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martedì 30 dicembre 2008

Mia Martini difendeva Marco Masini


Marco Masini lascia il mondo della musica e Mia Martini lo difende. Non é un'arringa nuova quella che si sta consumando intorno all'artista fiorentino, ma, come lui stesso ha tenuto a precisare nell'intervista rilasciata a MusicaItaliana.com, risale a diversi anni fa. Lo dimostra un documento venuto di recente a galla, grazie alla continua ricerca di Menico Caroli, esperto della vita artistica di Mimì. Risale al settembre '93 infatti l'intervista che Mia Martini ha rilasciato negli studi di RadioDue Rai. Niente di particolare se questa breve chiacchierata non contenesse una difesa della stessa artista nei confronti di Marco Masini. Mimì parla con decisione delle polemiche che da sempre hanno accompagnato la carriera dell'artista fiorentino e ne prende, senza veli, la più convinta difesa.

Vorrei parlare un attimo di questo caso che coinvolge Marco Masini - dice Mia Martini - mi piacerebbe proprio avviare una polemica.

E' il mondo della musica "raffinata" ad essere additata per prima:
Mi riferisco al fatto che certi intellettuali si rivelano diffidenti verso questo tipo di musica - spiega - adesso mi sto riferendo non tanto a Masini ma a Bigazzi, che poi é quello che l'ha lanciato. C'é una specie di razzismo nel nostro Paese, per cui si osannano i cantautori, specie quelli che fanno politica con le canzoni, e si affondano le canzoni commerciali... Vi assicuro: é molto difficile scrivere una bella canzone commerciale... é invece facilissimo fare gli intellettuali, atteggiarsi a fare i poeti e scrivere canzoni "raffinate".


All'affermazione della speaker, che le fa notare come non sia facile avere successo con questo genere di canzoni "intellettuali", Mimì risponde:
Sì, ed è per questo che certi cantautori assumono questa specie di aureola. Il fatto di non essere accolti dalle masse li fa sentire come dei santi... Li vedi girare come vittime consacrate. Io vorrei azzerare questo modo di pensare, che, oltre ad essere un tantino squallido, è soprattutto razzistico. A me piace la gente che lavora seriamente, i professionisti, e devo dire che di gente come Giancarlo Bigazzi ne esiste veramente poca in Italia. Mi riferisco alla gente che sa fare il proprio mestiere.


Il discorso a questo punto si fa caldo, si entra nel vivo della polemica e a proposito del trattamento riservato dai critici a Marco Masini, Mimì entra subito nel merito:
I critici l'hanno massacrato, risparmiandolo solo l'anno in cui uscì con Disperato. Ma vi rendete conto che é un grande artista, é un musicista, suona il piano e poi ha una voce bellissima. Ma dico: cosa volete di più?.


Mai come oggi queste parole appaiono opportune e ben pesate, segno evidente che, da allora, le cose non sono poi cambiate molto.
L'anno dopo - continua Mimì - ha venduto un milione di copie con Perché lo fai e automaticamente é diventato il bersaglio della critica. Questa non é una bella cosa. Su di lui hanno detto e scritto qualsiasi cosa, come avevano fatto con me un po' di anni fa. Ho sentito persino dire che portava jella! E' assurdo - conclude - ma perché in Italia bisogna essere così squallidi!.


La speaker incalza: «Forse, per quanto riguarda Masini, si trattava di una critica riferita piuttosto ai temi delle sue canzoni...». Mia Martini non é d'accordo:
«Come ai temi? Pensi che ci siano temi di serie A e temi di serie B? Io non la penso così... Tutti abbiamo dei problemi e questi possono essere grandi o piccoli. Ma se tu hai dei problemi "più intellettuali" dei miei, questo non significa che i miei non siano lo stesso importanti per me. Bisogna rispettare i problemi di tutti... Ci sono persone più semplici che vivono problemi più semplici. Perché non parlarne?».


Qual é la verità allora per Mia Martini?
«La verità é che c'é un po' d'invidia alla base di questi ragionamenti. Sì, perché quando uno ha un successo così grande, come Marco Masini, qualcuno ci rimane male. E si vendica».
Immediato il commento della conduttrice: «Intendi invidia da parte dei critici? Non mi pare che i critici debbano vendere dischi...». Diretta la risposta di Mimì:
«Si ma devono vendere se stessi... e i loro giornali!».
 
(Si ringraziano Menico Caroli e RadioDue Rai)

(Paola De Simone)
Fonte Musicaitaliana.com

giovedì 25 dicembre 2008

Recensione di "Mia Martini in concerto"


Un album forse un po’ atipico, ma decisamente affascinante se complici sono le sonorità jazz e la voce dell’indimenticabile Mia Martini. L’album originariamente fu pubblicato nel 1991, in uno degli ultimi momenti più intensi della carriera di Mimì, in seguito ad una fortunata tournée e grazie all’incontro con uno dei musicisti di spicco nel panorama del jazz italiano: Maurizio Giammarco. Questa commistione di parole d’autore e di jazz fu fortemente voluto e rivendicato da Mia, nonostante il disaccordo dei discografici che finirono per pubblicare l’album in tiratura limitata.
A quindici anni di distanza Rai Trade ci offre l’opportunità di riappropriarci di un disco che ingiustamente fu in parte boicottato dagli addetti ai lavori, ma che invece si erge a conferma del grande eclettismo interpretativo dell’artista, poiché Mia prima ancora di essere interprete di canzoni era una che le viveva intensamente, le interiorizzava con quel misto di dolcezza, di rabbia e di grinta che da sempre ha caratterizzato la sua voce. Un concerto live, dove alcune canzoni del repertorio della musica leggera uniti a dei grandi classici internazionali, assumono una veste inedita, vengono “rivestite di nuovo” e offrono altre cangianti ed insospettabili sfumature tutte indimenticabilmente da ascoltare.
Tra le migliori sicuramente “Pensieri e parole”, “Estate” ma i momenti più entusiasmanti di tutto il concerto sono sicuramente racchiusi in “Animali diurni” e “G. Pleasure”, due brani dello stesso Giammarco, nei quali il sodalizio artistico tra i due artisti si esprime al meglio, tanto da poter affermare, come scrive Menico Caroli nella presentazione del cd: “difficile dire dove finisca la voce di Mia ed inizi il sassofono di Giammarco, parola che canta o suono che parla...”.
L’album contiene anche, per la prima volta, “Speak low”, uno dei brani rimasti fuori dall’edizione originale. C’è di che emozionarci e di che commuoverci nel riascoltare un progetto tale, ma soprattutto offre anche degli spunti di riflessione non indifferenti: su come oggi sperimentazioni sonore ed episodi come questo siano sempre più rari, in mondo che fa rimpiangere non solo le belle voci che nessuno ci potrà restituire, ma anche la buona musica che sembra sempre meno appartenere alla nostra discografia.


Tracklist:
Vola
Pensieri e parole
Nel sole, nel vento
Estate
Come together
Love for sale
Animali diurni
G, Pleasure
Va a’ Marechiaro
La mia razza
Gente distratta
This masquerade
Speak low (per la prima volta su disco)


Articolo di: Alberto Barina; pubblicato il 26/01/2006

La foto è di Tonio Marchione

martedì 23 dicembre 2008

Recensione di "Quante volte.. ho contato le stelle" di Mia Martini





Due albums italiani. Due donne a confronto. Due voci che, pur lontane, possiedono tuttavia analogie e raffinatezze.
Mina offre come al solito il suo saggio di fine anno, un doppio album arrangiato per la metà da Celso Valli e per il resto dal figlio Massimiliano. E' il solito lavoro di Mina, una cosa da professionisti, scontata, ma assolutamente priva di calore. La maggior parte delle canzoni sono scialbe, come dire inutili. E' triste doverlo ammettere ma al di fuori di "Già visto" o degli omaggi brasiliani a Chico Buarque con "Que Sera", splendido tema di "Dona Flor ed i suoi due mariti", ed a Caetano Veloso con "Marrakesh", non andiamo oltre ad una dimensione scontata e piatta. Quasi un disco fatto senza amore, esattamente l'opposto di "Quante volte... ho contato le stelle" il nuovo lavoro di Mia Martini. Mimì questa volta ha fatto centro, sulla scia di "Traslocando" di Loredana Bertè. Certamente una famiglia d'oro. Siamo in un campo diverso dal pop rock della Bertè, siamo nel regno incontrastato della canzone italiana. Il vestito indossato da questo album è un abito da sera, fatto di nero e di bianco, di emozioni intense e parole vere. Dietro il vetro c'è Shel Shapiro, saggio produttore ed autore intelligente nonché bravissimo arrangiatore di alcune tra le canzoni più belle mai fatte a casa nostra. La sorpresa di questo album è però la stessa Mia Martini. Sono sue le canzoni più autentiche ed i momenti appassionati. Canzoni come brandelli della propria carne, vissute e sofferte. Autenticamente vere. E la sua voce è mirabile, calibrata, da vera e propria interprete intelligente e brava. Come era fare Mina, una volta. Erano altri tempi però... "Quante volte... ho contato le stelle" è un disco imperdibile.
di Paolo De Bernardin per Rockstar anno 1982

Il video di "Bambolina, bambolina"
http://www.youtube.com/watch?v=8H2LpF1AfRw

martedì 2 dicembre 2008

Omaggio a Mia Martini “La regina senza trono”


Messina - Si è svolta giovedì scorso, presso la libreria Hobelix, una serata dedicata alla grande interprete italiana scomparsa. In tale occasione, è stato presentato in anteprima nazionale il libro “La regina senza trono”, edito da Guida, a cura di Pippo Augliera, psicoterapeuta e presidente del “Club Chez Mimì”, fan club ufficiale dell’artista.

