“Di questo libro sono semplicemente il curatore, ho solo organizzato i materiali accumulati da un lavoro di gruppo”. Così si chiude la conversazione (telefonica) con Pippo Augliera, 48 anni, di Messina, presidente del fan club ‘Chez Mimì’ sul libro ‘Mia Martini. La regina senza trono’, che è l’ultimo omaggio alla cantante scomparsa dell’associazione autorizzata ufficialmente dall’artista.
“Chiarimmo da subito –continua Augliera- quale sarebbe stato il registro della nostra associazione, poiché lei inizialmente era contraria. Ma dopo gli anni del black out aveva bisogno del contatto con il pubblico”.
Proprio nel 1989, anno del clamoroso ritorno a Sanremo con Almeno tu nell’universo, prende il via Chez Mimì, che la seguirà anche dopo la tragica scomparsa (12 maggio 1995) celebrandone il decennale della morte con il libro edito da Guida.
Augliera, come nasce il legame con Napoli?
Napoli, per la Martini, è stata una delle due città adottive. L’altra è Firenze, dove si unì artisticamente a Bigazzi, fautore del suo rilancio musicale. Ma Napoli la sostenne anche negli anni di buio discografico ed esistenziale, pensi che fu l’unico teatro di alcune sporadiche apparizioni. E poi c’è la collaborazione con Enzo Gragnaniello e Roberto Murolo, tanto significativa nella seconda parte della sua carriera. Non solo; era grande amica di Palummella, allora capo ultras del Napoli di cui era tanto tifosa da disertare una conferenza stampa per vederne una partita! Nel 2005, durante la presentazione dell’ archivio della canzone napoletana in cui ho portato alcuni materiali inediti in napoletano interpretati da Mimì, incontrai Peppe Ponti, manager di Gragnaniello e artefice dell’operazione Cu’mme con il grande Murolo, che mi ha messo in contatto con la casa editrice Guida, così coraggiosa da pubblicare un volume curato da un nome poco noto al mondo editoriale italiano.
Il libro non rassomiglia a una biografia…
E’ piuttosto un omaggio all’artista, ma inevitabilmente finisce per essere una delle poche opere a lei dedicate, vista la notevole lacuna bibliografica sul tema che si sta ridimensionando con la recente riscoperta di Mimì attraverso la ristampa di album, raccolte e la trasmissione di special tv che pur in tarda serata raccolgono ottima audience: il momento giusto per far uscire un libro in cui si senta la viva voce di Mimì. Perché è soprattutto basato sulle interviste che rilasciava a noi in esclusiva e che noi pubblicavamo su una fanzine (rivista ndr) periodica. Cinque anni intensi, in cui si intravedono anche flash back della vita passata e dei legami con i grandi nomi della musica leggera.
La Martini donna…
L’artista e la donna erano la stessa persona: quando parlava nelle interviste della sua carriera era se stessa, profondamente umana. Nel libro ho voluto sottolineare questo: il profilo di una donna intelligente, lontana dalle logiche spietate del mercato, sola, determinata a percorrere un’unica strada, quella della propria arte.
Augliera, come nasce il legame con Napoli?
Napoli, per la Martini, è stata una delle due città adottive. L’altra è Firenze, dove si unì artisticamente a Bigazzi, fautore del suo rilancio musicale. Ma Napoli la sostenne anche negli anni di buio discografico ed esistenziale, pensi che fu l’unico teatro di alcune sporadiche apparizioni. E poi c’è la collaborazione con Enzo Gragnaniello e Roberto Murolo, tanto significativa nella seconda parte della sua carriera. Non solo; era grande amica di Palummella, allora capo ultras del Napoli di cui era tanto tifosa da disertare una conferenza stampa per vederne una partita! Nel 2005, durante la presentazione dell’ archivio della canzone napoletana in cui ho portato alcuni materiali inediti in napoletano interpretati da Mimì, incontrai Peppe Ponti, manager di Gragnaniello e artefice dell’operazione Cu’mme con il grande Murolo, che mi ha messo in contatto con la casa editrice Guida, così coraggiosa da pubblicare un volume curato da un nome poco noto al mondo editoriale italiano.
Il libro non rassomiglia a una biografia…
E’ piuttosto un omaggio all’artista, ma inevitabilmente finisce per essere una delle poche opere a lei dedicate, vista la notevole lacuna bibliografica sul tema che si sta ridimensionando con la recente riscoperta di Mimì attraverso la ristampa di album, raccolte e la trasmissione di special tv che pur in tarda serata raccolgono ottima audience: il momento giusto per far uscire un libro in cui si senta la viva voce di Mimì. Perché è soprattutto basato sulle interviste che rilasciava a noi in esclusiva e che noi pubblicavamo su una fanzine (rivista ndr) periodica. Cinque anni intensi, in cui si intravedono anche flash back della vita passata e dei legami con i grandi nomi della musica leggera.
La Martini donna…
L’artista e la donna erano la stessa persona: quando parlava nelle interviste della sua carriera era se stessa, profondamente umana. Nel libro ho voluto sottolineare questo: il profilo di una donna intelligente, lontana dalle logiche spietate del mercato, sola, determinata a percorrere un’unica strada, quella della propria arte.
Di Giovanni Chianelli da Napoli Più
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Mia Martini Roberto Murolo Enzo Gragnaniello ad "Alta classe" in "Cu'mme"
http://www.youtube.com/watch?v=U3-ecz96HM0
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