Benvenuti a questo blog dedicato a Mia Martini con articoli, curiosità, interviste e altro....







Cerca nel blog

Lettori fissi

Visualizzazioni totali

domenica 27 febbraio 2011

Incontro con Mia Martini, la voce che ‘danza sul velluto’. Le canzoni d’oggi? Sono solo bolle di sapone


Come nella romanza, la chiamano Mimì, ma il suo nome è Domenica Bertè . In arte – quella della musica leggera -, è Mia Martini e ha lasciato alla sorella Loredana l’uso esclusivo del cognome di famiglia: Bertè.

° Carta d’identità?
Lo sanno tutti: nata a Bagnara Calabra il 20 settembre 1947.

° Segni particolari?
Sono piccola: 1,64. E sono nera come il carbone.

° Allo specchio, di mattina: cosa le piace e cosa detesta?
Sono stati d’animo, non particolari anatomici. Ci si sente un po’ più su o più giù: dipende.

° Quali sono le cose che preferisce si dicano di lei?
Quelle di cui non si parla mai: io lavoro con serietà, con impegno. Studio, mi sforzo di migliorare, ma tutto ciò non fa notizia. E allora mi fanno sposare ogni tre mesi con gente che magari neppure conosco.

° Faccia una classifica tra Carriera, Amore, Famiglia, Ricchezza.
In testa, l’amore. Poi, la famiglia. Non parlerei di carriera, mi sembra di essere un impiegato in attesa dello scatto. Diciamo musica: ed è il terzo posto. La ricchezza non mi interessa: mi basta vivere senza molti problemi, semplicemente. Una 500, un tetto.

° Quando non canta, che fa?
Sto a casa mia. Studio, lavoro, cucino. Sono brava, mia sorella Loredana è cliente assidua della mia tavola. Specialità calabrese: melanzane alla parmigiana.

° Litiga spesso?
Tutti i giorni. Anzi, con i miei discografici e con i miei produttori, anche più volte al giorno. Vendono cantanti come venderebbero rotoli di moquette. Ti costringono, ‘per il tuo bene’, a fare cose ignobili, in cui non credi. Dio, quanto li odio.

° Tre sue canzoni da salvare.
“Padre davvero”, Gesù è mio fratello”, “Minuetto”.

° E tre da bocciare:
“Libera”, prima di tutto. Poi: “Questo amore vero”, poi tante altre, infilate a forza nei vecchi long-playing.

° E il nuovo disco?
E’ costato nove mesi di lavoro, e non ho fatto né serate, né trasmissioni. Una Mia Martini punto e a capo. Già dalla copertina.

In copertina c’è uno stivale giallo che prende a calci una coppa di champagne. “Danza” è il titolo dell’album Wea, è anche di una bella canzone: ‘Danza sul velluto, sul cristallo del tuo tempo meno bello e qualcuno con te’, dicono i versi , e insistono su ‘qualcuno con te’. Nelle altre canzoni, dovute all’estro di Ivano Fossati, c’è in filigrana il ritratto di una donna che cerca e scopre affannosamente se stessa, tra incantesimi e fantasie.

° Tornerà a cantare in pubblico?
Presto: ho in progetto una tournée  dal 19 aprile al 15 maggio, e sarò anche in un teatro milanese.

° A Milano è in arrivo Aznavour (da domani al Lirico). Due anni fa, avete cantato insieme.
Ho imparato molte cose da un artista come lui. Un mese a Parigi, all’Olympia, mi è servito moltissimo. Un’esperienza più impegnativa che divertente. Aznavour mi sbalordiva ogni giorno: arrivava in teatro prima degli altri, misurava il palcoscenico con i passi, calibrava le uscita e le entrate, le luci e il resto. Canta per due ore e mezzo tutte le sere e non si stanca. E’ una grande vedette, ma se lo merita.
 
° Le prime donne della nostra musica leggera sono poche e stagionate. Perché?
Perché i discografici pensano al prodotto e non all’artista. E’ il prodotto si deteriora. Allora bisogna tirar fuori altri prodotti, ed è la corsa all’inflazione. La gente è stufa, e ha ragione.

° Ha mai pensato di smettere?
Tante volte. Per i contrasti con la gente impreparata, con cui litigo sempre.

° A una ragazza che ha una bella voce e vuol fare la cantante, che consigli dà?
Di comprarsi una chitarra e cantare con gli amici. Si divertirà di più.

