Così prometteva la pubblicità del concerto con cui
si è
conclusa sabato sera al Teatro Mediterraneo la festa dell’Amicizia. E
omaggio a Napoli è stato con una straordinaria Mimì capace di
cantare lo spirito della Napoli tradizionale come di quella contemporanea.
Quella classica di Reginella, eseguita
in coppia con Mario Maglione; quella moderna di Enzo Gragnaniello con Va a Marechiaro, la magnifica Donna
e la struggente Rosè, storia di una Lilì Marlene dei
Quartieri spagnoli intonata in duetto con l’autore, salito sul palco con Joe
Amoroso alle tastiere, Michele Montefusco alla chitarra e Flavio Piscopo alle
percussioni.
L’animale Martini e l’animale Gragnaniello, animali da palcoscenico
naturalmente, insieme fanno scintille.
Una lunga storia d’amore tra Mimì
e Napoli, un amore ricambiato da
questa città che l’aveva già adottata in un momento difficile della sua
carriera, in cui aveva trovato rifugio quando più nessuno credeva in lei.
Ma non solo Napoli canta Mimì, con la sua voce dalla grana grossa di
chi conosce a fondo la vita ed è stato
tre volte nella polvere, tre volte sull’altare.
E’ tenera e rabbiosa, sensuale ed infantile, nostalgica e
sbarazzina. Sa passare da capolavori della nostra migliore canzone d’autore –
una suadente La donna cannone - ai
suoi successi di ieri e di oggi, nazional – popolari quanto si vuole, ma
comunque capaci di rivolgersi alla gente al di là delle logiche di mercato”.
Eccola
romanesca in La nevicata del ’56 o snocciolare una sorta di antologia personale
rivisitando il ‘suo’ Maurizio Fabrizio di Amanti e Almeno tu nell’universo
(cantata ogni volta con un nuova intensità nella sua violenza autobiografica :
sai la gente è strana, prima t’odia e poi ti ama) e i successi del suo primo periodo, da Inno a
Padre davvero, da Piccolo uomo a E non finisce mica il cielo, passando
naturalmente per il Minuetto. Ma tra le perle dello show c’è anche la Danza
pagana regalatagli da Mimmo Cavallo, entusiasmante carnasciale
mittelmediterraneo, una bella Come
together e una energica Proud Mary che ricorda più la versione intrisa di r’n’b
e gospel di Ike e Tina Turner che quella originale dei Creedence Clearwater
Revival del compianto Tom Fogerty.
Omaggio a Napoli, dicevamo, ma anche omaggio
di Napoli a Mimì; sottolineato tra l’altro da uno dei mille slogan d’affetto
lanciatogli dal pubblico: Mia, Napoli t’adotta, come Maradona. Compatta ed
affiatata la nuova band, a cui manca forse la raffinatezza di un Ernesto Vitolo
la cui assenza si fa sentire in certi arrangiamenti di tastiere inutilmente
pesanti ed enfatici, ma è un peccato veniale: Stefano Senesi, al piano, Danilo
Cherni alle tastiere, Massimo Fumanti alla chitarra, Sergio Guarda alle
percussioni, Mauro Ghepardi alla batteria, Maurizio Galli al basso ed Eric
Daniel al sax ed al flauto, sanno sicuramente il fatto loro.
Ora
Mimì, in quest’ultimo spezzone di tour estivo, porterà a termine le
registrazioni del suo annunciato album live. Intanto, però, ha promesso a
Giampaolo Sodano di registrare la sigla di Scrupoli, il nuovo programma di
RaiDue condotto da Enza Sampò: E’un’idea importata dall’America, dove ha riscosso
un enorme successo: parla di scrupoli, rimorsi di coscienza…Ho scelto la melodia di una canzone
francese e mi sono fatta scrivere un testo su misura dei miei Scrupoli.
Federico
Vacalebre - Il Mattino 1990
Mia Martini. Grande "piccola donna", regina e cenerentola
http://questimieipensieri.blogspot.it/2013/04/mia-martini-principessa-e-cenerentola.html
Incanta la voce di Mia Martini. A Taormina la cantante calabrese che meriterebbe ben altra carriera
http://questimieipensieri.blogspot.it/2011/02/incontro-con-mia-martini-la-voce-che.html
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