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sabato 28 febbraio 2009

Mia Martini: niente televisione con la Bertè






MIA MARTINI:
Io e mia sorella? Meglio separate

A Sanremo si sono piazzate penultime ed è stato un duro colpo per entrambe. Mia Martini e Loredana Bertè, le sorelle ‘ritrovate’ dopo anni di litigi e incomprensioni, hanno deciso che dopo quella sconfitta non si esibiranno più in coppia.
D. Allora, Mia, avete litigato di nuovo?
R.”No, è solo che non ho intenzione di accompagnare Loredana in TV. Le voglio bene, ma lei ha un disco da promuovere e io non ce l’ho. E poi è evidente che insieme non funzioniamo proprio: siamo troppo diverse”.
D. Perché non riuscite ad andare d’accordo?
R. “Io sono calma e riflessiva, mentre mia sorella è l’esatto contrario. Ho cercato in tutti i modi di capirla, di starle vicino, ma lei ha un carattere difficile e non accetta consigli. Cercherò di essere una buona sorella, ma d’ora in avanti preferisco non lavorare più con Loredana”.
D. Sembri preoccupata per lei: sta attraversando un momento difficile?
R. “Proprio così: io al Festival non volevo andarci. Ma l’ho fatto per lei, per aiutarla ad uscire da questa crisi depressiva che la tormente e che la porta ad essere troppo aggressiva con tutti. Sono in pensiero per Loredana e non so come aiutarla: purtroppo sono certa che sta soffrendo ancora moltissimo a causa della fine del suo matrimonio con Bjorn Borg”.
D. Quali sono i tuoi progetti?
R. “Alla fine di aprile partirò per un tour teatrale con Roberto Murolo e Enzo Gragnaniello: ho scoperto di amare molto la musica napoletana. E poi, a fine estate, voglio preparare il più bel disco della mia vita. Da sola naturalmente!”

LOREDANA BERTE’:


Non mi capisce? Peggio per lei

“Ho fatto un album bellissimo e l’ho fatto da sola”, dice Loredana Bertè ostentando la consueta grinta. “Si intitola “Ufficialmente dispersi” ed è contro l’embargo a Cuba, l’Aids e tutte le guerre in generale. Mia sorella non mi capisce e non condivide assolutamente il mio impegno politico. Continui pure a parlare d’amore nelle sue canzoni. Io vado per la mia strada con o senza di lei”.
Simona Rodolli per Grand Hotel 1993

"Dedicato" di Mia Martini e Loredana Bertè tratta dalla trasmissione tv "Tandem" del 1983
http://www.youtube.com/watch?v=7apBzYVc3Y0

Post correlati:
Mia Martini e Loredana Bertè.SORELLE RIVALI UNITE DALLA SOLITUDINE
http://questimieipensieri.blogspot.com/2008/08/sorelle-rivali-unite-dalla-solitudine.html

Il ‘divorzio’ politico delle sorelle terribili Loredana Berté fan del ‘Che’ e Mia Martini che svolta a destra: ‘Dalla sinistra solo fregature’.
http://questimieipensieri.blogspot.com/2008/08/il-divorzio-politico-delle-sorelle.html

sabato 14 febbraio 2009

Compagni di viaggio di Mia Martini: intervista a Tullio De Piscopo e Eugenio Bennato






Due valenti artisti partenopei ricordano la loro collega Mia Martini, napoletana d’adozione.