° Ricomincerebbe da capo?
Beh, sì. Ma in maniera diversa.

Dino Tedesco - Milano, 1 aprile 1979

Il video di "Vola" dal Festivalbar
http://www.youtube.com/watch?v=A4bcI66Q2mY

Il video di "Danza" da "Ieri e oggi" 1979
http://www.youtube.com/watch?v=1hy7okhIdDU&feature=related

Post correlati:
Mia Martini: Son tornata a giocare con la musica
http://questimieipensieri.blogspot.com/2011/03/mia-martini-son-tornata-giocare-con-la.html

Mia Martini su Noi Donne: Non di sola voce. Intervista
http://questimieipensieri.blogspot.com/2011/03/mia-martini-su-noi-donne-non-di-sola.html

Domenica, Mia, o più semplicemente Mimì. Intervista a Mia Martini
http://questimieipensieri.blogspot.com/2011/02/domenica-mia-o-piu-semplicemente-mimi.html

'Buonasera, gente di questo Paradiso'. Bacoli ricorda così Mia Martini
http://questimieipensieri.blogspot.com/2011/02/buonasera-gente-di-questo-paradiso.html

In viaggio con Mimì. Mia Martini intervistata su Ciao 2001
http://questimieipensieri.blogspot.com/2010/12/in-viaggio-con-mimi.html

Incanta la voce di Mia Martini. A Taormina la cantante calabrese che meriterebbe ben altra carriera
http://questimieipensieri.blogspot.com/2009/01/incanta-la-voce-di-mia-martini-taormina.html

L'ebbrezza del successo dopo il lungo silenzio
http://questimieipensieri.blogspot.com/2010/01/lebbrezza-del-successo-dopo-il-lungo.html

Da Sanremo in poi. DAC intervista Mia Martini
http://questimieipensieri.blogspot.com/2011/02/da-sanremo-in-poi-dac-intervista-mia.html

Mia Martini ospite da Maurizio Costanzo show nel 1989
http://questimieipensieri.blogspot.com/2011/02/mia-martini-ospite-da-maurizio-costanzo.html

venerdì 25 febbraio 2011

Mia Martini ospite da Maurizio Costanzo show nel 1989


Reduce dal successo di Sanremo, Mia Martini fa diverse ospitate in tv, inclusa anche questa al “Maurizio Costanzo show”, il "salotto mediatico" più importante ed influente della televisione italiana. Ci ritornerà nel 1990 e nel novembre del 1994, a conferma della sua rinnovata popolarità.

Mi è piaciuto questo applauso, perché è giusto in quanto io ho detto: ecco “Almeno tu nell’universo “, è la canzone di Sanremo mentre “ Martini Mia “ si chiama l’album.
Abbiamo anche noi delle interpreti delle voci che cantano con delle cose dentro, insomma, che non sono prodotti di laboratorio e Mia Martini è una di queste cantanti Fortunatamente c’è stato questo Sanremo, ci sono i giornali che hanno scritto articoli interessanti. Più passa il tempo e meno mi sembra una cantante. Dicevo prima che l’avevo vista in aereo andando in Sicilia quindici giorni fa e si muoveva come una persona normale, voi forse non avete mai viaggiato con dei cantanti, i cantanti non è che sporcano, ma si agitano vogliono fare vedere tutti che sono dei cantanti.
Lei era una signora normale, leggeva un giornale, aveva un libro, una persona normale: gli artisti sono questi, quegli altri sono di transito dei passanti. Quindi mi è piaciuto il vostro applauso che voleva significare questo.
Le voci di dentro.

Voglio fondare un comitato per il rilancio di Mia Martini, dopo che ho sentito la canzone a Sanremo, era l’unica canzone bella che c’era.
Dove vivi adesso?
 A Calvi dell’Umbria.

Un casolare?
Una casa di campagna piccola.
No sto bene, sto benissimo, sola non ho tempo di annoiarmi, ho tantissime interessi e poi ci sto così poco ormai.

A tre anni, se non mi sbaglio, salivi su una sedia a casa e incominciavi a cantare.
Cominciavo a cantare a squarciagola, sì facevo la cantante allora, facevo proprio la cantante.
Perché, perché avevi visto qualcuno o no, è così?
Non lo so, perché mi dava una grande gioia, mi sembrava ero molto piccola, mi sembrava che se fossi salita su una sedia avrei cantato meglio.

