La
nevicata del ‘56, presentata da Mia Martini al Festival di Sanremo 1990,
ottiene il Premio della Critica. Ecco i
commenti e aneddoti su questo brano,
diventato ormai un classico senza tempo, raccontati dalla stessa interprete e
due tra gli autori: Luigi Lopez e Franco Califano.
L’indimenticata artista, all’epoca, confessa i
motivi della scelta legata alla sua decisione di tornare sul palco dell’Ariston,
dopo il suo rientro clamoroso a Sanremo nel 1989 con Almeno tu nell’universo,
e proporre non una storia struggente d’amore, come avrebbe potuto fare per
bissare il successo dell’anno precedente, ma bensì un quadro poetico realizzato
da Carla Vistarini su musica di Luigi Lopez e Fabio Massimo Cantini, con la
collaborazione di Franco Califano.
E' un affresco sulla
mia infanzia. Oggi la vedo alla luce di tante discese e salite e questa
proiezione sul mio passato mi fa risaltare soltanto le cose belle, la figura di
mio padre nella mia casa, che non mi ha mai portato allo stadio, era un uomo di
cultura e fervente politico, ma mi faceva vedere il mondo dalle sue spalle.
Questo brano me lo hanno fatto ascoltare due degli autori e mi è piaciuto
subito. Ho fatto apportare qualche variazione nel testo, perché la storia
parlava di una ragazza che allora aveva circa venti anni, mentre io all'epoca
avevo appena otto anni. Allora con Franco Califano abbiamo cambiato il testo.
L’interpretazione data
da Mia Martini risulta elegante, raffinata, intensa, in grado di accentuare un
clima nostalgico e venato di malinconia, che da più vigore alla canzone, a tal
punto da regalare dei brividi persino a Ray Charles, presente in quella
edizione come artista straniero ad affiancare Toto Cutugno.
Il brano non ottiene il
favore delle giurie, e verrà inserito nell’album La mia razza che non bissa,
pur essendo di qualità, le vendite del precedente Martini Mia che riesce ad
ottenere il disco d’oro, consegnato all’epoca per 100 mila copie vendute. Il
cruccio eventuale di essere considerata da un pubblico elitario viene superato
in parte dalla conquista soprattutto dell'applauso
degli addetti ai lavori e nell’aggiudicarsi per la terza volta il Premio della
Critica, che dal 1996, dopo la prematura scomparsa, porta il suo nome.
Lei stessa dichiarerà: Sono profondamente
onorata, e anche un po’ commossa, di fronte a questi riconoscimenti. Sono
ritornata di nuovo a Sanremo per presentare una canzone in cui credevo e che mi
ha dato tanta soddisfazione. Tante persone mi hanno dimostrato stima e affetto.
Avrei voluto come compagno, in occasione del festival, Charles Aznavour. La
nevicata del ‘56 avrebbe acquistato un altro tono ma … non è dato agli artisti
scegliere il loro partner straniero. In ogni caso, dopo anni difficili, ho riscoperto la gioia di vivere e di
cantare.
Franco
Califano, in una intervista realizzata, dopo la scomparsa di Mia Martini, parla
della loro collaborazione, sin dai tempi di Minuetto e aggiunge:
Nel ’90 scrissi
La nevicata del ‘56 e Mia se ne innamorò subito. Lo presentò al
Festival di Sanremo ottenendo il premio della critica. La sua fu
un’interpretazione perfetta, dolce e nostalgica. A pensarci ora, Minuetto e
La nevicata del ‘56 scandiscono la vera nascita e la più matura rinascita di
Mia Martini. La sua voce? Grandissima, viscerale, sempre capace di trasformare
la quiete in rabbia per ridiventare, infine, nostalgicamente arrendevole.
Luigi Lopez commenta su Facebook, in tempi recenti, la genesi
di questa canzone, composta nel lontano 1975.
Ci sono alcune cose che, dopo anni ed anni di equivoci ed
inesattezze, vorrei precisare. Cose che incuriosiranno tutti gli ammiratori e
…gli esegeti di Mia Martini, indimenticabile ed insuperata artista con cui ho
avuto il privilegio di condividere un lungo percorso musicale, denso di
emozioni ed irripetibili soddisfazioni!
La nevicata del ‘56 fu scritta non meno di 35 anni fa:
Carla Vistarini ed io eravamo in un periodo florido di invenzioni musicali. Le
nostre canzoni erano molto apprezzate….quasi tutte con destini fortunati ed
esiti di gradimento e vendite di dischi, davvero considerevoli. Scrissi la
musica de La nevicata del ‘56 con la collaborazione di Fabio Massimo Cantini.
Non potevo immaginare che Carla ponesse su quelle nostre semplici note, una
vera e propria ‘poesia’, con versi di rara bellezza, un affresco di Roma,
evocativo di un evento indimenticabile che la canzone ha contribuito a fissare
per sempre nell’immaginario e nei ricordi di tanti italiani: una nevicata che
con i suoi ‘incantevoli fiocchi, non sarà mai uguale a nessun’altra.
Fu Gabriella Ferri, a quei tempi (1975 o giù di lì…), ad ascoltare per prima il nostro piccolo
capolavoro! Con la mia chitarra ed una indicibile emozione, eseguii la nostra
canzone, seduto al centro di una stanza del Cenacolo, il piccolo ‘Ateneo
Musicale’ voluto dalla RCA, per incentivare gli incontri e gli scambi di idee
fra gli ‘Emegenti’ della cosiddetta ‘Scuola Romana’.
Erano
presenti Ennio Melis, Mario Cantini, Riccardo Mischelini, Ettore Zeppegno;
quasi tutti i dirigenti della RCA (almeno una trentina di persone…di quelle che
‘contano’), circondavano la sedia su cui ero seduto. Perché un tale spiegamento
di forze? Ma perché c’era lei! Gabriella Ferri in persona, accompagnata dal suo
produttore Piero Pintucci, invitata espressamente per ascoltare quella che le
era stata annunciata come la canzone perfetta, per proseguire nella tradizione
dei suoi successi legati al suo smisurato amore per Roma. Lo ricordo come se
fosse ieri il silenzio che si creò durante l’ascolto…e alla fine, nel coro dei
consensi, Gabriella mi abbracciò commossa: aveva gli ochhi bagnati di lacrime
(!!!)
Sì,
era davvero emozionata e questo mi fece pensare di avercela fatta! Il prossimo
45 iri di Gabriella Ferri sarebbe stato La nevicata del ’56…. Non fu così e,
contrariamente alle attese, la nostra bella canzone non andò da nessuna parte!
Rimase nel cassetto per più di quindici anni, fino ai giorni del 1989-90, che
precedettero la partecipazione a Sanremo della mitica Mia Martini. E’ a quel
punto che Franco Califano fece il suo ingresso nella storia di questa canzone,
semplicemente perché il suo produttore Gianni Sanjust, volle provarla con lui,
un altro artista fortemente legato a Roma. Franco naturalmente, riadattò il
testo per una sua versione cantautorale al maschile. Ne venne fuori qualcosa
che non piacque a nessuno di noi. Gianni Sanjust decise allora di proporla a
Mia Martini nella versione originale al femminile, quella di Carla Vistarini!
….Il seguito ve lo lascio immaginare: ci furono consensi,
entusiasmo, ottimismo, fino al Festival, dove poi sappiamo che Mia conquistò il
meritatissimo Premio della Critica! Mia Martini a Sanremo, cantò la versione
originale della canzone, quella che noi tutti conosciamo, con una piccola
variazione proprio all’inizio: un unico rigo di Franco Califano, estrapolato
dalla sua versione al maschile. Tutto qui.
Perché
si continui ad attribuire la paternità de La nevicata del ‘56 al compianto,
grande cantautore scomparso, è un mistero tutto italiano: in questo
sconclusionato paese, così ricco di creatività, manca la cultura del
riconoscimento e del rispetto del ruolo proprio dei creativi, degli autori.
Certo,
Franco Califano ha eseguito centinaia di volte la sua versione cantautorale,
come non riconoscergli la paternità di quella? Ma, lo ripeto, La nevicata del
‘56 cantata da Mia Martini al Festival di Sanremo del 1990, porta le firme di
Carla Vistarini, Luigi Lopez, Fabio Massimo Cantini e Franco Califano, nel
rispetto di una collaborazione che comunque c’è stata…ma la reale consistenza
di tale collaborazione è la ragione di questo mio lungo post. Una
chiarificazione dovuta soprattutto per evitare che si continui ad attribuire a
Franco Califano una primogenitura della canzone che non gli appartiene. Franco
è stato un mio grandissimo collaboratore in altre, numerose opere che abbiamo
condiviso e firmato insieme e se fosse ancora qui, con un suo sorriso, sono
sicuro approverebbe queste mie precisazioni che lui stesso avrebbe potuto fare,
se qualcuno mai gliele avesse richieste ma che nessuno mai ha avuto ‘voglia’ di
chiedergli.
Elaborazione
del testo di Pippo Augliera
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