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domenica 24 agosto 2008

Mia Martini e Loredana Bertè.Sorelle rivali unite dalla solitudine




Donna sola (Martini). Io, il miglior amico che ho (Bertè). Titoli, versi interscambiabili di canzoni, malinconie speculari che s'inseguono, si riconoscono, si respingono facendo schizzar via, lontane, le loro vite. La scarica elettrica di due poli identici.
Sorelle simil-gemelle, nate entrambe il 20 di settembre, che si prendono e si lasciano come due amanti irrequieti. Dieci anni di silenzio, di reciproca, ostentata, indifferenza, poi il minuetto di pace e ancora gelo fra le due, dopo il Sanremo di due anni fa. Vent' anni di trucchi e travestimenti che più diversi non si può. Una gara, all' apparenza, per non assomigliarsi mai. Martini filo di perle, Martini "dalla sinistra ho avuto solo fregature allora meglio quel galantuomo di Fini". Berté che "va a letto con la foto del Che", Berté orecchini falce e martello. Una seriosa, l' altra seminuda tutte le volte che può. Eppure uguali nostalgie denunciate, sussurrate o urlate - fa lo stesso - di normalità piccolo borghese: matrimoni, figli... tutti treni persi o treni sbagliati. Treni su cui salire e subito scendere, per Loredana: una vita come un samba, frenetico, eccentrico, scosciato, e "affanculo" Fiorello viva Fidel. Treni mai in orario per Domenica-Mimì-Mia, perché "gli uomini non cambiano... fanno male alle donne spesso senza riflettere, quasi involontariamente". Un blues di amarezza, roco come la sua voce. Stessa rabbia - sottovoce o ringhiosa, fa lo stesso - per lo show business che non le capisce, o non le capisce abbastanza. Che fatica a sintonizzarsi con quel grumo comune di angoscia di vivere, che diventa grinta o talento da spendere, da sprecare. Due sorelle manifesto di un individualismo "maschio", complice e litigioso, che diventa "antipatico" e va a capire perché addirittura jettatorio, sgarbato o saccente e comunque anomalo, con in fondo quella solitaria tristezza infarcita di pillole e suicidi presunti (per Loredana, alla vigilia dell' addio col marito tennista Bjorn Borg), oppure temuti (per la morte improvvisa, oscura, di Mia, che si era messa all' angolo, s'era riparata da quel via vai scostante del successo, in un condominio anonimo per lasciar vivere la Domenica che era in lei). Non era una signora, Mia-Domenica-Mimì, nonostante le divise convenzionali di Armani. Non è mai stata una signora Loredana, che strepita contro le "multinazionali del disco" che "la mettono in castigo" e non le fanno pubblicare "un album della madonna che ho qui, già pronto...".
Nessuna delle due è mai stata "nazional-popolare". Mia diventa celebre venticinque anni fa, festival di Viareggio: lei sembra un clown felliniano con bombetta e trucco pesante. Cantava, allora, Padre davvero, autobiografia in musica di una ragazza cresciuta in una famiglia disunita. E davvero il padre delle Berté aveva lasciato moglie e quattro figlie ("un clan di femmine") senza farsi più vivo. Mia e Loredana non nascondono il loro rancore. E se la prendono pure con quella madre che, a sentir le sorelle, ha le mani troppo bucate. Forse leggende di rotocalchi, ma di sicuro le sorelle hanno l' identica spinta a fuggire da casa, lasciare Bagnara Calabra per poi magari - è il caso di Mia - coltivarne la nostalgia, moltiplicando nel tempo i ritorni. Solo tre anni di differenza tra le due. Domenica, la più "vecchia" che diventa Mia Martini battezzata dal suo pigmalione l' avvocato Crocetta, il padrone del Piper, parte per prima sul palco. Loredana la insegue, la copia, si fa chiamare Franca Martini per invidia ed emulazione, la rincorre. In principio, con Piccolo uomo, Donna sola, Minuetto, Mia infila una hit parade dietro l' altra. Ma Loredana è tosta. "Una zavorra, una vera rompiballe...", s' inalbera la Martini. La quale, nel frattempo, si era innamorata del cantautore Ivano Fossati, un menage che plasma Mimì che diventa di sinistra come lui, femminista coi sottanoni e gli zoccoli d' ordinanza. Dieci anni di coppia fissa. Ma Loredana la raggiunge. Diventa famosa lei, quando per l' altra comincia un' eclissi. E scatta pure la lotta per prendersi Fossati. Mia Martini ha una crisi non si sa se esistenziale o creativa, mentre all' estero la esaltano. Si sente le gambe tagliate. Prende il testimone la sorella, la voce meno estesa ma le gambe di più. E' l' 82 e Mia dà forfait. Intanto il venticello di una calunnia assurda, la Martini jettatrice, le dà un altro colpo alle reni. Carriera rovinata. C' è chi le imputa perfino di far partire in ritardo gli aerei. E chi soffia che è stata la sorella terribile a mettere in giro la diceria. Per tutti gli Ottanta, le due si ignorano. Grande Freddo. Loredana è la diva strampalata che si mette un finto pancione da donna incinta a Sanremo (stile, epater les bourgeois...), che canta Il mare d' inverno, che sposa Borg, il secondo tennista della sua vita dopo Panatta. Allora se ne fregava di Fidel, era la gioia delle riviste rosa per quelle liti tra un jet e l' altro. Borg tenta il suicidio. Ghiaccio sui pettegolezzi, è faccenda seria. Lei, che prima sparlava del marito, ha un malore che forse è un tentato suicidio. Allora di colpo Mia ricompare, e fra le due scoppia l' idillio. Mia intanto era tornata a cantare e la critica era tornata ad amarla: "La più bella voce femminile della canzone italiana...". Mia che proclama, a proposito della sorella: "Saremo inseparabili, non litigheremo più". Collier di perle una, "chiodo" di pelle e mini ginecologica l' altra, faranno duetto a Sanremo, ma la coppia non va. Frana la ritrovata "simpatia". E di mezzo ci si mette pure la politica. Mia scrive sul "Secolo" che la sinistra l' ha delusa e che Loredana, la marxista, è un'incoerente che ha sempre fatto la bella vita. Mia e Loredana, le strade si biforcano ancora, eppure si incrociano in una solitudine uguale. Mia e Loredana: adesso, la rincorsa è finita.
Marina Garbesi 16/05/1995

