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venerdì 10 febbraio 2012

Mia dell'Anima. Intervista a Mia Martini


Parlare di Mia Martini è estremamente facile: Mia è una di noi, la sua storia potrebbe essere la nostra. Momenti di grande successo si sono alternati a vicende di intenso dolore e forte solitudine. La vita è così per tutti, l’importante è trovare il coraggio di dare un senso a tutto questo e Mia l’ha fatto. Profonda e sensibile interprete delle emozioni, ci parla di sé e della sua esperienza con confidenziale spontaneità.


Due anni fa hai proposto una fantastica canzone, “Donna” è il titolo: che tipo di donna descrivevi e che tipo di donna vedi oggi?
Non vi è descritto un sol tipo di donna, si parla di diverse violenze che si fanno alle donne e non solo quelle fisiche; come diceva il grande Lennon ‘la donna è il negro del mondo’! La donna è colei che deve capire, è il trait d’union, èquell’equilibrio…la donna è la cattiva coscienza, è la madre; la donna è la follia, la donna è satana, è la tentazione; la donna è il dubbio ma è anche la soluzione.

Chiacchierando con te si nota una raffinata e serena saggezza: cosa ti ha aiutato ad acquisire una virtù così tanto rara oggi?
E’ dovuta al troppo dolore. Quando si soffre tanto, si rischia d’impazzire ma si cerca anche di capire e per cercare di capire, la prima cosa da fare è di abbandonare assolutamente il vittimismo e cercare di essere obiettivi; mai dare la colpa agli altri e dire che la colpa di tutto ciò che succede è essenzialmente nostra, allora questo significa che per capire, per conoscere, per sapere, ti devi spogliare di qualsiasi tipo d’orgoglio e soprattutto non devi lasciarti prendere dalla tentazione di giustificarti; questa è una cosa in cui eccediamo volentieri e molto spesso. Bisogna diventare obiettivi e per esserlo bisogna vagliare i pro e i contro. Invece di dire ‘quello non era il padre che io volevo, in verità ho un altro padre’, bisogna cominciare a chiedersi: io sono la figlia di mio padre…’, tutto ciò ti rivolta completamente la situazione. Quando tendi a volerti giustificare e non lo fai nei tuoi confronti ma pensi all’altra persona, allora riesci a capire…

In un’intervista dicevi che hai voluto metterti allo specchio senza pietà.
Ho impiegato tanto tempo per capirlo; mi sono dilaniata, ho dovuto farlo. Ho avuto bisogno di cercare mio padre, quindi di cercare me stessa e sciogliere molti pregiudizi e tante mie debolezze, tante mie vigliaccherie, tante mie colpe, tante mie superficialità, senza cercare di comprendere se quello che mi era stato detto era vero o no; non bisogna dare mai nulla per scontato!

Cos ‘è per te la poesia?
Secondo me la poesia è la ricerca della verità perchè significa amore, curiosità, aver voglia di conoscere e conoscere significa entrare dentro, dentro le cicatrici dell'essere che vuoi amare.

Massimiliano Taroni  Dimensioni - Giugno 1991
L'elaborazione grafo pittorica della foto è di Alfonso Farina

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venerdì 3 febbraio 2012

Come nasce una canzone. Mariella Nava racconta “Le altre”, l’inedito postumo di Mia Martini


Ai microfoni di Chez Mimì, Mariella Nava racconta volentieri l’aneddoto legato al brano Le Le altre, scritto per Mia Martini e rimasto nel cassetto per vari anni.


Ho un ricordo bellissimo. Partirei, innanzitutto, dalla mia passione per Mimì, e, visto che avevo iniziato a scrivere canzoni, a volte richieste da grandi voci, ho coltivato questo sogno di potere comporre qualcosa per la sua grandiosa voce. Allora, mi è venuta l’ispirazione per questa canzone intitolata Le altre creata ai miei esordi, nel periodo 1988/89.

Ho realizzato il provino in studio e gliela mandai su una cassetta e non ne ho più saputo niente. Ho pensato che non fosse mai arrivata o che non era risultata di suo gradimento. Sono trascorsi molti anni, più di una volta ho cercato di avvicinarla: man mano che io crescevo nella mia popolarità e lei confermava di nuovo il suo meritato ritorno aumentavano le possibilità di incontrarci.

Ci siamo ritrovate affiancate in più di una occasione, però non ho mai trovato il coraggio di chiederle se avesse avuto il piacere di cantare qualche mia canzone o ascoltare qualche altra cosa, scivolando e glissando su questo argomento riguardante Le altre.

Poi, la vita è quella che è, Mimì è venuta a mancare, quindi questa voglia di scrivere per lei mi è rimasto come un boccone non andato giù. Dal momento che avevo composto per Renato Zero e per alcune voci femminili come Ornella Vanoni, Syria, Mietta, mi chiedevano spesso perché non avevo pensato di farlo per Mimì che è più vicina come modo, meridionale, un po’ graffiante. Mi limitavo a rispondere che purtroppo il tempo è stato breve, nonostante la mia intenzione di proporle qualche cosa, e che il mio sogno era rimasto un desiderio insoddisfatto, senza possibilità di realizzazione, ormai.

E, invece, proprio in un mio momento di grande buio, esattamente tre anni fa nel 2007, quando avevo quasi deciso di non cantare più, ho ricevuto un telefonata di Maurizio Piccoli che mi informava di avere trovato un manoscritto di Mimì dove aveva tirato giù il testo di questa canzone Le altre, annotando che era mio.

Al suo chiedermi se sapessi qualcosa, l’ho informato che si trattava di un provino inviato in tempi antichi e, non avendo saputo più nulla, ho pensato che non fosse piaciuto. Maurizio ha messo in dubbio questa mia convinzione, conoscendo l’abitudine di Mimì, cioè di appuntare i testi quando aveva l’intenzione di fare dopo una eventuale registrazione.

Sorpresa ed emozionata, ho riferito che per me sarebbe stata la notizia più grande della mia vita, come un regalo dal cielo, considerata la situazione difficile che stavo vivendo dal punto di vista professionale. Piccoli si è adoperato immediatamente e ha fatto una ricerca accurata tra i provini di tutto il materiale che aveva a disposizione. Ha scoperto che il pezzo era stato realizzato con una base particolare. Mimì deve avere deciso dopo di non inserirlo in nessun album, probabilmente avrebbe dovuto fare parte di Lacrime, ma nell’assemblare il disco, ha pensato di lasciarlo fuori, chiuso per anni in un cassetto.

Quando ho ascoltato il brano, sia l’originale e quello nuovo rivestito di un nuovo arrangiamento, ho provato un qualcosa di indescrivibile, tanto da commuovermi anche adesso, è come se avessi ricevuto una iniezione di fiducia, un messaggio di sprono a continuare con il mio lavoro. Devo a Mimì se ancora faccio l’artista….