c’è stato il tempo.

Quanto dichiarato da Mina su Vanity Fair sembra che faccia tramontare definitivamente la possibilità di un disco intero realizzato da lei dedicato al repertorio di Mia Martini, come desiderano moltissimi estimatori di queste ineguagliabili e geniali artiste uniche.

Ma la speranza è l’ultima a morire.

Elaborazione testo Pippo Augliera inserito in "La voce dentro"

venerdì 1 giugno 2012

La mia recensione de "La voce dentro" libro su Mia Martini



Cosa dire di questo libro, inizio dicendo che era quello che speravo uscisse dopo tanti anni, cioè un libro che descrivesse la carriera e la vita di Mia Martini per aree tematiche, da cui poi trarre interessanti spunti di discussione. Ben inteso la vita di Mimì, pur essendo stata molto breve, è stata così intensa, ricca, densa, importante, che risulta sempre difficile fare una scelta esaustiva in tal senso, ed è poi anche molto difficile poter trattare i vari argomenti.

Augliera, tralasciando volutamente l'aspetto meramente visivo (non sono presenti foto), per una scelta dettata dalla necessità di impegnarsi a livello testuale, e ben sapendo che da un paio d'anni appena è stato realizzato da Caroli e Harari un libro che a livello fotografico e visivo ne valeva dieci, ha deciso di affrontare diverse tematiche, e lo ha fatto con grande bravura, professionalità e scorrevolezza.

Leggere le varie interviste fatte ai suoi colleghi mi provoca sempre una grande emozione, in fondo è da ciò che si capisce che la grande assente ha lasciato un segno indelebile all'interno del mondo dello spettacolo. Alcune di esse mi hanno particolarmente commosso ed emozionato, mi ha addirittura sconvolto l'intervento di Celentano dopo la morte di Mia Martini con parole dure, ma anche foriere di speranza, e miste a una grande consapevolezza che ormai il mondo dello spettacolo era sull'orlo del precipizio e si preparava ad un lento e inesorabile stillicidio, i cui risultati sono sotto l'occhio di tutti: case discografiche che falliscono, dischi che si vendono poco o pochissimo, pochissimi spazi di qualità riservati alla musica, pirateria a ogni latitudine, agonia del supporto fisico e cantanti che non fanno più il proprio mestiere.

Questo fa paradossalmente il paio con il fascino sempre maggiore che Mia Martini riscuote presso molte persone, inutile fare la casistica, non serve a niente. Come dice Jannacci nel libro, gli artisti non muoiono, ed infatti Mimì dopo il 1995 è forse rinata definitivamente. Lei lo pensava secondo me, sapeva perfettamente che sarebbe stata amata ancora di più. C'è comunque da dire, che. a fronte di un mobbing selvaggio, il pubblico l'ha sempre premiata, amata, applaudita, aiutata. Forse era questa grande empatia con la gente normale, con le persone che non facevano parte del suo ambiente, che l'ha fatta rinascere sempre, continuamente.

Lei ha sempre lottato continuamente contro il mondo dello spettacolo, e questa cosa era palese anche nella dicotomia donna/artista. Le sue miserie di donna, la difficile vita, l'amore dato e ricevuto da gente semplice, la difesa e la ricostruzione dei valori erano spunti che la obbligavano a lottare contro le mille ingiustizie di quel sistema, fatto di apparenza e velocità, fatto di tante schifezze. Spesso si fa apparire Mimì come una vittima, forse a ben guardare non lo è stata mai per niente: non lesinava cazziatoni ai suoi discografici, produttori, affini, forse anche in maniera molto rumorosa e eclatante anche, nella difesa totale della sua dignità di artista e di donna.

Mille lotte perse, ma solo perchè quel mondo è fatto di bastardi, perdenti fino al midollo, e forse tremendamente infelici, la sua lotta feroce è continuata con interviste, dichiarazioni, canzoni e scelte varie, che sicuramente hanno attirato tantissimi nemici. Per quanto riguarda quei poveretti che erano i suoi colleghi allo stesso livello, mi viene da dire che sono stati proprio degli scemi a credere a quelle stupide voci piene di cattiverie e rodimento, se quei colleghi andavano per la propria strada senza farsi fare fessi sarebbero durati sicuramente artisticamente qualche anno di più.

Certo, l'invidia in Italia attecchisce facilmente purtroppo, anche perché a fronte di una donna generosa, sensibile, e per forza di cose anche molto dura, leale e sincera, questa diventa furente. Direi che alla fine sono stati tutti perdenti, e che a Mia Martini hanno bruciato solo le doppie punte come disse in Strix dove si fece ardere al rogo, dimostrando a tutti un senso spiccato di ironia, intelligenza e superiorità. Alla fine la bilancia ha pesato dalla sua parte: dal 1989 è ritornata a cantare, e il successo le è ritornato a sorridere nonostante, tanti, in maniera velata, cercassero di nuovo di disarcionare la rompiscatole: questa Mafalda della canzone, che ha sempre portato aria di rivoluzione in quel mondo così pieno di ragnatele.

E' stata grande, dal mondo dello spettacolo è stata trattata come una lebbrosa, ma come una lebbrosa ha vissuto veramente fino in fondo la sua vita. Forse però la sua morte non è stata vana, credo che la sua esistenza difficile abbia salvato le vite di molte persone, sicuramente una tale tragedia porta a pensare, ad essere più forti, a rischiarare la mente e a cercare ciò che è veramente importante.

Mia Martini è stata una Giovanna D'Arco della canzone, e a tutti ha insegnato che il successo vero non significa vendere miliardi di dischi, ma arrivare all'anima della gente con dei discorsi importanti e pieni di significato. Ci ha creduto veramente e fino in fondo, rifiutando da sempre, l'etichetta di vedette, di cantante sofisticata, lei era una del popolo, e lo sarà sempre. Potrei continuare ore: Mia Martini mi affascina, purtroppo mi faccio trasportare, per me non è nemmeno una donna, ma un qualcosa di più forte e chi l'ha conosciuta ancora adesso non riesce a terminare il puzzle, perché lei è come il sole, per vederlo bisogna offuscare la vista, può arrivare sono una parte minima di lei.