Tu però, quando ne avevi di anni undici, tu giravi per la provincia, feste strane...avevi in repertorio, me lo sono scritto, sessanta canzoni.
Sai proprio tutto, sì.


Cantavi, duemila lire e la cena.
Duemila lire più la cena.

A undici anni, da sola!
Queste duemila lire diventavano mille lire a digiuno, perché mia madre non mi faceva andare in giro da sola, mi faceva accompagnare da una signora che si prendeva mille lire e si mangiava la mia cena e io cantavo.

E tu, quante canzoni cantavi?
Sessanta canzoni a sera, ero la cantante di un gruppo.

Avevi undici anni?
Avevo undici anni.

Monomania.
Sì, sì, sono partita subito con le idee chiarissime con la voglia di cantare.
Che provi quando canti? Una che lo fa già a tre anni.
E’ un senso di liberazione, devo esternare delle emozioni, delle cose che sento dentro e devo fare in modo di farle arrivare anche agli altri, perché entrino in questo mio mondo magico che è la musica e allora.

Questo anche quando eri piccolissima?
Quando ero piccola era uno sfogo, era una gioia, non era una cosa così importante, però percepivo l’importanza di questa cosa, ma non me ne rendevo conto, sapevo soltanto che dovevo cantare a squarciagola.

Ma, quando ti sei fatta da parte per qualche anno, sapevi che saresti ritornata alla grande dopo a cantare?
No, non lo sapevo.

Non lo sentivi dentro?
Non ci credevo.

Non lo avvertivi, non lo speravi?
Non lo speravo, perché non ci credevo, avevo capito, almeno credevo in quel momento, in tutti quegli anni , che non avrei più potuto cantare come volevo io.


Ma, non era una cosa terribile, per una che a tre anni saliva su una sedia e cantava?
La vita è piena di cose terribili, ma si può cercare di capire, cercando di capire, perché accadono certe cose, si cresce, magari certe cose terribili si smitizzano, diventano ci sono altre cose più importanti.
E tu, ti senti cresciuta?
Sì, beh, penso di sì.


E cosa hai lasciato? Perché nel crescere delle volte si lascia qualcosa.
Nel crescere bisogna lasciare tante cose, bisogna lasciare tutti gli orpelli, tutti i bagagli inutili.

E tu cosa hai lasciato?
Ho lasciato tutto ciò che faceva parte del sogno.


Cioè?
Ciò che non era reale, erano cose che facevano parte della mia fantasia, cose che credevo, delle quali io credevo di avere bisogno e che invece non mi servivano.
Mi puoi fare un esempio?
Ma, non posso farti degli esempi, perché sono sentimenti, sensazioni e modi, mentalità, modo di vivere, scelte precise, di persone d’abbandonare, rotture dolorose con amici e anche nel contesto della mia famiglia.

Il saldo è attivo o passivo?
Il saldo è attivo.
Ma, la Mia Martini di oggi rispetto alla Mia Martini di “Minuetto” e di “Piccolo uomo”, che sono stati i primi grossi successi?
E' una Mia Martini con esperienza in più e tante inutilità in meno e anche con molti anni in più.


E' una disillusione che sicuramente hai provato o no?
No, io non ho provato la disillusione, non credo nelle delusioni, perché non sono una vittima di vocazione, io penso che qualsiasi evento che ci succede nella vita ce lo cerchiamo noi, quindi non esiste per me la delusione.

Questo è verissimo, questo è verissimo.
Perché, se qualcuno o qualcosa ti delude, secondo me, è già una violenza da parte tua, perché vuol dire che tu aspetti delle cose da qualcuno o da qualche cosa.

Ma tu, ti senti una seconda giovinezza?
No, perché io non riesco a sentirmi vecchia, quindi sono ancora nella prima. (ride
Martini (applausi)

E' nata un'altra Mia . Scusa, ma che vuol dire sentirsi vecchia?
E beh, una seconda giovinezza vuol dire che una è già finita.
Sai che la vita è fatta di passaggi di cambiamenti, a vent’anni sei in un modo a trenta in un altro.
Mi sento come la bella addormentata nel bosco, diciamo.

Non ti sei svegliata?
Sì, mi sono svegliata.

Ferma a quando?
Non sono ferma, mi sono svegliata e il tempo è passato.


E allora e allora, è la sonnambula addormentata nel bosco.
No, il tempo è passato e io intanto ho dormito un po’, ho meditato nel frattempo.

