Il rapporto e il legame tra Mia Martini e Bagnara Calabra era, lo sappiamo tutti,
veramente forte. Non a caso, Mimì scelse nel 1981 di ambientare proprio in quel
luogo lo special 'Io sono Mia' realizzato dalla Rai.
Tutte le volte che tornava a Bagnara si rigenerava, conquistava gli abitanti, i Bagnaroti, con la sua
disarmante semplicità e immediatezza e aveva dei riferimenti ben
precisi: Zia Sarina, con la quale aveva instaurato un legame fortissimo, e
Radio Perla del Tirreno, emittente locale. Qui ha lasciato, oltre a
innumerevoli ore di registrazioni radiofoniche, tanta allegria e simpatia.
L’aspetto che la faceva parecchio divertire era parlare al telefono in diretta
con il pubblico che partecipava alle trasmissioni con i quiz condotte da lei
agli inizi degli anni '80.
Abbiamo reperito una intervista in cui lei parla delle sue
radici e racconta la leggenda di come è nata Bagnara Calabra...
In questo guardare le tue radici, e quindi guardarti allo
specchio, cosa è che ti piace della tua latinità, della Magna Grecia, visto che
sei calabrese?
Mi piace proprio conoscermi, conoscere la mia storia fin
dalle origini, ma la cosa nella quale più mi ritrovo senz’altro è l’istinto,
l’emotività, il calore, il sangue- Di questo tipo di cultura mi interessa
tutto: le tradizioni, le origini, da che cosa nascono i nomi dei paesi o i
nostri nomi, quelli che noi portiamo. Per esempio, su Bagnara ho fatto delle
ricerche molto approfondite, sono andata a finire alle sorgenti del Gaziano.
E cosa hai scoperto su Bagnara?
Leggendo un libro sulla storia di Bagnara, mi sono imbattuta
su questa leggenda, sai, le leggende sono importantissime, perché sono alla
base proprio della cultura. Si dice che Bagnara sia nata così:
C’era un
pastore dell’Aspromonte, sai è una montagna che va a picco sul mare, questo
mare dove si pesca il tonno e il pesce spada. In questo Aspromonte vive questo
pastore che si chiama Gaziano. Un giorno, mentre sta riposando, si mette a
suonare un flauto fatto da lui con un ramo di castagno. Poi, si addormenta
sotto un albero e improvvisamente viene svegliato da una musica meravigliosa. Guarda
verso la fine della roccia che va giuù profonda, perché siamo in alta montagna,
da dove si vede uno scorcio di mare, dal quale esce una Ninfa bellissima.
Lui
si innamora pazzamente di questa Ninfa, la quale poi sparisce nelle acque.
Gaziano cerca di richiamarla ma non riesce a farla riaffiorare e allora va a
cercarla. Scende dalla montagna, si costruisce una zattera, va al largo e
finisce nelle montagne del Dio Eolo, il Dio dei Venti. Rimane sette anni con
lui, che gli insegna tutti i segreti dei venti e del mare, Trascorsi questi
sette anni, Gaziano continua il suo viaggio e approda nell’antro della Maga
Circe, alla quale racconta il suo dolore e le dice che sta ancora cercando
ancora questa Nonfa meravigliosa e Circe gli svela che quella Ninfa è
un’ancella della Dea Teti, la Dea Dei Mari.
Gli spiega come deve fare per
evocarla e chiederle di fargli vedere di nuovo il suo grande amore. Gaziano
ritorna sull’Aspromonte, fa questo rito e finalmente riesce a rivedere la sua
Ninfa. Questa riaffiora dalle acque cantando una dolcissima melodia e lui può
finalmente svelarle tutto il suo amore. La Ninfa non rimase molto toccata da
questa storia stupenda e gli dice che non le interessa assolutamente di essere
amata da lui e disparisce di nuovo nel mare.
A questo punto, Gaziano impazzisce
dal dolore, comincia a piangere e si piega sulle ginocchia e piange, piange
talmente tanto che si trasforma in acqua e poi in un torrente pazzesco, che va
ad inondare questa montagna. Finalmente riesce a scendere giù e si fonde
proprio nel mare, riuscendo così a raggiungere la sua Ninfa. E’ proprio lì, in
quel punto, dove le sue lacrime si congiungono con il mare, che nasce Bagnara.
Elaborazione testo di Pippo Augliera Novembre 2014
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