Benvenuti a questo blog dedicato a Mia Martini con articoli, curiosità, interviste e altro....







Cerca nel blog

Lettori fissi

Visualizzazioni totali

sabato 15 gennaio 2011

Shel Shapiro nel suo libro “Io sono immortale” racconta la fragilità di Mia Martini e il suo essere grande artista


Shel Shapiro nel suo libro “Io sono immortale” ed. Mondadori dedica a Mia Martini un capitolo, emozionante ed intenso

‘Mia Martini è arrivata dopo, anche lei negli anni ’80: una specie di regalo artistico straordinari come conseguenza dei buoni risultati da m ottenuti con Patty, Mina, Ornella, la Carrà e Cocciante, e soprattutto grazie a Roberto Galanti, che aveva una grande stima professionale ( anche se si lamentava sempre che gli facevo spendere troppi soldi). Le rare volte che rivedo Roberto – oggi è come rinnovare un piacere. Mimì la conoscevo soprattutto per “Minuetto”, un brano scritto da Dario Baldan Bembo, con testo del Califfo, che secondo me è una delle più belle canzoni italiane degli anni ’70.

Ci siamo incontrati quando avevo appena finito “Cervo a primavera”, che era uscito nel dicembre 1980 e in due settimane il singolo aveva scalato le classifiche per installarsi in cima alle classifiche. Mimì aveva una casettina a Milano Due, un piccolo pianoforte appoggiato contro il muro, e io non l’avevo mai conosciuta di persona. Aveva qualche abbozzo di canzone e ha cominciato a provarle davanti a me. Quando cantava era divina. Ogni volta che apriva la bocca e modulava la voce mi procurava la pelle d’oca alta un metro. Mimì veniva veramente da un altro pianeta. Ogni tanto anche Cocciante mi faceva questo effetto, perché anche la sua voce a volte prende tonalità da brivido. Ci sono cantanti che hanno una marcia in più, qualcosa di speciale, qualcosa di prezioso, d’irripetibile, e te lo fanno capire subito. E Mimì aveva tutto questo: era irripetibile. Il grado d’intensità emotiva che raggiungevo ascoltando Mimì era capace di farmelo provare solo lei. Quindi lavorare con lei per me ha rappresentato qualcosa di davvero speciale. Dopo un po’ che eravamo seduti uno di fianco all’altra, mi ha detto: ‘Shel, stai scrivendo un sacco di canzoni per un sacco di gente, possibile che tu non abbia niente per me?’. Le ho risposto: ‘Mimì, adesso come adesso ho solo una canzone a cui manca il testo’. E lei: ‘T’andrebbe di farmela sentire? Avevamo scandagliato brani di vari autori, e io m’ero quasi dimenticato di questo mio pezzo ancora privo di testo, e mi sono limitato a eseguirlo con qualche parola approssimativa, e anche piuttosto male, perché ero emozionato di suonarlo davanti a lei, più che se fossi stato davanti ad una platea di diecimila persone. ‘Shel questa canzone è bellissima. Il testo voglio scriverlo io. Posso?’ M’ha detto, appena finito di farglielo ascoltare. ‘Certo che puoi’. E’ venuta fuori “Quante volte”, una canzone che l’ha sicuramente rilanciata, aiutandola a incrementare le vendite.
Dopo molto tempo era tornata in classifica, magari non nei primi posti, però quel pezzo sarebbe diventato un classico del suo repertorio: ancora adesso, ogni volta che la canto in un concerto, la gente si commuove. Faccio un esempio: “Buonasera, dottore” la riconoscono tutti appena pronuncio il titolo, mentre se parlo di “Quante volte” alla gente non viene in mente subito di cosa si tratta. Però, come comincio a cantarla, tutti la identificano e tutti ne ricordano immediatamente la bellezza, e di conseguenza anche la grandezza di Mimì. “Quante volte” è una canzone che m’ha sempre dato enormi soddisfazioni, e quando la canto oggi, se non rimango più che concentrato sul comunicare la canzone, rischio di commuovermi anch’io. Tra Mimì, mia moglie Mariolina e mia figlia Malindi è presto nato un grande e affettuoso rapporto. Lei si è innamorata affettivamente di Mariolina e adorava anche Malindi, che in un certo senso era la figlia che avrebbe sognato di avere.