Sì...
Sì, ma non è rimasto fermo nulla.

E l’aver meditato ha cambiato il modo di cantare, la scelta delle canzoni?
M. E certo, non è che si cambia, si diventa, si vedono le cose con altre prospettive.

E quando ti innamori?
Io non mi innamoro.
Va beh.
Va beh, non credo di innamorarmi.
Come si fa, come se io....
....Perché penso che sia molto difficile per me innamorarmi, io credo che l’amore sia un grosso equivoco e siccome ci credo da molti anni, sono sola ormai da più di otto anni, non è che non credo di innamorarmi, ma penso che sarà molto difficile....
No, sì, peccato!?
Dipende dalle condizioni che uno ha.. Ma io mi innamoro della gente, mi innamoro dei bambini, mi innamoro degli animali, mi innamoro di una idea, io sono sempre innamorata, ma l’amore di cui parli tu, quello lì no, quello per cui uno si fa la maschera, quello è un gioco.


E tu mi hai rubato le mie lucciole allora (ride).
Le lucciole di Porto Recanati erano di tutti, le lucciole erano mie erano tue.
Ma le lucciole non è che stanno solo lì, stanno dovunque si respira, dovunque c’è aria, c’è vita, c’è natura, ci sono le lucciole.
Ma che senti i grilli?



Una cosa che mi fa impazzire, ecco per esempio ho ritrovato le lucciole che avevo perso, non le avevo più viste da quando ero bambina, io abitavo a Porto Recanati, quando ero molto piccola, mi ricordo andavo con mio padre anche a Recanati, lui dava lezioni di latino a persone che abitavano in una villa, circondata da un bosco che era pieno, pieno di lucciole. Per cui, ho dei ricordi bellissimi legati a questi insetti affascinanti, non li avevo più visti li ho ritrovati adesso a Calvi e, improvvisamente, quando arrivo a casa a giugno li ritrovo.

 Ti annoi, no!
Da sola, no!.

Da sola.
Io volevo chiederti: non è un pochino una sofferenza non innamorarsi per otto anni?
Non innamorarsi per otto anni? Io sono stata innamorata per dieci anni ed è stata veramente una grande sofferenza. (risata ed applausi).

Testo trascritto da Mila Giordani

Post correlati:

Mia Martini. Bentornata Mia. Intervista su Blu/89
http://questimieipensieri.blogspot.com/2011/03/mia-martini-intervista-blu89.html

Mia Martini:Son tornata a giocare con la musica
http://questimieipensieri.blogspot.com/2011/03/mia-martini-son-tornata-giocare-con-la.html

Mia Martini su Noi Donne: Non di sola voce. Intervista
http://questimieipensieri.blogspot.com/2011/03/mia-martini-su-noi-donne-non-di-sola.html

Finalmente sono tutta Mia
http://questimieipensieri.blogspot.com/2011/03/finalmente-sono-tutta-mia.html

Conferenza Stampa di Mia Martini al Festival di Sanremo 1989
http://questimieipensieri.blogspot.com/2011/01/conferenza-stampa-di-mia-martini-al.html

Incanta la voce di Mia Martini. A Taormina la cantante calabrese che meriterebbe ben altra carriera
http://questimieipensieri.blogspot.com/2009/01/incanta-la-voce-di-mia-martini-taormina.html

L'ebbrezza del successo dopo il lungo silenzio
http://questimieipensieri.blogspot.com/2010/01/lebbrezza-del-successo-dopo-il-lungo.html

Da Sanremo in poi. DAC intervista Mia Martini
http://questimieipensieri.blogspot.com/2011/02/da-sanremo-in-poi-dac-intervista-mia.html

lunedì 7 febbraio 2011

Da Sanremo in poi. DAC intervista Mia Martini

Ad undici anni si esibiva ad Ancona e provincia con un repertorio di sessanta canzoni per duemila lire ed una cena a serata; agli inizi dei “Seventies” le prime esperienze discografiche e, subito dopo, la grande consacrazione del successo.


Dall’83 un black-out totale per certe “Incomprensioni” con l’industria del disco. Ma ora Mia Martini è di nuovo sulla breccia da ottima interprete, quale non ha mai smesso di essere.
Dopo ben dodici anni Mia Martini è tornata a cantare davanti ad un pubblico in carne ed ossa. Non accadeva dal lontano 1977, da quando, cioè, accanto a Charles Aznavour, si era esibita in una serie di acclamatissimi concerti in Francia.


