IN ESCLUSIVA PER CLASSIC ROCK, LA STORIA DEI FREE LOVE RICOSTRUITA DA JJ JOHN CON LA COLLABORAZIONE
DEL LORO ULTIMO TASTIERISTA FABIO CAMMAROTA E DELLA SIG.RA LAUREN TAINES, VEDOVA DI CARL STOGEL.
LE RIPERCUSSIONI NEGATIVE SULLA CARRIERA DI MIA MARTINI
Siamo in
Svizzera alla fine degli anni '60 e precisamente "American College of
Switzerland" dove il cantante Antonio "Tony" Gizzarelli
e il bassista Carl Stogel suonano in un gruppo studentesco sotto l'egida
dell'impresario Winthrop Rockefeller.
Terminata l'università, i due si trasferiscono a Roma dove vive il fratello di Carl (Steve Sogel) e il il padre dei due che riveste l'incarico di dirigente per la Columbia Pictures.
Caso vuole che Steve stia promettendo bene con la chitarra, al ché Carl e Tony pensano bene di coinvolgerlo in una nuova band e già che ci sono, chiamano a se anche l'amico batterista Gianni Caia. Nasce così la prima formazione dei Free Love.
Le cose si mettono subito bene al punto che la band che non solo viene invitata a partecipare al primo Festival pop di Caracalla nell'ottobre del 1970, ma diventa il resident group del Piper di Via Tagliamento e trova immediatamente un contratto per la discografica Vedette che pubblica il loro primo 45 giri ("Sandy", "Il tempo di pietra", 1970). Pur essendo vagamente debitore allo stile dei primi New Trolls, il singolo ha un riscontro e una stamina talmente interessanti da catturare l'attenzione del M° Piero Umiliani che recluta il gruppo per eseguire il tema del suo film "Roy Colt & Winchester Jack", che sarà anch’esso immortalato su 45 giri per la Cinevox ("Roy Colt" / Dove", 1970).
Tra il 7 e l’8 maggio del 1971, una seconda apparizione a Caracalla accanto a bands quali New Trolls, Osanna, Delirium e Trip, consacra i "Free Love" come una delle più promettenti realtà italiane e da quel momento, i Free Love incroceranno la sua storia con quella dell’allora debuttante Domenica Bertè, al secolo Mia Martini e soprannominata la "Julie Driscoll italiana”.
Mimì all’epoca sta suonando in giro per l’Italia accompagnata dal suo gruppo “La Macchina”, composto dagli ex “I Posteri” Riccardo Caruso (voce e tastiere), Giorgio Dolce (chitarra), Giovanni Baldini (basso) e Daniele Cannone (batteria), con i quali inciderà anche una manciata di covers.
Intorno al maggio ’71, viene notata dal discografico Alberigo Crocetta che le propone un contratto con la RCA a patto però di sbarazzarsi dei suoi musicisti il cui sound è ritenuto troppo duro.
Al momento, Mia probabilmente non se la sente di abbandonare i compagni ma per venire incontro alla discografica, accetta di registrare il suo primo singolo “Padre davvero” (RCA n° cat. PM 3589) con un’altra line up (chiamata anch'essa "La macchina") di cui fecero parte proprio alcuni componenti dei Free Love più il tastierista Stefano Sabatini che da allora cominciò a gravitare nel gruppo.
Comunque sia, a partire dall’agosto ’71 Mia Martini si mette a caccia di nuovi musicisti per dar vita a una seconda formazione della Macchina e il primo ad arrivare fu ancora Stefano Sabadini che abbandonò definitivamente i Free Love, sostituito da John Picard al violino elettrico e dall’organista Fabio Cammarota.
A quel punto, e siamo circa nei primi mesi del 1972, Gianni Caia e Steve Stogel rimasti disoccupati, raggiungono Sabadini nella nuova Macchina che finalmente acquisisce un’identità stabile (Caia, gli Stogel, Sabadini e Montaldo) e parte in tournée con Mia Martini.
Nel mese di febbraio però, un destino crudele spezzerà la loro carriera.
Ricorda così, il chitarrista dei Libra Nicola di Staso in un'intervista ad Augusto Croce del 2008:
"Ero amico di Gianni Caia, lavorava in un negozio di dischi a via Galli[...] Quando successe la disgrazia stavano suonando con Mia Martini. […] Tornando la notte stessa da una serata nel Sud Italia per poter assistere ad un concerto di un gruppo inglese a Roma - me lo ha raccontato il loro autista del furgone che conoscevo -, un colpo di sonno e.... morirono Gianni e Steve […]. Una vera tragedia."
In sintesi, la cronaca dell'epoca riportò invece così l’incidente:
“Gianni Caia, 20 anni e Steve Stogel 23, sono morti sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria nello scontro tra il loro pullmino e un autocarro. Gli altri due, Stefano Sabatini (18 anni) e Mauro Montaldo (20) sono ricoverati in gravi condizioni all’ospedale di Salerno. I quattro giovani provenivano da Siracusa dove sul loro Ford Transit erano diretti a Milano e a Torino dove erano stati ingaggiati per alcune serate. Nelle vicinanze di Salerno verso le 23, il Transit ha tamponato violentemente l’autocarro che lo precedeva".
Gianni e Steve morirono sul colpo mentre Mauro e Stefano
vennero soccorsi dall’autista dell’autocarro Emilio Panfili e portati
all’ospedale di Salerno grazie a auto di passaggio. Per Stefano i medici
si riservarono la prognosi e al momento il solo Mauro venne dichiarato guaribile
in 40 giorni.
Questo è quanto ci è dato di sapere su quel terribile evento. Non molto tempo dopo, venne organizzato un concerto al Piper per ricordare gli amici scomparsi ed aiutare economicamente le loro famiglie: in particolare la mamma di Gianni, all'epoca in stato di grave difficoltà economica.
E chiaro che ricomporsi in un momento del genere non fu una cosa facile, ma con grande forza d'animo Sabatini e Carl Stogel ricostruirono un gruppo per partecipare al concerto di Caracalla nell'autunno del 1972 con il batterista Giovanni Liberti e il sassofonista Stefano Cesaroni: fu l'ultima volta dei "Free Love".I soli Liberti e Sabatini avrebbero formato i Kaleidon l'anno successivo.
L'incidente ebbe gravi ripercussioni anche su Mia Martini che da quel momento in poi, acquisì la tristemente nota patente di iettatrice. Mimì raggiungerà Gianni e Steve il 12 maggio del 1995 seguita da Carl Stogel che ci ha lasciato nell'autunno del 2004.
Il video tratto dal Cantagiro 71
https://www.youtube.com/watch?v=QzgcFmEIWxY
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