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mercoledì 27 marzo 2013

Il nuovo corso di Mia Martini. Intervista di Piergiuseppe Caporale

I recenti successi di Mimì (così la chiamano in famiglia), anche su palcoscenici non “tradizionali”, hanno rinfocolato, se così si può dire, l’interesse per questa strana ragazza. Nata per dare fastidio, almeno agli albori della sua carriera, sembra ormai giunta alle soglie della maturità artistica: e ciò non perché si sia 'calmata', ma soprattutto in quanto ci è ormai parsa all’altezza di qualsiasi tipo di pubblico. La dimostrazione più evidente di quanto da noi asserito è il recente spettacolo tenuto al Sistina di Roma: scelta da Franco Fontana quale madrina del Festival Brasiliano, non si è accontentata di sostenere il suo ruolo tranquillamente, bensì, a nostro giudizio, ha contribuito non poco a caricare il pubblico per la seconda parte del recital. Tra l’altro, ha ottenuto un successo personale strepitoso, non molto facile, soprattutto in considerazione del particolare tipo di spettatore, pigro e poco incline all’applauso.
Abbiamo voluto incontrarla, in particolare per avere da lei indicazioni precise sul perchè della trasformazione.
N.S. -Anche se oggi sembra piuttosto lontano, perché non ci parli del periodo di Mimì Bertè?
M.M. -E' un periodo che non rimpiango assolutamente, in quanto mi ha dato le basi per maturare. Ho incominciato a 13 anni con canzoni allucinanti tipo Il magone: erano indubbiamente orribili, ma rapportate alla mia età di allora, ai tempi.. potevano anche essere giuste.

N.S. -Secondo te, perché non hanno avuto un grande successo?
M.M.-Mah, ero probabilmente troppo giovane, inesperta, addirittura sprovveduta. Soprattutto, però, ero poco curata dalla casa discografica di allora...
N.S. -Qual’era e perché?
M.M. -Era la CAR Juke Box di Carlo Alberto Rossi: questi, che indubbiamente è un grande artista, si curava molto più delle musiche da lui scritte che dei cantanti (basta pensare che in quel periodo scrisse E se domani; è chiaro che non aveva molto tempo per curare la produzione della sua etichetta).

N.S. -Dopo questa parentesi, cos’è accaduto?
M.M. -Beh, è chiaro che dopo un po' di tempo mi sono stufata; ho cominciato a capire che quel tipo di lavoro non mi dava alcuna soddisfazione... non era così che volevo diventare una cantante:.. comunque non in quel modo. Ho lasciato perdere tutto ed ho cominciato a fare altre cose, così tanto per campare: ho messo su un trio ed ho incominciato a fare del jazz.

N.S. -! ? ! ?
M.M. -Beh, cantavo gratis nei locali dove mi ospitavano... è evidente che non potevo fare a meno di cantare...
N.S. -Ma il trio, le spese, il repertorio?
M.M. -Nel trio, di importante, c' era solo Toto Torquati alle tastiere. ..facevamo cose di Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald ed altri “classici”. Più tardi cominci-ammo con Julie Driscoll e Aretha Franklin: insomma un repertorio un po' più pop, ma sempre con degli arrangiamenti particolari, con dei risvolti jazzistici.


N.S. -Successo?
M.M. -Un fiasco tremendo... i locali ci cacciavano via: volevano un complesso che facesse ballare. Al pubblico eravamo piuttosto graditi, ma, naturalmente quando attaccavamo noi, non ballava più nessuno. Dopo due giorni i gestori ci protestavano... e noi rimanevamo senza una lira, con gli impianti da pagare, le cambiali.
N.S. -Per quanto tempo hai fatto, questa vita?
M.M. -Beh, diversi anni. Finalmente in una di quelle serate ho conosciuto Alberigo Crocetta: ero al Piper di Viareggio e sostituivo un complesso che non era arrivato per noie meccaniche. Ho visto quest'uomo con i capelli bianchi, che stava là con un' aranciata in mano: ha visto la gente che impazziva (e si che il pubblico di Viareggio è, o almeno era, un pubblico difficilissimo), si è avvicinato e mi ha detto: 'Ma tu chi sei? Da dove vieni fuori? Facciamo qualcosa: devi cantare, ma basta col complesso'. Gli ho raccontato tutta la mia storia.. .e cosi abbiamo cominciato con Mia Martini dopo quattro/cinque mesi. Il primo disco fu Padre davvero.

N.S. -Quello censurato?
M.M. -Sì, malgrado ciò ebbe un gran successo di critica... chiaramente non di vendita in quanto mancarono la promozione radiofonica e televisiva. E' servito a farmi conoscere dagli addetti ai lavori.

N.S. -Il primo successo di pubblico, comunque, ci sembra si verificò al 'Festival Nuove Tendenze'?
M.M. -Sì, lo vinsi, insieme alla Premiata Forneria Marconi, proprio con Padre davvero.

N.S. -Spiegaci adesso le ragioni di questa trasformazione. Ci ricordiamo che in quel periodo avevi anche un “fisique du rôle”, con quello sciallone azzurro... come mai comunque questo passaggio da una che fa un certo discorso a... “sophisticated lady”, fino ad arrivare all’ultimo recital quello del Sistina.

M.M. -Il tutto dipende forse da un fatto fisico, più che altro; prima mi mettevo questi scialloni soprattutto perché ero molto più grassa (pesavo quasi settanta chili), cercavo di coprirmi.. man mano che sono dimagrita ho cambiato abbigliamento. Per quanto riguarda il discorso, ho cominciato con quell'album intitolato Oltre la Collina, che era abbastanza contestatario; era il mio primo 33 e c'era tutta la rabbia degli anni passati, le esperienze, la droga, insomma tutti i casini compresa la mia rabbia contro la società, la famiglia, ecc. In quel disco mi sono sfogata; dopodiché basta! Non puoi mica sempre incazzarti..
 
N.S. -Insomma c’è stata una vera e propria “catarsi” attraverso il mezzo discografico...
M.M. -Sì, era indubbiamente un po' un'autobiografia. Dopo ho incominciato a cantare canzoni d'amore, più normali, proprio perché non sentivo più questo bisogno di esternare la mia rabbia che era in effetti abbastanza sfumata, anche perché cominciava il successo ed ero molto più soddisfatta di prima..

N.S. -D’accordo, ma il salto non ti sembra un po’ troppo brusco. La tua figura (tralasciando la “sophisticated lady”), non ti sembra sia al momento “dipinta” in modo strano: prendi ad esempio il punto di vista partner, ogni settimana differente (almeno a parere dei rotocalchi dove appari “avvinghiata” a…..).
M.M. -La colpa non è mia; prima di tutto sono molto affettuosa con i miei amici; poi tutto dipende dal fatto che nessuno è mai riuscito ad affibbiarmi un ….. fidanzato vero (anche perché le cose me le faccio abbastanza per conto mio). D’altronde sono molto espansiva, anche Loredana...

N.S. -A proposito di Loredana, abbiamo visto che siete tornate a vivere insieme. A parte che litigate molto spesso, sappiamo che questa volta si era trattato di una cosa seria.
M.M. -In effetti ha rilasciato delle dichiarazioni che mi hanno un po' disturbato... in questo momento, comunque, viviamo un periodo di grande amore, anche perché lei è più tranquilla, e quando Loredana è tranquilla non rompe le scatole a nessuno.

N.S. -Comunque a proposito di Loredana, pensi di influire sulla sua maturazione artistica?
M.M. -Io penso che nessuno possa influire in nessun senso su Loredana; è una ragazza che sa perfettamente quello che vuole e quando decide di fare una cosa...

N.S. -Comunque, quando due persone stanno tanto insieme, soprattutto se sono sorelle, qualcosa trasmigra dall’una all’altra...
M.M. -In effetti è vero; ad esempio sul mio modo di vestire Loredana ha influito abbastanza. I miei primi vestiti, soprattutto quelli di scena, me li disegnava sempre lei da me, invece ha preso
ha preso qualcosa dal punto di vista artistico, come la scelta delle
canzoni... mi chiede dei consigli ..

N.S. -Ma secondo te, non rischia Loredana di diventare la brutta copia di Mia Martini?
M.M. -Assolutamente non credo che questo sia possibile; anche perché la sua casa discografica ha capito che può essere un rischio. Se hai sentito il primo LP Streaking, era qualcosa esattamente all'opposto di quello che faccio io; era tutto rock, strilli ecc. Adesso forse con "Sei bellissima" si è avvicinata un po' di più; ciò è però normale anche perché gli autori giovani di oggi sono tutti su quella linea. Il via l'ho dato io con Dario Baldan Bembo tre anni fa; abbiamo cominciato con questa linea che era abbastanza nuova per l' Italia ed alla quale oggi tutti si stanno uniformando.


N.S. -Dicci comunque che effetto ti ha fatto il recital del Sistina...
M.M. -E’ stato il mio primo recital in teatro.. beh guarda, io sto ancora male. Non sono ancora riuscita a riprendermi! Mi sono resa conto che il teatro è tutta un'altra cosa; non è la balera, bisogna addirittura cambiare repertorio, gli arrangiamenti dei pezzi, dare più spazio... quello che ha una magia in teatro, non ce l'ha nella sala da ballo; anche perché stanno tutti seduti ad ascoltarti, non bevono, non chiacchierano, non ballano...

N.S. -Forte di quest’esperienza, hai progetti consimili per il futuro?
M.M. -Questa del Sistina è stata indubbiamente una prova, un esame "finestra". Visti i risultati, penso che con Franco Fontana organizzeremo una tournée, e non è escluso che la faremo proprio con Jorge Ben che vuole ad ogni costo ritornare in Italia.

Piergiuseppe Caporale
Nuovo Sound n° 44 – 1975

L’album "La musica che mi gira intorno" commentato da Mia Martini
http://questimieipensieri.blogspot.it/2011/01/lalbum-la-musica-che-mi-gira-intorno.html

La musica che gira attorno a Mia Martini. Intervista del 1994 apparsa su Chez Mimì
http://questimieipensieri.blogspot.com/2011/01/la-musica-che-gira-attorno-mia-martini.html

Mia Martini: 'Il canto? Una comunicazione col cielo'
http://questimieipensieri.blogspot.com/2011/01/mia-martini-il-canto-una-comunicazione.html

Mia Martini, un'artista dalla straordinaria versatilità. Intervista a Fio Zanotti
http://questimieipensieri.blogspot.com/2011/01/mia-martini-unartista-dalla.html

Mia Martini era innamorata della Sicilia e l'ha scelta per iniziare l'ultimo tour
http://questimieipensieri.blogspot.com/2010/06/era-innamorata-della-sicilia-e-lha.html

Per Mia Martini viva l'amore anche quando non c'è
http://questimieipensieri.blogspot.com/2010/02/viva-lamore-anche-quando-non-ce.html

martedì 12 marzo 2013

La mia grande ammirazione per Mia Martini. Chez Mimì incontra Cristiano De Andrè

 
Dopo la sua interessante partecipazione al recente Festival di Sanremo, pubblichiamo un'intervista realizzata nell'estate scorsa al termine di un suo applaudito e affollatissimo concerto, svoltosi all'interno delle manifestazioni della  Festa dell'Unità a Pomigliano d'Arco. In scaletta tutti i brani dell'album  Scaramante, qualche suo vecchio successo e dei sentiti omaggi al grande Fabrizio De Andrè con una personale esecuzione di Creuza de ma e del Pescatore. Si dimostra disponibile a questa chiacchierata.
 
 LA MIA RAZZA
 
 Nell'autunno del 1983, Mia Martini ha realizzato un album e un video di un suo concerto Miei compagni di viaggio. In questa  occasione tu hai partecipato appena ventenne ad un coro insieme a Loredana Berté, Ivano Fossati e Aida Cooper per il brano Taxi giallo, cover italiana di un brano di Joni Mitchell. Che ricordo hai di questa esperienza?
Un ricordo bellissimo. In quel periodo avevo formato insieme al mio amico chitarrista Carlo Facchini  il gruppo Tempi duri e  inciso l'album E chiamali tempi duri (recentemente ristampato in digitale, n.d.r.).
Mimì mi ha chiamato e con molta affabilità mi invitò a partecipare a queste due serate al teatro Ciak Toshiba di Milano. Ricordo ancora il tono gioioso della sua voce: Dai Cristiano, devi essere dei nostri, ci divertiremo un casino… Tra la nostra famiglia e lei c'era una profonda amicizia, mio padre nutriva per Mia una grande stima, considerava inimitabile il suo modo viscerale di interpretare le canzoni.Anche quando sono andato a vivere da solo, Mia andava a trovare spesso mio padre e Dori, alla quale era molto legata.
 
 Durante queste serate Mia Martini ha proposto, per quanto riguarda l'arrangiamento, una versione di Il Pescatore completamente diversa dall'originale. Come ha reagito tuo padre a questo stravolgimento?
Benissimo! Ti ripeto, mio padre aveva per Mia una grande ammirazione, con quella voce poteva permettersi delle riletture anche molto particolari. Non serve a niente reinterpretare un brano attenendosi in maniera scrupolosa alla versione originale. Il compito dell'interprete è quello di dare una veste nuova ai brani, in base alla propria sensibilità. E purtroppo, questo accade poche volte…
 




Nel 1993 ti sei piazzato al secondo posto al Festival di Sanremo con il brano Dietro la porta, ottenendo anche il Premio della Critica. Mimì partecipò alla stessa edizione in coppia con sua sorella Loredana Bertè. Vi siete incontrati?
Sì, anche se durante il Festival non si ha molto tempo di stare con gli altri, ricordo che Mia è venuta a salutarmi e a farmi gli auguri prima della mia esibizione. Tutte le volte che ci siamo visti, ho ricevuto da lei sempre un grande amore, che era assolutamente ricambiato. Sono rimasto particolarmente colpito quando l'anno successivo si è arrabbiata moltissimo con la commissione selezionatrice per l'esclusione del mio pezzo  Le cose che dimentico scritto a quattro mani insieme a mio padre. Dichiarò alla stampe e in Tv che era un crimine non consentire ai De Andrè di partecipare al Festival e pensare che anche lei era stata bocciata dalla stessa commissione. Io, mio padre e Dori abbiamo provato una grande emozione per questa sua reazione. Mimì era una persona autentica, vera e, proprio per questo, fragile. Il mondo è cinicamente spietato con le persone trasparenti, perché ti fanno mettere in discussione, ti fanno scendere dal piedistallo che ti sei costruito. Penso che sia stata vittima di quel suo stesso modo di essere così genuino.
 
In seguito alla pubblicazione del tuo CD  "Scaramante", in una interessante intervista hai dichiarato: "i grandi archetipi di riferimento che sono poi la politica e la religione sono crollati, si crede di più agli oggetti scaramantici che alle persone. Ci troviamo a inginocchiarci davanti a un telefonino o a un televisore, questa società ha sancito la vittoria dell'avere sull'essere".   Ma siamo davvero così rovinati? Non c'è una possibilità di recupero?
Non è che non c'è più speranza! Io credo che siano le istituzioni a volere andare avanti in questo modo, perché così facendo siamo più facilmente controllabili. Percepisco, invece, che la gente vuole cominciare a invertire questo nostro vivere, vuole riappropriarsi della propria storia. Frequentando le strade, i locali, i bar, mi sono accorto che c'è un movimento culturale sotterraneo e che negli ultimi mesi è venuto prepotentemente fuori per creare  a chi ci sta vicino una coscienza atta a scegliere e a non farsi scegliere.

Che ne pensi di una eventuale tua partecipazione ad un disco tributo per Mia Martini?
Accetterei immediatamente di prendere parte, per rendere omaggio a una grande Artista nonché ad una mia sincera amica.
 Intervista di  Ciro Castaldo  Apparsa sul numero   30 della fanzine Chez Mimì