DAC : Perché tanto tempo prima di offrire nuovamente ad una platea l’emozione di ascoltare dal vivo uno fra i più grossi talenti in circolazione?
Sono le stranezze della vita o, per meglio dire, di questo mestiere, racconta con voce pacata, che tuttavia lascia trapelare un neppure troppo vago senso polemico nei confronti di alcuni addetti ai lavori. I suoi occhi penetranti e vispissimi però fanno subito capire che non è il caso di riaprire la piaga di certi brutti ricordi.

DAC : C’è una ragione, un motivo che spiegano questa rinascita?
La verità è che adesso mi diverto, faccio quello che realmente desidero fare. Se canto una canzone ci devo credere, altrimenti non riesco ad interpretarla, a raccontarla. Il tempo del black-out, come tu lo hai definito, l’ho passato a capire, a studiare musica ed autori, a conoscere culture musicali di altri paesi. In questo modo credo di essermi affinata professionalmente e di aver compreso ciò che realmente la mia sensibilità di donna e di interprete andava cercando.

DAC : Cos’altro fa di divertente Mia Martini?
Viaggiare! Ho scoperto che fare la turista è appagante da morire. In ogni città che ha toccato la tournèe ho trovato il tempo di visitare musei, chiese, palazzi e d’incontrare una vasta umanità di persone, ora umili, ora eccentriche, che mi hanno arricchita interiormente; e credo che per un essere umano non sia cosa da sottovalutare.

DAC : Cosa pensi della tecnologia sempre più sofisticata che correda il mondo musicale?
Amo molto i computers perché ti semplificano la vita, a patto però che non ne sviliscano il senso. La tecnologia va usata bene e bisogna saperne essere protagonisti, altrimenti si viene usati da lei e allora la cosa non m’interessa più.

DAC: Un’affermazione che chiunque abbia assistito ad un concerto di Mia Martini vede tramutarsi in autentica realtà: le amplificazioni sonore, i campionamenti acustici, gli strumenti computerizzati sono parte integrante del suo spettacolo, ma poi è solo la sua voce graffiante e paradossalmente tenera a lasciarti un brivido nella schiena e un’emozione nel cuore.

DAC : Dopo tanto tempo di assenza, come lo hai ‘sentito’ questo pubblico?
Direi una bugia se non ammettessi che mi sono commossa. La mia tournée ha toccato città grandi e piccole e in ogni posto l’accoglienza è stata calorosissima, anche ben oltre quanto mi aspettassi. Milano, ad esempio, è una piazza difficile, ma mi ha sconvolto per l’abbraccio che mi ha riservato, così come pure Napoli e Roma, in certe occasioni la gente non mi lasciava andare più via e con grandissima gioia ho improvvisato degli ulteriori ‘bis’ non programmati.

DAC : Cosa ha significato per te ritrovare il pubblico, essere di fronte ad una platea ogni sera diversa?
Può sembrare banale, ma per un’artista il pubblico è tutto. E il tour che ho appena terminato mi ha consentito di tornare a provare delle emozioni sconvolgenti. Io sono un essere umano che attraverso la musica cerca di comunicare delle sensazioni a delle altre persone e ogni volta che arrivo sul palcoscenico il feeling che instauro con gli spettatori è qualcosa di semplice e complesso allo stesso tempo. E’ un po’ come fidanzarsi con chi sta lì ad ascoltarti, un rapporto tenero, intenso, intimo, che ti dà addirittura delle sensazioni erotiche.

DAC : Questo significa che non dovremmo attendere altri dieci anni per ascoltare ancora Mia Martini dal vivo…
Penso proprio di sì. Questa serie di concerti voleva essere una sorta di prova generale per poi metter su una tournée teatrale più corposa per il prossimo anno. I riscontri positivi ci sono stati, per cui…

Intervista apparsa nel 1989 sulla rivista specializzata DAC


Il video de "I vecchi" interpretato dal vivo da Mia Martini nel tour 1989
Post correlati:
Conferenza Stampa di Mia Martini al Festival di Sanremo 1989
http://questimieipensieri.blogspot.com/2011/01/conferenza-stampa-di-mia-martini-al.html