TULLIO DE PISCOPO

D. Tullio De Piscopo che ricordo ha di Mia Martini?
R.
Un ricordo di un rapporto professionale e di amicizia molto intenso e profondo che si è rinnovato e consolidato negli anni. Ho conosciuto Mimì nei primi anni settanta quando incideva per la Ricordi. In quel periodo nei suoi concerti facevo il turnista suonando la batteria. Qualche anno dopo, nel 1975, abbiamo partecipato al Festival internazionale di Palma de Majorca al quale presero parte musicisti e cantanti di tutto il mondo. Tra me e Mimì nacque subito una grande intesa, trascorremmo insieme tantissimo tempo. Conservo un bellissimo ricordo di quella esperienza. L’ho ritrovata dopo tanti anni, nel 1989, al Festival di Sanremo al quale presi parte con il brano ’E allora e allora’. Provai una grande emozione e un piacere immenso nel rivederla esibirsi alla grande per una platea così prestigiosa. Interpretò in maniera superba ’Almeno tu nell’universo’, un capolavoro di pezzo, penso che in quel momento non si sia nemmeno resa conto che stesse cantando qualcosa che sarebbe rimasto nella storia della canzone. Qualche mese dopo tutto il cast di quell’edizione girò mezzo mondo grazie alla rassegna ’Sanremo in the world’ fortemente voluta da Adriano Aragozzini. A tal proposito voglio rivelarti uno dei tanti episodi incresciosi che Mia Martini ha dovuto subire. Ricordo che sull’aereo i manager, a causa delle ignobili dicerie che la volevano porta-sfiga, la facevano sempre sedere da sola in terza classe lontana dai colleghi. Io fui disgustato da questo episodio e durante uno scalo che facemmo in Danimarca minacciai gli organizzatori dicendo che avrei preso il primo aereo in partenza per Milano se Mia Martini non si fosse seduta in prima classe accanto a me. Da quel giorno io e Mimì fummo compagni di viaggio e ti lascio immaginare gli scambi di opinione che abbiamo avuto e le cose che mi ha raccontato durante quegli spostamenti.

D. Secondo te quanto sono stati importanti Napoli e i suoi musicisti per Mia Martini?
R. Enzo Gragnaniello le ha scritto un capolavoro che si chiama ’Donna’, un pezzo di grande sensibilità musicale e umana. Inoltre grazie al duetto con Roberto Murolo e alla penna di Enzo, Mia Martini con la sua voce straordinaria ha fatto di ’Cu’ mme’ un nuovo classico della canzone napoletana. A Napoli Mimì era di casa, io e lei frequentavamo spesso il programma televisivo di Gennaro Montuori (alias Palummella, il capo degli ultras, n.d.r.) poiché condividevamo la passione per la squadra del Napoli. Spesso siamo stati anche in curva B e in trasferta con i tifosi per incitare gli azzurri e i tifosi con lei erano sempre molto affettuosi, così come lei lo era con i napoletani. Penso che il suo incontro con Napoli e i napoletani sia stato magico e molto importante tanto per l’aspetto professionale, quanto per quello umano, sia per lei che per Napoli e la sua canzone.

EUGENIO BENNATO

D. Eugenio Bennato cosa ne pensa di Mia Martini e che ricordo ha di questa artista?
R.
Mia in un certo periodo veniva frequentemente ad ascoltarmi dal vivo. Ti confesso di avere un rimpianto, perché lei voleva che io le scrivessi un pezzo, io mi ripromettevo sempre di farlo, ma poi ho sempre rimandato questa cosa e purtroppo non c’è stato più tempo per poterlo fare. Inoltre posso dirti che eravamo molto amici e tra le altre cose, seguendo una mia testardaggine non ho mai lasciato correre delle dicerie sul suo conto che ho sempre stroncato, litigando spesso con l’ipocrisia dell’ambiente degli artisti. Quindi sono contento di aver dato questo contributo a Mimì, però rimane il rammarico per non aver scritto un brano per una ragazza calabrese, per una grandissima interprete che amava molto anche il folk (infatti veniva spesso ai miei concerti) e che io ho conosciuto da ragazzo, poi ci siamo ritrovati tanti anni dopo. Mi dispiace perché in questo momento con il grande ritorno della musica latina e del sud, le avrei potuto dare una mano, nonostante lei sia una grande della musica leggera. Ormai è stato già detto tutto su Mimì, rimane una grandissima artista di questi ultimi decenni che è rimasta nel cuore di tutti noi, soprattutto di noi musicisti del sud.
di Ciro Castaldo

Le interviste sono inserite nel libro:

giovedì 12 febbraio 2009

Compagni di viaggio di Mia Martini: Roberto Galanti





Roberto Galanti, allora discografico della DDD,  rilascia queste interviste a Chez Mimì inserite in La regina senza trono  e
La voce dentro



Ricordo una Mia Martini delusa e amareggiata , ferita dalle voci che già circolavano sul suo conto e che l’hanno accompagnata per il resto della sua vita. Nacque, agli inizi degli anni ottanta, subito dopo aver firmato il contratto con la DDD, un rapporto di amicizia e di stima, anche se l’affetto per questa grande artista non deve far dimenticare le spigolosità e i lati negativi del suo carattere. Capace di essere dolcissima nel privato, Mimì diventava intransigente e a volte insopportabile quando si entrava nello specifico della sua professione. Molti autori, che ci inviavano canzoni anche interessanti, venivano scartati a priori perché da lei ritenuti troppo popolari o non particolarmente originali. Difficile trovare un compositore che fosse a suo parere adatto a lavorare con lei, per questo rifiutava con testardaggine brani anche di probabile successo, e quando dietro mia insistenza acconsentiva a realizzare un provino di uno di questi, lo interpretava talmente male che finiva immancabilmente per essere scartato.

Realizzammo il suo primo disco con musicisti americani di grande valore, ma poco noti in Italia, e il riscontro del pubblico non fu positivo. Cercammo allora di proporla più sorridente, più solare, e cominciò una bella collaborazione con Shel Shapiro, da cui nacque Quante volte, appunto, e un disco che comprendeva diversi pezzi composti da lei stessa. Nel frattempo, con E non finisce mica il cielo, premio della critica a Sanremo nel 1982, aveva confermato le sue straordinarie capacità di cantante e di interprete. Qualche tempo dopo, si era raggiunto un accordo per un disco con canzoni inedite di Pino Daniele, ma quando tutto sembrava deciso, Pino, a sorpresa, dette alcuni brani a sua sorella Loredana, e allora Mimì, ancora una volta delusa, non volle farne più niente. Miei compagni di viaggio, una selezione di canzoni di grandi artisti a lei particolarmente cari, fu registrato dal vivo nel corso di due concerti al Ciak di Milano, e la sua voce risultò talmente perfetta (di solito in questi casi la voce viene rifatta o per lo meno corretta in studio) che dovemmo mettere tra le note di copertina che nessuna modifica era stata apportata in fase di missaggio.


Un amore appassionato e turbolento, che le dava grandi gioie ma altrettante depressioni, le cattiverie dell’ambiente dello spettacolo, la scomodità di rimanere sempre coerente alle sue idee musicali, le grandi difficoltà economiche in cui perennemente si dibatteva, la portarono a chiudersi sempre più in se stessa, e quando la commissione d’ascolto del Festival di Sanremo non accettò Spaccami il cuore di Paolo Conte, maturò la decisione di smettere di cantare. Il suo contratto con la DDD dopo qualche mese terminava e, nonostante le mie insistenze, non ci fu verso di farle cambiare idea.

In verità, con Spaccami il cuore, giocavamo la nostra ultima carta, ma eravamo fiduciosi che questa canzone potesse contribuire ad un rilancio di Mimì in grande stile. Pensai nuovamente a Sanremo, perché rimaneva l'occasione migliore per infonderle un nuovo slancio professionale. Come autore, pensai a Paolo Conte che andai a trovare ad Asti accompagnato dalla stessa Mimì. Paolo fu gentilissimo con noi e, soprattutto, molto disponibile nei suoi confronti. Mi ricordo che, appena entrammo in casa, la prese per mano e, presentandola alla moglie, disse: ecco la più grande interprete che abbiamo in Italia. Dopo pranzo, Paolo e Mimì si avvicinarono finalmente al pianoforte. Lei iniziò a cantare Spaccami il cuore (di cui avevamo già un provino) e Conte rimase letteralmente conquistato dalla sua interpretazione. Insieme effettuarono qualche miglioria (se non sbaglio, cambiarono anche tonalità) e finalmente entrarono in sala di registrazione dove si avvalsero della collaborazione di Renato Serio e Antonio Coggio. Ero convinto che, con un autore come Paolo Conte e un’interprete come Mimì, l’ammissione di Spaccami il cuore al Festival di Sanremo dovesse costituire una pura formalità. Invece mi sbagliavo. Ravera, infatti, si era stancato di costituire il bersaglio della critica giornalistica in merito alle canzoni da ammettere alla rassegna e quell’anno affidò lo spinoso incarico delle selezioni ad una giuria di giornalisti specializzati. Furono pubblicati i risultati delle selezioni e ci accorgemmo che Mimì era stata eliminata, per motivi evidentemente tutt’altro che artistici.
  
Ho continuato a frequentarla come amica; lei viveva sola e isolata a Milano 2, e io ogni tanto la chiamavo: ‘Mimì andiamo a mangiare il pesce?’, ricordo la frase di rito, e lei arrivava, apparentemente serena, sempre col suo vivace senso dell’umorismo. Andò via da Milano ,la persi di vista, voleva tornare a vivere in Calabria, ma non trovò casa, si sposto fuori Roma.

L’ho incontrata a Sanremo, un rientro eccezionale, quando ha rivinto il premio della critica con Almeno tu nell’universo. Era raggiante, ci siamo abbracciati a lungo. ‘Ho tifato per te’, le ho detto. ‘Ma come, se ho battuto di un punto Jannacci, il tuo cantante?’, mi ha risposto.


Roberto Galanti discografico - elaborazione Pippo Augliera

martedì 3 febbraio 2009

Compagni di viaggio di Mia Martini: Egidio Maggio



Egidio Maggio ha suonato nell'ultimo tour di Mia Martini effettuato nella prima decade di maggio del 1995. Ha voluto esprimere la sua opinione sulla grande artista.


....credo che sia stata una delle mie esperienze più forti....sotto tutti i punti di vista....per chi ha avuto la fortuna di stare a fianco a Mimì, pur avendo un carattere non facile, sa di essere un privilegiato. Il mio bagaglio di esperienza, in quel periodo, è magicamente cresciuto e per un musicista è fondamentale ampliare le proprie conoscenze. Quello di cui aveva bisogno lo sapeva perfettamente, ti diceva nei minimi particolari come doveva essere interpretato un brano, insomma, lavorare in questo modo con lei era molto semplice....a parte quando non era di buon umore (..eh..eh..eh..), ma Mimì era così prendere o lasciare.

Durante le prove del tour eravamo ad Ortanova ( FG ) in teatro e lei da giorni soffriva di un forte mal di denti ( ....piccola premessa : si provava dalle 9.00 alle 13.30 e dalle 15.00 alle 23.00 e non si risparmiava con la voce era sempre li a cantare ogni pezzo come se fosse in concerto.... ) a cena ci dice di preparare e arrangiare per il giorno dopo dei brani in maniera acustica perchè aveva preso appuntamento con il dentista; noi tutti tirammo un sospiro di sollievo perchè andavamo incontro ad una giornata di lavoro un pò più tranquilla....il giorno dopo......avevamo già provato un paio di pezzi quando intorno alle 11.30 ce la vediamo salire sul palco con la mano sulla guancia e con mezza faccia ancora sotto anestesia, ci dice: "pensavate di esservi liberata di me....eh !!!" ....insomma dopo dieci minuti eravamo a provare i brani nuovi, con Mimì che CANTAVA con metà bocca ( compresa la parte superiore sinistra delle labbra ) ancora sotto anestesia....mamma mia ragazzi che forza !!!