Benvenuti a questo blog dedicato a Mia Martini con articoli, curiosità, interviste e altro....







Cerca nel blog

Lettori fissi

Visualizzazioni totali

giovedì 4 novembre 2010

Mia Martini: La cantante senza maschera

Mia Martini non cerca la popolarità, non punta su Sanremo, detesta tutto quanto è artificioso. Per lei conta soltanto il grande pubblico dei giovani al quale ha dedicato il suo più recente successo, “Piccolo uomo”, che si è piazzato nelle classifiche dei dischi più venduti.

Fino a cinque anni fa si chiamava Mimì Bertè, portava i capelli a bambola, ben pettinati, che incorniciavano un viso pallido appena toccato dal trucco. Adesso si fa chiamare Mia Martini e la riconosci a fatica: si veste in modo quasi monacale, si pettina quando vuole e canta pochissimi pezzi, quasi tutti scritti da lei. La Mimì di ieri puntava sul pubblico che segue i festival, la Mia di oggi (che ai festival non ci va se non sono pop) cerca soprattutto il contatto dei giovani. E c'è riuscita in pieno. Se oggi si parla di Mia Martini, 25 anni, nata a Bagnara Calabra, residente a Roma, nubile, è perché, trasformata, è diventata la cantante preferita dai giovani, quasi fosse un Lucio Battisti in gonnella. E al pari di Battisti se ne infischia di una certa vernice mondana che fa da contorno a ogni cantante tradizionale.
 Mia ha partecipato recentemente al secondo festival d'avanguardia di Roma, cioè a quella manifestazione che l'anno scorso l'aveva clamorosamente rilanciata con la canzone «Padre davvero». Nella prima edizione del festival si erano fatti conoscere assieme alla Martini i Delirium e gli Osanna. Questo per capire quale importanza hanno ormai per i giovani, che sono i principali clienti del disco, le manifestazioni pop ignorate dalla televisione e nate in contrasto con i soliti concorsi canori. Al festival d'avanguardia Mia Martini ha presentato “Karma 2426”, un pezzo dove racconta la storia della reincarnazione di una persona vissuta duemila volte, che chiede a Dio di morire. di arrivare finalmente a Lui.
 Ma la popolarità Mia la sta ottenendo con “Piccolo uomo”, un motivo in gara al Festivalbar, entrato nelle classifiche delle canzoni più vendute. Sull'onda di questo successo Mia Martini parteciperà a «Senza rete», la trasmissione televisiva presentata da Renato Rascel, dove rappresenterà la voce dei giovani e dove sarà presentata come l'erede di Patty Pravo, una volta idolo del Piper oggi passata a un genere più sofisticato.

« Questa faccenda di Patty Pravo - dice la Martini - da un certo punto di vista mi secca anche se ha un fondo di verità: Patty è stata la cantante di una generazione e io ne ho raccolto l'eredità, nel senso che credo di rispondere ai desideri dei giovani d'oggi. »

 Mia Martini vive a Roma coi genitori ma sta cercando casa:
« Un appartamentino per me e per il mio cane: sento il bisogno di stare sola ».

Tuttavia sola completamente non è:
« Ho un ragazzo che non voglio definire fidanzato, un ragazzo e basta, fuori dal mio giro di lavoro. Fatti miei ».

Su questo punto non transige. tanto più che inorridisce a sentir parlare di matrimonio. E' del tutto diversa da Mimì Bertè, non soltanto come cantante.
«Cinque anni fa - dice - mi guardai nello specchio e mi chiesi: "A che serve tutto questo?". Così, di punto in bianco, mi levai la maschera e volli essere me stessa. Per quattro anni sono rimasta nell'ombra a cantare jazz, poi il festival d'avanguardia m' ha portato alla ribalta. Non me l'aspettavo proprio. »

I suoi progetti?
 « Non ne ho, almeno di precisi: lavorare, conoscere la gente, il mondo, fare canzoni che riflettono le impressioni che ricevo da queste conoscenze. Il tutto senza una meta precisa: i programmi non servono, le mie iniziative non sono mai andate in porto, quindi meglio non averne. Comunque - riprende sorridendo - niente festival come Sanremo: odio i grandi artifici, mi piacciono le cose spontanee, non sarei capace di scrivere freddamente, a tavolino, una canzone da festival, cioè abbastanza furba da vincere una gara. Né sarei capace di cantarla perché riesco solo a interpretare i pezzi in cui credo. Quante volte vediamo certi divi che cantano storie tristissime con gli occhi ridenti? Evidentemente non sanno neppure quel che stanno dicendo. Preferisco continuare così - conclude, -riuscire sempre a dire quel che mi pare, cantare senza vincoli, incontrare i giovani nelle serate, e avere la loro amicizia. Nient'altro: altrimenti sarei rimasta Mimì Berté »

Servizio di Gigi Speroni - 1972

Il video a colori di "Piccolo uomo" del 1972
http://www.youtube.com/watch?v=W1JtkIWQ8p8

Post correlati

Mia Martini lascia la musica rock
http://questimieipensieri.blogspot.com/2010/11/mia-martini-lascia-la-musica-rock.html

Mia Martini a Venezia sarà la diva dell’anno
 http://questimieipensieri.blogspot.com/2010/11/mia-martini-venezia-sara-la-diva.html

Nessun commento: