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venerdì 28 marzo 2014

Come nasce una canzone: “Minuetto” raccontata da Mia Martini, Franco Califano e Dario Baldan Bembo


 
Minuetto arriva un anno dopo Piccolo uomo, il brano che dato la notorietà a Mia Martini nel 1972, e la scelta si rivela azzeccata in quanto permette alla giovane artista di bissare l'exploit commerciale, risultando il singolo più venduto del suo repertorio.
Autore del testo è un ancora poco noto Franco Califano, che per l'occasione collabora con Dario Baldan Bembo. Una prima stesura del testo, più convenzionale e meno efficace, che all’epoca non aveva convinto, è stata realizzata da Luigi Albertelli, col titolo Salvami. I fans hanno potuto ascoltare questa versione solo alcuni anni fa, inserita nella raccolta postuma di inediti Canzoni segrete.

Prima della pubblicazione, in diverse interviste, Mia Martini dichiara con entusiasmo di avere pronta una canzone ‘forte’, prevedendo i consensi che, puntualmente, ha ottenuto e continua ad averli ancora oggi, nonostante siano trascorsi  oltre 40 anni: A MIO PARERE, Minuetto è un pezzo di genere classicheggiante con un finale straordinariamente suggestivo. Piacerà alla gente di palato fino. Ma siccome oggi i gusti si sono affinati, dovrebbe piacere anche al grande pubblico….
 



Franco Califano ha raccontato la genesi di questo brano: Mi ricordo che all'epoca cominciò in altre mani. Tutti gli altri, oltre a Baldan Bembo che aveva scritto la musica, ci misero del testo sbagliandolo tutti. Io ero a Milano e fui chiamato per ultimo, come sempre. Mi sono fatto dare i testi sbagliati, ho visto dove hanno sbagliato ed è lì che ho azzeccato il testo, facendomi raccontare da Mimì un po’ della sua vita in quel momento. E gliel’ho scritta addosso, insomma. Ho fatto un po’ il sarto e un po’ l’artista. La parte che assomiglia di più a Mimì di questa canzone è quella centrale, dove tutti quanti avevano sbagliato ripetendo sempre la stessa parola. Io invece lì ci ho fatto il discorsivo (canta la canzone). L’attesa drammatica di una donna che aspetta il suo uomo, che arriva quando vuole. E ce ne sono di “machi” che arrivano quando vogliono e se ne vanno quando vogliono. Appena finito di comporre, sentii subito che si trattava di un pezzo del quale Mia Martini avrebbe colto perfettamente tutte le sfumature, la sua malinconia, la sua storia di amore disperato. In qualche modo "Minuetto" segnò il suo grande successo, la nascita di un'interprete impareggiabile, che osservava il mondo e gli uomini con una straordinaria sensibilità.


 
Il testo ripropone l’immagine di una donna che, nonostante tutti i soprusi e gli abbandoni, torna ad elemosinare amore da un uomo egoista e bugiardo, racconta le ore tutte uguali di una prigionia senza catene per amore di un uomo assente ed egoista che viene quando vuole, prende ciò che vuole e se ne và. Ma evidenziando, questa è la novità rispetto agli argomenti allora trattati, un risveglio femminile che acquista coscienza di se attraverso percorsi di dolore, di sofferenza.

La musica, come ha spiegato Dario Baldan Bembo, parte appunto come rivisitazione in chiave moderna di un minuetto, per poi trasformarsi nella seconda parte in una ballata lenta e malinconica’. L'arrangiamento è di ottimo livello. Verrà realizzata anche un'edizione spagnola e francese. Il successo discografico è immediato e la canzone raggiunge il 2° posto nella classifica dei 45 giri, restando in Hit Parade per la bellezza di 30 settimane e piazzandosi nella top 10 annuale.

Con questo brano Mia Martini ha la possibilità di vincere per la seconda volta consecutiva il Festivalbar, questa volta ex-aequo con Marcella Bella in gara con Io domani di Giancarlo Bigazzi e del fratello Gianni.

La canzone è inserita nell'album Il giorno dopo del 1973 che contiene altri hit importanti come Picnic versione italiana di Your song di Elton John, Bolero, Signora, Dove il cielo va a finire, Ma quale amore di Antonello Venditti.

Elaborazione testo di Pippo Augliera da fonti varie

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2 commenti:

Le Gallinacé ha detto...

Grazie...

Unknown ha detto...

ogni parola disturberebbe la sensibilità di Mia, ma che ne aveva bisogno. Due GRANDI: MIA E CALIFANO, grazie di essere stati tra noi.