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mercoledì 8 dicembre 2010

Una collega per amica: Dori Ghezzi per Mia Martini






La incontriamo a Napoli, dolcissima e disponibile al dialogo. E’ una grande emozione avere di fronte una tra le amiche più care di Mimì. E finalmente possiamo ringraziarla per il suo determinante apporto nel far intitolare il Premio della Critica di Sanremo a Mia Martini.

Dori, il suo primo incontro con Mimì risale al 1989, all’epoca del Festival di Sanremo e di Sanremo in the world?
Quello è stato l’incontro che ci ha fatto diventare amiche risale , ce ne sono stati altri avvenuti prima di allora ma molto ‘furtivi’, io la ricordo addirittura agli inizi quando incominciò ad incidere per la Durium (1966 n.d.r.) che è stata la mia prima etichetta discografica. L’ho incontrata per la prima volta in uno studio, un ufficio dove c’erano un pianoforte e lei, che era seduta intenta a suonare e a cantare, era una ragazzina appena diciannovenne.

Qualche anno dopo Mimì venne condotta in carcere a Tempi Pausania…
Sì, Tempio Pausania… in un certo qual modo, le nostre strade, anche se in epoche e circostanze diverse, si sono incrociate, perché ci siamo ritrovate a vivere le nostre esperienze in questa località della Sardegna. Mi hanno raccontato che Mimì in carcere cantava e la gente si radunava fuori la sua cella per ascoltarla. La sua voce era magica già allora.



In una serata di Sanremo in the world  Mimì ed Enzo Jannacci hanno cantato Vincenzina e la fabbrica, nel video c’erano anche Gigliola Cinquetti e Paola Turci.
In quel tour ci siamo divertite tantissimo e ho avuto anche la possibilità di assistere a questo bellissimo duetto con una Mimì che ha toccato una delle punte più alte delle sue grandi doti interpretative.

Ci consenta di passare ad aneddoti legati alla vostra vita privata. Chi era Mimì? Veniva spesso a trovare lei e Fabrizio all’Agnata?
Più che in Sardegna ci vedevamo con frequenza nella nostra casa di Milano. Conservo dei bellissimi ricordi di quei momenti trascorsi insieme, come quando Fabrizio, Ivano (Fossati, n.d.r.) ed io siamo andati a farle visita nello studio di registrazione, all’epoca dell’incisione dei brani di quello che poi è stato il suo ultimo capolavoro La musica che mi gira intorno. In quell’occasione, Mimì non si aspettava che insieme a noi ci fosse anche Ivano, non glielo avevamo detto perché volevamo farle una sorpresa, dal momento che non si vedevano da molti anni. Abbiamo ascoltato tutto il pomeriggio le sue incisioni, ricordo che restammo profondamente affascinati dal suo particolare modo di ridare forma a delle vere e proprie perle della canzone d’autore. Fabrizio e io ci siamo commossi ascoltando la sua versione di Hotel Supramonte e Ivano le ha detto che era la più grande interprete italiana e che con la sua voce era capace di dipingere dei veri e propri quadri. La stessa sera ci siamo trasferiti a Bologna e con Beppe Grillo, Stefano Benni e l’arrangiatore di Mimì Fio Zanotti abbiamo cenato tutti insieme, trascorrendo dei bellissimi momenti. Eh si! Mimì quella sera era proprio raggiante.

Dopo questo incontro, Fabrizio e Ivano, che stavano lavorando a quattro mani per quel capolavoro che è Anime salve, si erano ripromessi di scrivere per Mimì e lei stessa voleva realizzare una tournèe teatrale dedicando un tempo del suo spettacolo a De Andrè e Fossati; ma purtroppo non c’è stato il tempo…
Sì è vero, Fabrizio e Ivano avevano espresso la loro intenzione di comporre per lei. Peccato, perché Mimì, con la voce splendida e straordinaria che si ritrovava, poteva permettersi grandi cose. Ciò che mi amareggia di più è che, se è vero che gli italiani hanno perso una grande voce, io ho perso una grande amica. Mi manca molto Mimì, mi manca la sua fragorosa risata.


Intervista di Ciro Castaldo per Chez Mimì pubblicata sul numero 31 della fanzine e inserita nel libro La voce dentro
 
Il video di "Hotel Supramonte"
http://www.youtube.com/watch?v=QTITQrT65p8

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