Durante la serata, che è stata coordinata dalla giornalista Patrizia Casale e cui ha preso parte anche l’assessore alla cultura del Comune di Messina, Francesco Gallo, sono stati presentati filmati e registrazioni della cantante, fra cui alcuni reperti assolutamente inediti, gentilmente offerti dal club degli ammiratori di “Mimì”, che negli anni ha collezionato un materiale vastissimo sulla cantante.

Ciascuno dei presenti ha dato il proprio contributo a tratteggiare un ritratto della donna-artista Mia Martini. Paragonata da alcuni critici a cantanti del calibro di Edith Piaf o Billie Holiday, anche se lei rifiutava qualsiasi tipo di paragone, Mia Martini era animata da un desiderio profondo di trasmettere, attraverso il canto, l’intimo della propria persona. Infatti, se è vero che in ogni artista l’arte non è mai scissa dalla vita, dall’esperienza personale, nella cantante calabra tale assunto diventa una peculiarità.

In questa donna, dal temperamento forte e dalla grande ironia, fu sempre viva la determinazione nell’offrire al pubblico una musica di grande qualità, risolutezza che le impediva di scendere a compromessi e che forse fu anche all’origine di molti dei suoi dissidi con le case discografiche. A questa caparbietà e a questo rigore nell’esigere da sé stessa e dai suoi collaboratori una produzione artistica di livello elevato, si accompagnavano straordinarie doti di interprete: una singolare intensità nell’esecuzione, una sorprendente capacità di trasmettere pathos, emozioni, qualità che le conferivano un ruolo di assoluta preminenza nel panorama delle interpreti femminili italiane.

 E’ stato proprio quello di una “regina senza trono” (in questa veste lei voleva apparire nella copertina del suo ultimo album) il destino di Mia Martini: un’artista che ha dato tutta sé stessa per il canto, ricevendo in cambio ben poco. L’ostilità del mondo della musica, manifestatasi, tra l’altro, nell’assurda accusa di “portare sfortuna”, dovette essere per lei fonte di grande dispiacere.

 E tuttavia non le venne mai a mancare l’affetto dei fan: risale al 1989 la fondazione dell’associazione culturale “Chez Mimì“. In quell’anno Mia Martini partecipò al Festival di Sanremo, cantando “Almeno tu nell’universo”, un’interpretazione memorabile che le valse il premio della critica, riconoscimento che aveva già ottenuto nel 1982, alla sua prima uscita festivaliera, con “E non finisce mica il cielo“ di Ivano Fossati e che conquisterà per la terza volta nel 1990, con “La nevicata del ’56“.

 Fu proprio su spinta dei suoi fan, che promossero una raccolta di firme, cui aderirono grandi personaggi della musica, quali Mina, Fabrizio De André, Battiato, Dalla, Pavarotti, che anni dopo le venne intitolato proprio quel premio all’interno della più importante manifestazione canora italiana, che prese il nome di “Premio della critica Mia Martini”.

Una testimonianza sull’immenso amore della cantante per il suo lavoro è poi venuta dall’artista messinese Giancarlo Parisi, che nel ’92 fu tra i musicisti che accompagnarono Mia Martini nel tour “Per aspera ad astra”, che fece tappa anche a Messina. Egli ha raccontato il particolare “feeling” artistico creatosi in quella circostanza con “Mimì”, che gli costò una certa diffidenza da parte degli altri membri del gruppo.

 La serata è stata poi impreziosita dall’esibizione del pianista Luciano Troja e della cantante Rosalba Lazzarotto, i quali hanno reinterpretato alcuni fra i brani più significativi dell’interprete omaggiata: “Almeno tu nell’universo”, “E non finisce mica il cielo”, “Minuetto”, passando per un pezzo jazz come “My Funny Valentine”. La Lazzarotto, che è principalmente una cantante jazz, ha infatti ricordato come non fosse estraneo a Mia Martini un certo “spirito jazzistico”, che si evidenziava nell’interpretazione, ogni volta diversa, che l’artista dava dei propri pezzi.

A conclusione dell’evento, l’autore de “La regina senza trono” ha espresso la speranza che il suo libro possa contribuire a far diffondere il ricordo di ”Mimì”, coinvolgendo e appassionando alla sua arte anche quanti finora non l’hanno conosciuta, specialmente le fasce più giovani, perché la memoria di questa grande artista non venga mai meno.
carmencicero@messinawebtv.it pubblicato il 18 febbraio 2006

La regina senza trono a Firenze. Omaggio a Mia Martini
http://www.youtube.com/watch?v=U3-ecz96HM0

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http://questimieipensieri.blogspot.com/2009/03/semplicemente-donna-innamorata-della.html