Messina - Si è svolta giovedì scorso, presso la libreria Hobelix, una serata dedicata alla grande interprete italiana scomparsa. In tale occasione, è stato presentato in anteprima nazionale il libro “La regina senza trono”, edito da Guida, a cura di Pippo Augliera, psicoterapeuta e presidente del “Club Chez Mimì”, fan club ufficiale dell’artista.
Durante la serata, che è stata coordinata dalla giornalista Patrizia Casale e cui ha preso parte anche l’assessore alla cultura del Comune di Messina, Francesco Gallo, sono stati presentati filmati e registrazioni della cantante, fra cui alcuni reperti assolutamente inediti, gentilmente offerti dal club degli ammiratori di “Mimì”, che negli anni ha collezionato un materiale vastissimo sulla cantante.
Ciascuno dei presenti ha dato il proprio contributo a tratteggiare un ritratto della donna-artista Mia Martini. Paragonata da alcuni critici a cantanti del calibro di Edith Piaf o Billie Holiday, anche se lei rifiutava qualsiasi tipo di paragone, Mia Martini era animata da un desiderio profondo di trasmettere, attraverso il canto, l’intimo della propria persona. Infatti, se è vero che in ogni artista l’arte non è mai scissa dalla vita, dall’esperienza personale, nella cantante calabra tale assunto diventa una peculiarità.
In questa donna, dal temperamento forte e dalla grande ironia, fu sempre viva la determinazione nell’offrire al pubblico una musica di grande qualità, risolutezza che le impediva di scendere a compromessi e che forse fu anche all’origine di molti dei suoi dissidi con le case discografiche. A questa caparbietà e a questo rigore nell’esigere da sé stessa e dai suoi collaboratori una produzione artistica di livello elevato, si accompagnavano straordinarie doti di interprete: una singolare intensità nell’esecuzione, una sorprendente capacità di trasmettere pathos, emozioni, qualità che le conferivano un ruolo di assoluta preminenza nel panorama delle interpreti femminili italiane.
E’ stato proprio quello di una “regina senza trono” (in questa veste lei voleva apparire nella copertina del suo ultimo album) il destino di Mia Martini: un’artista che ha dato tutta sé stessa per il canto, ricevendo in cambio ben poco. L’ostilità del mondo della musica, manifestatasi, tra l’altro, nell’assurda accusa di “portare sfortuna”, dovette essere per lei fonte di grande dispiacere.
E tuttavia non le venne mai a mancare l’affetto dei fan: risale al 1989 la fondazione dell’associazione culturale “Chez Mimì“. In quell’anno Mia Martini partecipò al Festival di Sanremo, cantando “Almeno tu nell’universo”, un’interpretazione memorabile che le valse il premio della critica, riconoscimento che aveva già ottenuto nel 1982, alla sua prima uscita festivaliera, con “E non finisce mica il cielo“ di Ivano Fossati e che conquisterà per la terza volta nel 1990, con “La nevicata del ’56“.
Fu proprio su spinta dei suoi fan, che promossero una raccolta di firme, cui aderirono grandi personaggi della musica, quali Mina, Fabrizio De André, Battiato, Dalla, Pavarotti, che anni dopo le venne intitolato proprio quel premio all’interno della più importante manifestazione canora italiana, che prese il nome di “Premio della critica Mia Martini”.
Una testimonianza sull’immenso amore della cantante per il suo lavoro è poi venuta dall’artista messinese Giancarlo Parisi, che nel ’92 fu tra i musicisti che accompagnarono Mia Martini nel tour “Per aspera ad astra”, che fece tappa anche a Messina. Egli ha raccontato il particolare “feeling” artistico creatosi in quella circostanza con “Mimì”, che gli costò una certa diffidenza da parte degli altri membri del gruppo.
La serata è stata poi impreziosita dall’esibizione del pianista Luciano Troja e della cantante Rosalba Lazzarotto, i quali hanno reinterpretato alcuni fra i brani più significativi dell’interprete omaggiata: “Almeno tu nell’universo”, “E non finisce mica il cielo”, “Minuetto”, passando per un pezzo jazz come “My Funny Valentine”. La Lazzarotto, che è principalmente una cantante jazz, ha infatti ricordato come non fosse estraneo a Mia Martini un certo “spirito jazzistico”, che si evidenziava nell’interpretazione, ogni volta diversa, che l’artista dava dei propri pezzi.
