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domenica 14 novembre 2010

Come nasce una canzone: Antonello De Sanctis commenta Col tempo imparerò scritta per Mia Martini


E’ lo stesso autore Antonello De Sanctis a parlare di questo bellissimo inedito “Col tempo imparerò” di Mia Martini, pubblicato postumo nell’album “Indimenticabile Mia” del 1996

“Ci ritrovammo, dopo circa venti anni, negli uffici di Varano e Sanjust, già dirigenti della Ricordi e ora produttori autonomi, che non avevano mai smesso di credere in lei e continuavano a lavorare per reinserirla nel posto che le spettava per talento e anima.
Incontrai una donna elegantissima, in un completo giacca e pantaloni celesti, che fu molto affettuosa con me, ma non riuscii a scorgere nei suoi occhi la disponibilità e il calore del tempo passato.
Mi scrutava come volesse dirmi: ‘Dove stavi, anche tu, nel momento in cui serviva qualcuno?’
Non sono un grande consolatore di anime per mia natura, perché penso che i problemi veri siano una specie di corrosione che non è possibile sradicare da chi ne è affetto.

In quel periodo Mimì si stava districando a fatica da un momento difficile, lo avrebbe superato affidandosi alla sua arte ineguagliabile e la sua voce, resa più roca dalla sofferenza, ricominciò a scorrere nelle arterie della gente.
Ciò che qualche scriteriato aveva messo in giro a causa di una serie di incidenti che aveva subito – non provocato - era quanto di più odioso si potesse inventare in un ambiente che crede alla iattura in modo retrivo e istintuale. Ignoranza, folklore e invidia la emarginarono dal mondo della canzone e, per un periodo di tempo, nessuno volle più avere contatti con lei.
“Va tutto bene?” le chiesi cercandole gli occhi.
Si, bene” rispose ignorando i miei.
Scendemmo le scale per andare a prendere un caffè, le posai con affetto una mano sulla spalla e la sentii morbida.

Gli anni che mi hanno tolto li ho impiegati per crescere” riprese dal niente. “Non cerco vendette, spero solo che tutto questo tempo sia servito per meditare a chi ha voluto ferirmi e, anche se mi porto ancora addosso le cicatrici di una crudeltà stupida, non sento più male, credimi!”

Riflettevo, nel guardarla, su quanto fosse diversa dalla ragazza hippie che avevo conosciuto ai tempi di “Padre davvero”, dall’amica che si era confidata con me su una stradina persa nel verde ai margini della Rca, o dal mito che aveva saputo mandare il pubblico in delirio duettando con Charles Aznavour sulle assi dell’Olympia di Parigi.
Le feci leggere un mio nuovo testo che s’intitolava “Col tempo imparerò” e lei si commosse.
Tu sei una spia!” sorrise restituendomi finalmente lo sguardo.
Non ci saremmo più visti e la canzone uscì, postuma, nel ’96.
A volte penso che quest’artista immensa ha aperto e chiuso la sua carriera con due mie composizioni. Una coincidenza che mi ha sempre fatto meditare.

Testo contenuto nel libro "Non Ho mai scritto per Celentano"
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