Incanta la voce di Mia Martini. A Taormina la cantante calabrese che meriterebbe ben altra carriera
L'ebbrezza del successo dopo il lungo silenzio
http://questimieipensieri.blogspot.com/2010/01/lebbrezza-del-successo-dopo-il-lungo.html

giovedì 3 febbraio 2011

'Buonasera, gente di questo Paradiso'. Bacoli ricorda così Mia Martini

Dal concerto a Maremorto al romitaggio di “Villa Palma” a Miseno
Nei Campi Flegrei, diceva la cantante, avverto il sapore della Grecia

A Napoli si rifugiò quando disse: “fermate il mondo voglio scendere”. Il mondo da cui scappava era quello, feroce, delle canzonette come saponette, delle dicerie facili, dei festival brutti, sporchi e cattivi. Napoli la adottò, la curò, la coccolò, le restituii forze e fiducia in se stessa, le regalò un autore (Enzo Gragnaniello), una canzone- capolavoro (“Cu’mme”) e un grande vecchio-bambino con cui tornare in hit parade (Roberto Murolo). (Federico Vacalebre)

BACOLI – Estate 1988. Campo sportivo Maremorto. Mia Martini saluta il pubblico con un “Buonasera, gente di questo Paradiso”. E, infatti, Napoli e i Campi Flegrei erano diventati, con Bagnara Calabra, il suo Paradiso in un mondo – quello della musica italiana – che la stava letteralmente perseguitando. La triste storia inizia alla fine degli anni ’70 quando qualcuno mette in giro la voce che Mia Martini porta sfortuna. All’inizio sembrava un pettegolezzo destinato a svanire subito e, invece, si alimenta tanto da diventare una tragedia. Una sera lei aveva detto semplicemente di togliere un tendone che copriva il palco con gli strumenti: le previsioni dicevano che avrebbe potuto piovere e l’acqua si sarebbe accumulata sul telone. Lei era precisa in queste cose, una professionista vera, curava tutto nei minimi particolari. Ma, non l’ascoltarono. Iniziò a piovere e il palco cadde. La colpa fu addebitata a lei. Ma chi mai avrebbe potuto credere a un episodio del genere, frutto dell’incompetenza degli addetti ai lavori? E, invece, tutti iniziarono a crederci e lei diventò la iella, l’innominata, la zanzara. Se partecipava a una manifestazione, gli altri cantanti non andavano. Se incideva un disco in una sala di registrazione, nessuno andava più a incidere lì. Se andava in uno stadio, nessuno più vi faceva concerti. Il suo nome non poteva essere pronunciato e i musicisti che suonavano con lei non li chiamava più nessuno. La gente li evitava e lei restò sola. Uno stupido pregiudizio da Medio Evo trasformò la sua vita in un inferno, senza possibilità di esprimersi artisticamente. Fu sola anche affettivamente, dal momento che tutta questa cattiveria aveva mandato a rotoli la sua storia con Ivano Fossati.

Solo i grandi artisti le danno una mano: Paolo Conte scrive per lei “Spaccami il cuore”, ma Sanremo e altre manifestazioni bocciano il brano. Miriam Makeba, indignata, si schiera dalla parte di Mia Martini e cerca di cantare il brano: viene fatta fuori! Francesco De Gregori le scrive, allora, “La donna cannone”. Lei, per affetto, rifiuta ogni aiuto. Sapeva che se qualcuno l’avesse aiutata avrebbe pagato le conseguenze della cattiveria degli altri artisti. Allora decide di ritirarsi dignitosamente dal mondo della musica, ma la sorte vuole farla approdare a Napoli, dove conosce due impresari. Mia Martini, per circa otto anni, diventa la cantante di piazza delle feste del Napoletano. Lei adorava il mare e si innamorò di Bacoli: “Perché mi ricordava Bagnara, il mio paese. Qui mi sento a casa mia. Qui avverto il sapore dell Grecia”. Uno dei suoi ultimi concerti da fenomeno da baraccone Mimì lo fa, per l’appunto, a Bacoli, nel 1988. Strumenti da rottamare, amplificazione da vergogna, ma una voce superba e un pubblico affettuoso. Sul palco volano fiori, caramelle, confetti. “Confetti? Ma perché mi lancia questi confetti, nonnina?”, domandò. A lanciarli era la famosa, quasi centenaria, zia Cristina: “Perché ti devi sposare!”. Il suo fallimento amoroso colpì molto, all’epoca. Lei, oltre che perché era una grande artista, era amata perché ne aveva passate di tutti i colori. Questo affetto immenso (E’ troppo, non penso di meritare così tanto amore”) la faceva sentire in debito con il pubblico.

Decide, allora, di fare un disco. Un po’ di promozione, ma aveva paura della reazione del mondo della musica. La decisione la prende proprio a Capo Miseno, nel settembre 1988. Prende in affitto una camera a “Villa Palma” e lì si chiude in riflessione per giorni interi. Antonio Faga, direttore di “Villa Palma”, ci fa sapere che lei non usciva mai, tranne che per mangiare. La decisione fu presa. Incide un disco con l’aiuto di Enzo Gragnaniello e Renato Zero fa di tutto per farla arrivare a Sanremo. Bruno Lauzi le regala “Almeno tu nell’universo”, scritta per lei negli anni ’70. Gli addetti ai lavori si aspettavano il crollo di Sanremo, ma quello che temevano fosse un fallimento diventò un successo mondaile. Però, mentre la ruota del successo girava, girava anche quella dell’invidia. Qualcuno aveva pensato di accendere il vecchio fuoco della iettatura. Iniziano di nuovo i problemi. Ma noi vogliamo ricordarla così, con quella enorme risata e quella ironia capace di sdrammatizzare tutto il male gratuitamente subìto.

Antonio Costigliola per Opinioni news 17 maggio 1997
Lo scatto della foto è di Moris Dallini

Il video di "Reginella" in duetto con Drupi e Mario Maglione alla chitarra da "Master 88"
http://www.youtube.com/watch?v=7S-blJ2j-J4

Post correlati:

Domenica, Mia, o più semplicemente Mimì. Intervista a Mia Martini
http://questimieipensieri.blogspot.com/2011/02/domenica-mia-o-piu-semplicemente-mimi.html

Mia Martini: 'Il canto? Una comunicazione col cielo'
http://questimieipensieri.blogspot.com/2011/01/mia-martini-il-canto-una-comunicazione.html

L'ebbrezza del successo dopo il lungo silenzio
http://questimieipensieri.blogspot.com/2010/01/lebbrezza-del-successo-dopo-il-lungo.html

mercoledì 2 febbraio 2011

Domenica, Mia, o più semplicemente Mimì. Intervista a Mia Martini

Un'interprete dalle molte sfaccettature artistiche, una donna controversa, all'apparenza spigolosa, ostile, in realtà morbida, con una gran voglia di vivere e comunicare.

Mia Martini, dal '71 a oggi, è stata la «voce» di tanti successi famosi, di canzoni che hanno regalato a molti trentenni un'emozione, un ricordo.
Anche se i giovanissimi», puntualizza, «quelli dell'ultima generazione che sanno tutto su Camerini e i Police non mi conoscono.

Lo dice senza rammarico, come un dato di fatto scontato. Soprattutto per chi, come lei, è rimasta assente dalla scena musicale a lungo: più di tre anni.
È stato alla fine del '78. Andava tutto bene tranne la mia voce: dovetti subire un'operazione alle corde vocali e fu un momento drammatico. Lo sarebbe stato per una persona qualsiasi, figurarsi per una che nella voce aveva il suo strumento di lavoro. Per otto mesi, credo i più lunghi della mia vita, non ho neppure potuto parlare, comunicavo solo a gesti.

Hai mai avuto paura di non riuscirci più?
Sì, ci sono stati questi pensieri. E così mi sono buttata nello studio del pianoforte, della chitarra, di teoria musicale preparandomi, insomma, al peggio....

E invece, un anno fa, improvvisamente è tornata con un album bellissimo, Mimì, a cui ha partecipato anche in veste d'autrice. Questa novità di scrivere canzoni che peso ha avuto nella tua vita artistica?
Innanzitutto ho cambiato il mio modo di cantare, ora interpreto un brano con meno perfezionismo, ma maggior coinvolgimento. È un'esperienza importante, di cui non potrei più fare a meno. Tanto che adesso, lanciatissima, scriverò un pezzo anche per il nuovo LP di mia sorella Loredana.

Quasi un'alleanza di ferro tra voi sorelle? Sorride apertamente:
Certo che in famiglia ci si deve dare una mano. Il fatto è che non voglio scrivere solo per me stessa e la persona più giusta dopo me, per quel che faccio, mi sembrava proprio Loredana.

Sempre a proposito di Loredana: anche lei artista, anche lei "primadonna". Cioè, stessa professione: non ha mai portato questo a rivalità?
Se n'è parlato a lungo, anche sui giornali, di questa supposta rivalità: si è chiacchierato, speculato e raccontato storie. Tra me e Loredana non c'è mai stato il minimo screzio, il minimo tentativo di fregarsi, rivaleggiare o primeggiare. Io ho iniziato prima con la canzone, ma lei, già giovanissima, ballava e faceva altre esperienze di spettacolo. Insomma, siamo nello stesso ambiente, ma professionalmente abbiamo due generi completamente diversi, che non possono proprio esser messi a paragone.

Però adesso pare abbiate un uomo "in comune".
Per carità, non ricominciamo con gli equivoci. Si da il caso che l'uomo di cui parli, il musicista Ivano Fossati, sia da quattro anni anche l'uomo con cui vivo e che amo. Però, visto che lo stimo moltissimo e ritengo sia oggi in Italia l'artista più completo che abbiamo a livello di composizione, arrangiamento e interpretazione, ho convinto io stessa Loredana, insistendo, che in questo momento era la nuova guida artistica che ci voleva per lei. Quindi, "in comune" sì, ma solo per lavoro.

Recentemente hai fatto un 45 giri, "E non finisce mica il cielo", ora hai in programma un LP. Il tuo metodo di lavoro?
Sparire. Sul serio. Per me, fare un album è come chiudersi in una campana di vetro attraverso cui non passi niente: devo concentrarmi solo su quello. Perché un album è una cosa importante, che rimane, e io voglio essere sicura di fare una cosa che anche tra quattro, cinque anni mi piaccia.

Tua sorella parte e va a fare un disco in America. Tu, invece...
Rimango qui, perché non sento questo richiamo e non ci credo. Così come : non credo più di tanto alle cose tecniche, ma più nella mano e nel gusto musicale i della persona. A parte che i da noi ci sono ottimi studi; prenditi pure uno studietto qualsiasi, ma mettici unì grosso tecnico e dei grossi! musicisti e farai una cosai meravigliosa. Lo scorso anno ho fatto un disco qui in Italia con musicisti americani, ma quest' anno anche quelli saranno italiani.

Cosa fai quando non canti o non scrivi canzoni?
Ho un sacco di hobby, ma sono un tipo abbastanza casalingo, mi piace cucinare, coltivare ortaggi, leggere, e qui vado sul pesante, saggistica e psicanalisi, andare al cinema a vedere i film del terrore, giocare col mio cane, guardare la televisione.

La gente ha di te un' immagine in genere abbastanza triste...
E invece io di temperamento sono allegra. Credo che la vita vada un po' presa dal suo lato umoristico sono napoletana di carattere. Mentre per il pubblico, è vero, assumo quest' immagine più cupa: forse è colpa della musica e delle canzoni che canto che m' intristiscono, mi rendono nostalgica. Perché le cose che canto sono nostalgiche e io sono di natura una inguaribile romantico-sentimentale. Ma poi, fuori dal lavoro, vedo gli amici, faccio gli spaghetti, esco a mangiare la pizza, bevo il vino, rido e mi diverto.

..... Chiediamo a Loredana:

Nel tuo prossimo disco ci sarà anche lo "Zampino" di Mimi: pare scriverà una canzone per te...
«Si, Mimi ha scoperto da poco questa vena d'autrice e sarà molto bello pei me interpretare un brani suo».

Siete tutte e due ne mondo della canzone. Me tra voi non c'è mai stata rivalità...
«Né ci sarà mai. Mimi è tutta la mia famiglia, il mio bene più grande, il mio rifugio. Siamo sempre state unitissime, e poi, artisticamente, siamo completamente diverse, lei ha un genere suo, più tradizionale, ricco di melodia, io mi "svario" di più. Ma devo ammettere che, a livello d'interpretazione, lei rimane, non solo nei miei confronti, la più grande. Ha una voce stupenda, che le invidio».

Intervista di Laura Reggiani Boy Music (selezione articolo) - 22 marzo 1982

Il video di "E non finisce mica il cielo"

Post correlati:
'Buonasera, gente di questo Paradiso'. Bacoli ricorda così Mia Martini
http://questimieipensieri.blogspot.com/2011/02/buonasera-gente-di-questo-paradiso.html
In viaggio con Mimì. Mia Martini intervistata su Ciao 2001
http://questimieipensieri.blogspot.com/2010/12/in-viaggio-con-mimi.html