All’epoca Mimì viveva una tormentata storia d’amore con un cantautore, ed era molto in crisi con lui, quindi ci aveva un po’ adottati come surrogato di famiglia, e in qualche modo noi avevamo fatto la stessa cosa con lei. Mimì mi aveva dato completamente in mano la sua vita artistica: qualunque cosa le avessi deto di fare, l’avrebbe fatta. Motivo in più per me per vigilare che questa fiducia fosse ben riposta e desse buoni frutti. Quando l’ho incontrata era disco graficamente messa male; arrivava a vendere poco più di diecimila copie. L’album che avevamo fatto insieme era bellissimo. Da diecimila eravamo arrivati a cinquantamila. Non che fosse completamente decollata, però era già un buon risultato. Con lei ho fatto un lavoro delicato: mi sono impegnato a proteggere la persona fragile che era. Il produttore ha il dovere di difendere l’artista, di metterlo nelle condizioni migliori, di cercare di fargli raggiungere i migliori risultati, con gli arrangiamenti migliori e i suoni migliori. Certi artisti sceglievano di fare dischi con me proprio per questo. Anche per Mimì avevo quindi scelto il meglio: il batterista Chris Whitten, uno che in carriera vantava – e avrebbe vantato – collaborazioni prestigiose, tra cui Ede Brickell, Tom Jones, Johnny Cash, The Pretenders, Julian Cope, The Waterboys e Paul McCartney, oltre a prepararsi a essere futuro membro della band britannica dei Dire Straits dal 1991 al 1995. Con Cris avevamo usato per la prima volta in Italia la batteria elettronica Simmons, quella che produceva il particolare suono che si può ascoltare in “Private dancer” di Tina Turner. Con noi avevamo anche il tastierista degli Waterboys; insomma tutta gente di grandissimo spessore artistico. Un giorno, mentre registravamo, nello studio a fianco al nostro c’era Richie Havens (quello che quando cantava Freedom batteva il piede così bene che se chiudevi gli occhi sembrava una batteria). Richie stava finendo di fare un disco con Pino Daniele. Probabilmente avevamo lasciato la porta aperta, e a un certo punto lui entrò e disse: ‘Ehi, ma questa è una delle migliori cantanti che abbia mai sentito!. Richie Havens s’era insomma innamorato del suono, e soprattutto della voce di Mimì. Richie Havens: parliamo di mitologia della musica. Dopo quella volta veniva tutte le sere a sedersi in studio con noi.
Tutti sappiamo cosa c’è stato alla base della tragedia di Mimì: il diffondersi della voce che portava sfiga. Già dieci o quindici anni prima lo dicevano. Ed è anche per questo assurdo motivo che le vendite dei suoi dischi erano calate così tanto. Certe voci possono creare un indotto negativo di portata incalcolabile, apocalittica, ma mai e poi mai avrei immaginato che potessero diventare così diffuse e dilanianti. La gente fu d’una perfidia atomica con lei. Alcuni avevano perfino cominciato a dire che portavo sfiga anch’io, visto che lavoravo con lei. Sembra impossibile, ma Luca Barbarossa un giorno m’aveva riferito questa idiozia per mettermi in guardia…Inutile dire che Luca non ci credeva, visto che il primo disco che avevamo fatto insieme (Roma spogliata) era andato sparato al numero uno in classifica. Comunque, in relazione a quella calunnia, all’epoca dovetti addirittura minacciare di querelare per diffamazione un artista allora piuttosto conosciuto (oggi un po’ meno). Mi è toccato discutere oiù di una volta con diversi giornali, per cercare di smantellare quella maldicenza così infamante, così distruttiva e nello stesso tempo così stupida e così radicata. Con il solo risultato che le mie facoltà di comprendere l’inteligenza altrui – davanti a una simile prova d’idiozia – vacillavano sempre più.
….Mi ricordo che un giorno Mimì mi disse: ‘Shel, non puoi avere assolutamente idea di cosa provi io quando entro in una stanza e con la coda nell’occhio vedo che la gente si tocca’. Però quello era e quello rimaneva. Io e lei abbiamo affrontato l’argomento due o tre volte. Le dicevo che secondo me non doveva avere aver paura di parlarne, che doveva tirare fuori la cosa pubblicamente, mettere la gente davanti alle proprie responsabilità. Ma lei non se la sentiva. Allora ho cercato di farlo io al posto suo, ogni tanto. Per Mimì ha combattuto, ma ho combattuto davvero, assieme a Roberto Galanti, lui sicuramente ancor più di me: non potevamo credere che avessero messo in giro una voce così stupida e così tremenda; per di più lei era già in difficoltà per conto suo perché la sua storia d’amore stava andando a puttane. Era insomma in un momento drammatico e stava colando a picco. Sembrava una donna forte, Mimì, ma era d’una fragilità inaudita; era specialmente indifesa rispetto alle questioni familiari: il padre, la madre ecc. Mentre lavoravo con lei fui contattato dall’RCA Messico per produrre un cantante locale, uno che aveva ascoltato le cose che avevo fatto per Cocciante e mi voleva laggiù a tutti i costi per produrre il suo disco. Partii con Mariolina e Malindi, per andare a stabilirmi là alcuni mesi. Quel soggiorno però stava durando più del previsto e Mimì si sentiva un po’ trascurata e abbandonata, anche se avevo detto a Pierre e Gianna, due amici, di starle vicino. Lei si spostò a Roma mentre eravamo ancora in Messico e da allora non c’è capitato più di incontrarci.

A Roma, Mimì aveva fatto un disco live con Carlo Siliotto. Nominalmente il produttore ero io, ma in realtà ero intervenuto ben poco perché non condividevo la scelta di fare un disco live. Secondo me avrebbe avuto bisogno d’un altro disco di studio ‘forte’. Dopo il mio ritorno ci siamo parlati solo qualche volta per telefono, ma non mi sfiorava certo l’idea che non ci saremmo visti letteralmente mai più. Tra l’altro il suo ultimo impresario è stato Nando Sepe. Credo che sia stato lui a trovare Mimì quel giorno. (Tempo dopo mi sarei affezionato anch’io a Sepe – un uomo disperante che amava follemente l’arte di Mimì – e che avrebbe aiutato molto anche me). Quando Mimì è morta io ero in Francia con Cristina, la mia nuova compagna e i bambini. Se avessero voluto, i suoi parenti, m’avrebbero cercato per comunicarmi la notizia. Non ero irrintracciabile. Invece ho saputo della sua scomparsa solo diversi giorni dopo che era avvenuta’.
Estratto dal libro di Shel Shapiro "Io sono immortale" ed. Mondadori
Mia Martini interpreta "Quante volte" a Riva del Garda 1982:
http://www.youtube.com/watch?v=EpjwtF5SNto

Post correlati:

Mia Martini, un'artista dalla straordinaria versatilità. Intervista a Fio Zanotti
http://questimieipensieri.blogspot.com/2011/01/mia-martini-unartista-dalla.html

Rossana Casale. La mia collaborazione artistica e amicizia con Mia Martini
http://questimieipensieri.blogspot.com/2010/12/rossana-casale-la-mia-collaborazione.html

Una collega per amica: Dori Ghezzi per Mia Martini
http://questimieipensieri.blogspot.com/2010/12/una-collega-per-amica-dori-ghezzi-per.html

Se mi sfiori. Mango racconta Mia Martini
http://questimieipensieri.blogspot.com/2010/12/lincontro-con-mango-avviene-somma.html

Mia Martini era proprio una bella persona: Intervista ad Enrico Ruggeri
http://questimieipensieri.blogspot.com/2010/11/mimi-era-proprio-una-bella-persona.html

Paola Turci e Mia Martini: compagne di viaggio in giro per il mondo
http://questimieipensieri.blogspot.com/2010/11/paola-turci-e-mia-martini-compagne-di.html

Una Rapsodia con Mia Martini. Intervista a Marco Falagiani
http://questimieipensieri.blogspot.com/2010/06/una-rapsodia-con-mia-martini-intervista.html

Io e Mia Martini. Intervista ad Enzo Jannacci
http://questimieipensieri.blogspot.com/2010/05/io-e-te.html

Compagni di viaggio:intervista a Tullio De Piscopo e Eugenio Bennato
http://questimieipensieri.blogspot.com/2009/02/compagni-di-viaggiointervista-tullio-de.html

Nessun commento: