Ecco
due lettere scritte da Roberto Murolo e Mia Martini nelle quali esprimono la
loro corrispondenza d’amorosi sensi. Un documento prezioso.
L’incontro
con Mia Martini è stato bellissimo e ho capito subito il valore di questa donna
– afferma Roberto
Murolo - , nel disco che abbiamo
fatto insieme a lei è stata veramente brava, ci siamo incontrati in questa
canzone splendida dal calore napoletano con la sua voce bella e personale,
un’interpretazione sentita. L’altro pezzo lo ha scelto lei, perché ama il testo
ottimista che parla del mare e dei pescatori, ed io sono stato d’accordo perché
è un classico che ancora oggi a Napoli cantano tutti. Avremmo voluto tanto fare
insieme “Reginella”, ma il produttore non ci ha dato la possibilità di
inserirla nel disco.
Lei
era una persona simpaticissima, tranquilla, in tournèe ci divertivamo molto,
soprattutto quando andavamo a cena tutti insieme. Ogni volta che ci incontravamo
era una festa, potevo essere suo padre, anzi suo nonno, ma lei scherzava con me
come un vecchio compagno di sempre. E giocavamo a farci i complimenti a
vicenda: lei diceva che io ero l’ultimo rabdomante della canzone napoletana,
sempre alla ricerca dell’eterna melodia: io mi incantavo a vederla ‘vestire’
una canzone. Mia Martini non cantava le canzoni, le indossava, anzi le viveva.
E
quando canta Napoli, vive Napoli, la sua voce è quella di Napoli, forse
perché è una donna del sud, forse perché
ha sofferto tanto, forse perché cantare non è soltanto una professione per lei,
ma soprattutto è un modo di trasmettere ogni sentimento, dal più dolce a quello
più disperato… Perciò poteva passare come pochi da un classico dell’800 a un
pezzo di Gragnaniello. Dalla Napoli di ieri alla Napoli di oggi.
E perciò Napoli l’ha ripagata con entusiasmo,
spesso mi ha mostrato, commossa, un foto scattata ad un suo concerto al Teatro
Mediterraneo dove c’è un ragazzo con uno striscione e lo slogan: ‘Mia, Napoli
ti adotta come Maradona’. E lei a ripetere: ‘Sono troppo buoni, eppure mi
entusiasma tutto questo affetto e mi elettrizza vedere di chi mi ascolta in
faccia l’effetto della mia voce’.
Ogni
tanto mi chiedeva di spiegarle Napoli, dice che le mie canzoni, come quelle di
Pino Daniele, le servono come chiave per entrare in un mondo emozionante.
Eppure è
stata lei, con la sua voce sanguigna, a condurre per mano tanta gente in
questo mondo. Il successo di ‘Cu’mme’ ha
riportato il dialetto napoletano in classifica, cosa che riusciva solo a
Daniele, ma con suoni più moderni e contemporanei. Lei ha creduto in quella
scommessa, dicendomi: ‘Se osi tu, Roberto, io non ci penso su nemmeno un
momento’. Abbiamo osato, abbiamo vinto
e con noi la canzone napoletana.
La
mia piccerella non c’è più. La vita è strana, lei si preoccupava sempre della
mia salute, si informava, non dimenticava mai di farmi gli auguri di
compleanno. E oggi tocca a me salutarla, anche a nome di tanti amici che hanno
vissuto come me la magia della sua voce. Alcuni di quegli amici mi hanno
raccontato che domenica scorsa era andata al San Paolo, si era avvelenata per
la sconfitta del Napoli, aveva tifato, aveva urlato…. Vorrei ricordarla così, a
tirare pugni verso il cielo, capace di non rassegnarsi mai. Ma forse no, c’è un
altro ricordo che mi riempie: un paio di anni fa, era estate, eravamo su una
terrazza con una vista splendida, davanti a noi c’era tutto il Golfo. Mimì,
quasi di nascosto, uscì dal balcone e, nel buio, si mise a cantare con un filo
di voce. La raggiunsi, e restai a guardarla e ad ascoltarla, senza farmi
notare, senza rompere quell’incantesimo.. Addio mia piccerella. Ricordo ancora
che una volta mi scrisse una lettera e si firmò ‘la tua piccerella. Canta
ancora per noi, mia piccerella. Non ci lasciare in questo silenzio assordante.
Peppe
Ponti, manager che, negli anni '80, fu tra i primi ad accogliere la cantante a
Napoli, nel pieno della crisi esistenziale e professionale, porta alla luce, come
documento importante, una lettera di Mia Martini scritta a Roberto Murolo.
E’ un personaggio carismatico di altissimo
valore artistico e professionale che è andato oltre i confini nazionali, è un
pezzo sacro della storia della musica e cultura napoletana: il suono della sua
voce, che nei registri gravi evoca profondità marine diventa solare e
cristallina nei registri medi creando un insieme avvincente e straordinario di
variazioni tonali. Murolo non si è mai arroccato nella tradizione, ha saputo
sempre essere antico e moderno. Il suo accostamento ad Enzo Gragnaniello,
originale talento rappresentativo della Napoli di oggi, ha dato alla canzone napoletana nuovo vigore,
grinta e valenza. Murolo come rabdomante è rimasto costantemente votato alla
ricerca di una nuova linfa poetica che sapesse dare alla canzone della sua
Napoli il motivo di esprimere la dolcezza e l’amarezza della realtà di oggi.
Quando canta le sue labbra accompagnano dolcemente le parole che sono
l’espressione di una partecipazione vissuta, sofferta, fatta sua nell’animo,
così che la canzone, come per incanto, diventa poesia cantata. E’ un
grandissimo maestro per chi come me ha la fortuna di stargli vicino e godere
della sua persona e della sua arte. Grazie Roberto, la tua piccerella.
Documenti
apparsi nei libri “Mia Martini. La voce dentro” e “Mia Martini. La regina senza
trono”.
Mina e Mia Martini: la loro reciproca ammirazione
http://questimieipensieri.blogspot.it/2012/06/mina-e-mia-martini-la-loro-reciproca.html
Mia Martini e Ivano Fossati: La Regina e il Volatore
http://questimieipensieri.blogspot.it/2007/12/la-regina-e-il-volatore.html
'Buonasera, gente di questo Paradiso'. Bacoli ricorda così Mia Martini
http://questimieipensieri.blogspot.com/2011/02/buonasera-gente-di-questo-paradiso.html
Come nasce una canzone. Mia Martini, Roberto Murolo, Enzo Gragnaniello raccontano "Cu'mmè" http://questimieipensieri.blogspot.com/2011/01/come-nasce-una-canzone-mia-martini_22.html
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