A conclusione dell’evento, l’autore de “La regina senza trono” ha espresso la speranza che il suo libro possa contribuire a far diffondere il ricordo di ”Mimì”, coinvolgendo e appassionando alla sua arte anche quanti finora non l’hanno conosciuta, specialmente le fasce più giovani, perché la memoria di questa grande artista non venga mai meno.
Ciascuno dei presenti ha dato il proprio contributo a tratteggiare un ritratto della donna-artista Mia Martini. Paragonata da alcuni critici a cantanti del calibro di Edith Piaf o Billie Holiday, anche se lei rifiutava qualsiasi tipo di paragone, Mia Martini era animata da un desiderio profondo di trasmettere, attraverso il canto, l’intimo della propria persona. Infatti, se è vero che in ogni artista l’arte non è mai scissa dalla vita, dall’esperienza personale, nella cantante calabra tale assunto diventa una peculiarità.
In questa donna, dal temperamento forte e dalla grande ironia, fu sempre viva la determinazione nell’offrire al pubblico una musica di grande qualità, risolutezza che le impediva di scendere a compromessi e che forse fu anche all’origine di molti dei suoi dissidi con le case discografiche. A questa caparbietà e a questo rigore nell’esigere da sé stessa e dai suoi collaboratori una produzione artistica di livello elevato, si accompagnavano straordinarie doti di interprete: una singolare intensità nell’esecuzione, una sorprendente capacità di trasmettere pathos, emozioni, qualità che le conferivano un ruolo di assoluta preminenza nel panorama delle interpreti femminili italiane.
E’ stato proprio quello di una “regina senza trono” (in questa veste lei voleva apparire nella copertina del suo ultimo album) il destino di Mia Martini: un’artista che ha dato tutta sé stessa per il canto, ricevendo in cambio ben poco. L’ostilità del mondo della musica, manifestatasi, tra l’altro, nell’assurda accusa di “portare sfortuna”, dovette essere per lei fonte di grande dispiacere.
E tuttavia non le venne mai a mancare l’affetto dei fan: risale al 1989 la fondazione dell’associazione culturale “Chez Mimì“. In quell’anno Mia Martini partecipò al Festival di Sanremo, cantando “Almeno tu nell’universo”, un’interpretazione memorabile che le valse il premio della critica, riconoscimento che aveva già ottenuto nel 1982, alla sua prima uscita festivaliera, con “E non finisce mica il cielo“ di Ivano Fossati e che conquisterà per la terza volta nel 1990, con “La nevicata del ’56“.
Fu proprio su spinta dei suoi fan, che promossero una raccolta di firme, cui aderirono grandi personaggi della musica, quali Mina, Fabrizio De André, Battiato, Dalla, Pavarotti, che anni dopo le venne intitolato proprio quel premio all’interno della più importante manifestazione canora italiana, che prese il nome di “Premio della critica Mia Martini”.
Una testimonianza sull’immenso amore della cantante per il suo lavoro è poi venuta dall’artista messinese Giancarlo Parisi, che nel ’92 fu tra i musicisti che accompagnarono Mia Martini nel tour “Per aspera ad astra”, che fece tappa anche a Messina. Egli ha raccontato il particolare “feeling” artistico creatosi in quella circostanza con “Mimì”, che gli costò una certa diffidenza da parte degli altri membri del gruppo.
La serata è stata poi impreziosita dall’esibizione del pianista Luciano Troja e della cantante Rosalba Lazzarotto, i quali hanno reinterpretato alcuni fra i brani più significativi dell’interprete omaggiata: “Almeno tu nell’universo”, “E non finisce mica il cielo”, “Minuetto”, passando per un pezzo jazz come “My Funny Valentine”. La Lazzarotto, che è principalmente una cantante jazz, ha infatti ricordato come non fosse estraneo a Mia Martini un certo “spirito jazzistico”, che si evidenziava nell’interpretazione, ogni volta diversa, che l’artista dava dei propri pezzi.
A conclusione dell’evento, l’autore de “La regina senza trono” ha espresso la speranza che il suo libro possa contribuire a far diffondere il ricordo di ”Mimì”, coinvolgendo e appassionando alla sua arte anche quanti finora non l’hanno conosciuta, specialmente le fasce più giovani, perché la memoria di questa grande artista non venga mai meno.
carmencicero@messinawebtv.it pubblicato il 18 febbraio 2006
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