Il video di Stiamo come stiamo.Mia Martini e Loredana Bertè presentate da Benedetta Mazzini
http://www.youtube.com/watch?v=BAp0hw2Xr0o
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http://questimieipensieri.blogspot.com/2008/08/il-divorzio-politico-delle-sorelle.html

sabato 23 agosto 2008

Il ‘divorzio’ politico delle sorelle terribili Loredana Berté fan del ‘Che’ e Mia Martini che svolta a destra: ‘Dalla sinistra solo fregature’.



MILANO. Non si sono parlate per anni. Si sono riappacificate dopo che Loredana Berté aveva tentato il suicidio per il fedifrago Borg: i rotocalchi immortalarono l'abbraccio affettuoso di Mia Martini alla sorella infelice sul letto d'ospedale. Abbraccio che chiudeva anni di rapporti burrascosi o, peggio, inesistenti: la pace fu siglata da una partecipazione comune al Festival di Sanremo, l'anno scorso, e nuovamente scoppiò la burrasca. Banali rivalità artistiche, forse. Cantarono insieme sul palco dell'Ariston, le sorelle, ma senza guardarsi mai in faccia. Poi Mia Martini e Loredana Berté sono tornate a parlarsi ma hanno opportunamente separato le loro strade musicali. La contrapposizione si trascina inevitabile e sfuma ora sulla politica: Loredana sta diventando sempre più rossa, mentre Mimì ha abbandonato di brutto l'antica fede, e sta trascolorando dal nero al verde, nell'attesa che le alleanze preelettorali si chiariscano definitivamente. Come si sa, l'ancor procace Loredana si prepara a tornare al Festival ed ha scritto per l'occasione un testo autobiografico in cui ribadisce la propria nota, recente passione per la sinistra estrema e più romantica. Dicono le parole: ‘Con la foto di Guevara / Vado a letto la mattina... / Sparo in cuffia regolare / Solo L'internazionale / Per sognare sul finale...’. Sembra che, per cantare sul palco della manifestazione tv più seguita, si sia persino fatta fare un paio di orecchini d'oro con la falce e il martello. Glieli lasceranno mettere o verranno considerati propaganda elettorale?
Mia Martini, in partenza per un tour jazz negli Usa, proprio durante il mese del Festival che l'ha respinta, ha invece cambiato bandiera dopo una vita trascorsa nella sinistra. Dalla casa in campagna nel Lazio, dove vive, racconta fuori dai denti. Sarà dura, la scelta, per Mia Martini. Come fa una che ha sempre votato a sinistra a pensare di mettersi addirittura con Fini? ‘Non ho mai fatto politica attiva, però mi ricordo che da piccola veniva a casa nostra Nenni, che era amico di mio padre, e io a tre anni mi mettevo dalla finestra a urlare a squarciagola "Avanti popolo alla riscossa". Mio padre, che è professore di greco antico e dava lezioni in casa, mi veniva a tappare la bocca. Io mica sapevo quel che cantavo, mi piaceva il ritmo’. Che cosa e' successo di tanto grave da farle cambiare idea? ‘Una mia amica, Alba Calia, che era direttrice di Televideo, è stata cacciata, senza stipendio da un giorno all'altro. Era una socialista craxiana e su questo abbiamo sempre litigato, però cosa c'entra? Mi pare che adesso il pds stia facendo le stesse cose che faceva Craxi: fanno vita tranquilla Lorenza Foschini del Tg2 e altri come lei che si sono avvicinati al pds al momento giusto dopo aver fatto carriera con il socialismo rampante. Ma chi non la pensa come loro viene cacciato. E questo è solo l'ultimo episodio di una catena che ho sopportato a lungo senza fiatare’.

