L' Italia si sa è il paese delle novità. Novità in tutti i sensi.
Ormai nessuno si meraviglia più per le notizie sensazionali, fossero pure le
più eclatanti. Infatti è questa la notizia più eclatante e «ghiotta», che in
questo momento, circola nel mondo dello spettacolo: il triangolo della jella.
Si potrebbe intitolare così questo fatto, che sa tanto di pochade versione
nostrana, con protagoniste tre cantanti: Martini, Rettore, Bertè.
Ed ecco i
fatti. Nel mondo della canzonetta, fra sussurra e grida, da tempo circola la
voce che Mia Martini, sarebbe una «menagramo», una da evitare a tutti i costi,
per non incorrere in disgrazie e in incidenti. Una triste fama che l'ha
perseguitata per anni e anni. Ma come è saltata fuori questa diceria?
Risale ad
oltre dieci anni fa. Mia Martini, notissima come cantante, era ricercata
costantemente da discografici, tv, giornalisti e manager. Disse no ad un
manager che la voleva in esclusiva e questi per vendicarsi, cominciò a mettere
in giro questa voce. La Martini divenne, dunque, «quella che porta jella».
Insomma più che una donna e una cantante dovrebbe «essere» una strega da
mettere al rogo, un gufo, o peggio, una fattucchiera. Ancora oggi, in piena era
robotica, si crede a queste cose: corni, cornetti e ferri di cavallo, per
esorcizzare il malocchio. E sono tanti, gli artisti che ci credono.
Mia Martini,
come tutte le sue conterranee è una donna di fuoco, ma sa essere anche paziente
e ironica.Ha saputo attendere e ha imparato a ridere delle superstizioni che le
hanno avvelenato la carriera. Ma è stata ripagata dal pubblico, più vero e meno
malizioso, dell'ambiente dello spettacolo. Il suo pubblico ha sempre creduto in
lei e non l'ha mai dimenticata. Ma come è tornata alla ribalta, dopo anni di
silenzio, puntualmente si rifanno vive le voci maligne e la storia della
jettatura, sul suo conto. A rinfocolare le diceries econdo sua sorella Loredana
Bertè trasformatasi per l'occasione suo «avvocato difensore», è la Rettore. La
bionda cantante veneta, che è stata anche querelata, ovviamente nega tutto. Una
causa l'ha già vinta ed è sicura di uscire bene anche da questa storia.
Comunque vadano le cose, è proprio un «brutto affare».
Una commedia
all'italiana che Vittorio De Sica avrebbe trasformato in un film. Da buon
napoletano era molto sensibile quando, all'orizzonte, si profilavano fatti e
storie che avevano a che fare con corni, cornetti e scongiuri. In tutto questo,
ora, cerchiamo il lato comico e ridiamone insieme. Per la prima volta,
«l'imputata jella» ha avuto l'onore di essere discussa in una austera aula di
tribunale, in mezzo ad avvocati e giudici togati. «In nome del popolo italiano,
poiché non sussistono prove e fatti reali, la jella non è perseguibile, per la
legge». Questa è la frase che vorremmo sentire nell'aula, ma ahinoi, le cose
non stanno realmente così. Si deve giudicare se una persona porta o no la
jettatura.
Stabilire se Domenica Bertè, in arte Mia Martini, è o non è una «strega». Il buon senso dei giudici, dei querelanti e dei controquerelanti, dovrebbe in questo senso riflettere e stendere un velo su tutta la faccenda. Di questa polemica se ne è già parlato a dismisura. Chi ne ha pagato le conseguenze è Mia Martini; che continua ad essere condizionata da questa stupida calunnia.
STORIA
DI STREGHE MALOCCHI SCONGIURI di FLAVIA D’ANNUNZIO da Cioè 1983
Articolo pubblicato parzialmente nel libro Mia Martini - La voce dentro
Articolo pubblicato parzialmente nel libro Mia Martini - La voce dentro
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Mia Martini: una donna distrutta dalla cattiveria degli ‘amici’ di Diego Dalla Palma http://questimieipensieri.blogspot.it/2013/08/mia-martini-una-donna-distrutta-dalla_27.html
Malcostume italiano. L’ostracismo a Mia Martini. Articolo di Nantas Salvalaggio
La Telefonata di Adriano Aragozzini a Mia Martini
1 commento:
Buongiorno Pippo, vorrei sapere se è possibile avere un tuo contatto email, per poterti parlare approfonditamente dei nuovi progetti della Fondazione Mia Martini (https://www.facebook.com/FondazioneMia).
Grazie, attendo tu news
Marta Isoni
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