Mariella Nava, dopo la scomparsa di Mia Martini, scrive una lettera appassionata dedicata a lei e la regala al
club Chez Mimì:
Non so più se sono in tempo ed è la cosa che mi fa stare più male,
insieme al fatto di non saperti più con noi, di non sentire più la tua voce
viva, ma solo registrata nei tuoi capolavori.
Ti ho sempre ammirata e guardata per imparare a fare questo mestiere:
grazie a te ho capito che la voce doveva venire da dentro e a volte essere
persino soffocata; grazie a te ho sentito e capito bellissime canzoni. Avrei
voluto farti i complimenti, dirti che eri un punto di riferimento artistico,
non solo per me, ma per chiunque voglia essere ‘interprete’ nel vero senso del
termine.
Avrei voluto incontrare i tuoi occhi trincerati e sfuggenti, chiederti
perché non volevi neanche salutarmi. Potevo anche non piacerti musicalmente, mica
è obbligo! Non ci rimanevo male quando tornavano indietro le canzoni che ti
proponevo, mi sarebbero piaciute cantate da te, ma non ho mai capito cosa aveva
determinato questo. Ma ti sapevo sola, ti sentivo grandissima come persona. Anche
se ti allontanavi a distanza, ti tenevo d’occhio, sperando in un ‘incontro
frontale’, seguivo le frasi che dicevi, le tue risate fragorose, allarmi
lanciati nel freddo silenzio della sala trucco, prima di qualche programma,
come nel vuoto della tua vita. Lo sapevo che non eri più libera nel rapporto
con gli altri, ma giustamente diffidente e corazzata, aspettavo il momento
buono per dimostrarti che con me non ce ne sarebbe stato bisogno e che anzi ti
volevo un gran bene, sarebbe finito tutto in una altrettanto fragorosa risata,
lo so!!
Questo mondo spietato e cattivo, che ti ha fatto star male con dei
pregiudizi assurdi, ci ha messo vicine in alcune occasioni per me
importantissime. Forse tu non lo ricordi, ma la prima volta che ti vidi ero
appena arrivata da Taranto. Ti trovai ancora allo studio dove ancora registro.
Tu mi dicesti :
ci vuole un grande coraggio a
fare questa misera vita, a stare dietro alla musica, son tutti stronzi,
ricordatelo!.
Stringevi a te una cagnolina che ti ricambiava quell’affetto enorme che
riversavi su di lei, in assenza di quello degli uomini. Gli uomini che sia io
che te abbiamo cantato, ricordi?
Il mondo ti ha messo
nel mio stesso camerino, nel Cantagiro del ’92, ed io ero contenta di poter
dimostrare che non ho mai creduto a certe ‘imbecillità’, ti aspettavo ogni
volta per potere sapere quel famoso perché di un ‘non saluto’, ma non ti ho mai
vista, arrivavi o prima o non passavi per niente!
Ed ora sono qui che ti scrivo, triste, perché sono senza risposta, ci
hai lasciati tutti senza risposte.
Dal punto dove sei, però, spero che tu senta tutto il nostro grande
affetto, spero che salga prepotente come il mio, come l’ammirazione che ti ho
sempre portato a distanza.
Spero di potertelo dire forte e che lo accetti questa volta il mio ….
Ciao Mimì……
La lettera è stata pubblicata sul numero 19 della fanzine Chez Mimì e inserita nel libro Mia Martini La regina senza trono
Post correlati:
Nessun commento:
Posta un commento