 Gli esegeti della vita di Loredana Berté fanno invece risalire la sua conversione a sinistra al dopo Borg e alla fine di un'esperienza apparentemente dorata. Sull'argomento, Mimì Martini si limita a dire: ‘Non mi ricordo che le interessasse la politica, in passato’. Si sa di un'assidua corrispondenza della Berté con ‘Il manifesto’: al giornale, ricordano che i suoi fax sono arrivati puntuali ogni giorno per quasi un anno e si sono poi interrotti, bruscamente, tre mesi fa, forse in concomitanza con gli impegni per il prossimo Festival. ‘Mandava attestazioni generali di stima: “ Siete bravi” - ricorda un redattore - o interveniva nello specifico su articoli e titoli, sempre in positivo. Ma non è mai neanche venuta in redazione, come altri cantanti di sinistra, tipo la Nannini, hanno fatto’.

 Se con la Berté non si può parlare, Mimì Martini è un torrente in piena. Sulle vicende della sinistra riapre l'album dei ricordi della sua vita non facile, rintraccia i primi campanelli d'allarme che le fecero male: ‘Quando la casa discografica Ricordi, nei primi Anni ‘70, mi fece causa perché me ne andai, io vendevo milioni di dischi ma non avevo ancora visto una lira d'anticipo. Al processo il pretore mi guardò - lui era un pretore d'assalto e io una star, cantavo all'Olympia all'epoca - e disse più o meno: "Io ho i metalmeccanici, non mi posso occupare di voi, che paghi la Martini". Nessuno, da sinistra, pensava che una che cantava potesse esercitare i propri diritti. Persa quella causa, la mia vita è sempre stata in salita’. Con un filo d'ironia Mimì, la voce più bella d'Italia, ricorda anche l'incontro con Ivano Fossati, con il quale ebbe un lungo sodalizio sentimentale e artistico. L'incontro la trattenne nell'area progressista: ‘Quando ci mettemmo insieme, misi via i tacchi e mi arrangiai con le calosce, i gonnelloni e il pci. Finché non arrivò il craxismo rampante: fu allora che dovetti cominciare a difendermi per non partecipare alle trasmissioni che incensavano il Garofano. E sul Garofano, credo di aver inciampato anche più recentemente a Sanremo: nel ‘92 - alla vigilia di cantare "Gli uomini non cambiano", che tutti pronosticavano vincitrice - la mia casa discografica dell'epoca, la Fonit Cetra consociata Rai, mi propose un contratto secondo il quale dovevo impegnarmi a cantare durante la campagna elettorale di Manca, allora presidente Rai: la firma doveva avvenire prima del Festival. Io rifiutai. Non vinsi il Festival. Non so se le due cose vadano messe in relazione.
Comunque mi guardi indietro, la sinistra mi ha fregata tutta la vita’.

Di Marinella Venegoni 08 – 02 - 1994

Il video di Stiamo come stiamo.Mia Martini e Loredana Bertè presentate da Benedetta Mazzini http://www.youtube.com/watch?v=BAp0hw2Xr0o

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