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sabato 28 giugno 2014

A tu per tu con Mia Martini:Si lotta anche con la musica nelle battaglie delle donne


 
A tu per tu con Mia Martini dopo il concerto. Si lotta anche con la musica nelle battaglie delle donne

Serena, tranquilla, disponibile. Così Mia Martini è apparsa al suo pubblico, fedele e composto, giunto ad applaudirla alla festa dell’Unità di S. Ilario. Dopo un lunghissimo silenzio, dovuto a vicissitudini personali e al ‘velenoso’ ambiente dello spettacolo, che aveva tenuto l’artista calabrese lontana dalle scene per sei anni. Mimì, come la chiamano gli amici, è tornata alla grande all’ultimo festival di Sanremo con un brano intitolato Almeno tu nell’universo (di Lauzi – Fabrizio), ottenendo ottimi consensi da parte della critica e del pubblico.
Avevo pensato di ritirarmi per meditare e prendermi una pausa, piuttosto che dare un’immagine sbagliata di quella che sono veramente. Poi dopo tanti anni ho capito che desideravo tornare a cantare e non ho più resistito. La musica è la mia vita.
 
Interprete sensibile ed istintiva, dotata di una voce particolarmente espressiva, ha dato vita in un crescendo di emozioni, ad un concerto coinvolgente, in cui, oltre ad interpretare i vecchi successi e i brani del suo ultimo album intitolato Martini Mia, si è cimentata anche con i grandi: De Gregori, Battisti, i Beatles e Joni Mitchell. Alla fine del concerto, dimostrando una disponibilità sconosciuta alle prime donne della canzone si è concessa al pubblico in un divertente dibattito. La Martini è un personaggio autentico, forse poco ‘coreografico’ e la sua vita privata ha sempre coinciso con quella professionale. E’ noto, infatti, il suo impegno sul fronte femminile e il sostegno verso alcune cause importanti come quella dell’aborto.
Le battaglie di noi donne sono sempre state durissime, abbiamo sempre dovuto lottare con impegno per ottenere qualcosa. Mi sembrava assurdo che una delle poche vittorie che abbiamo ottenuto ci potesse essere tolta.
Un impegno che Mimì porta anche nelle sue canzoni, in cui parla di Donne piccole come stelle, prese a botte e trattate come un porno.

Quanto credi di poter comunicare con una canzone?
 
Quando ascolto una canzone che mi viene proposta chiedo soltanto che mi coinvolga e che mi emozioni, poi cerco di scoprire che cos’è che mi emoziona e quando lo capisco tutto ciò diventa una storia mia, che io credo di aver già vissuto e la racconto.
Si recita di più nella vita o su un palcoscenico?
Nella vita, senz’altro. Recitiamo normalmente tutti i giorni. I cantanti sul palcoscenico invece non fanno altro che esagerare quella che può essere una nostra maniera di  recitare, un nostro modo di essere.
C’è qualche collega italiana che stimi particolarmente?
Ce ne sono diverse. Ne posso dire due che rappresentano due mondi completamente diversi: Alice e Mina.
Qualcuno ti ha paragonata alla grande Edith Piaf: cosa ne pensi?
La cultura francese, pur essendo affascinante è molto diversa dalla mia. Io mi sento molto mediterranea e legata alla Calabria ed alla Grecia. Mi piace comunque cantare tutto ciò che mi coinvolge completamente anche fisicamente.
Una domanda di dovere: quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Continuerò questa tournée nella quale sto scoprendo ovunque calore ed un amore enormi da parte del pubblico. Più avanti ne farò una teatrale e penserò ad un altro album che farò uscire solo quando avrò cose nuove o importanti da dire.
Luciano Manzotti Estate 1990

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martedì 17 giugno 2014

Con Mia Martini e Charles Aznavour all'Olympia


 
Era la fine del 1977. In una riunione alla Lem Audio Service System di S. Giovanni Marignano, alle porte di Cattolica, si discuteva della tournée di Mimì (Mia Martini), che sarebbe partita a breve, e nel frattempo c'era in giro Aznavour con il suo tour, che prevedeva però pochissime date.

Non so come, ma Bibi (Ballandi, l'impresario della Martini e di molti altri artisti) riuscì ad avere un incontro coll'impresario di Aznavour e così si decise di accoppiare i due (artisticamente) e partì il tour. Facemmo molte date in Italia. Ricordo il palasport di Bologna, poi Milano, Roma e altre ancora. Alla fine gli impresari decisero di fare l'ultima data a Parigi, all'Olympia, che all'epoca era gestita da Bruno Coquatrix.

Tutto qui: non fu Az a portare Mimì a Parigi, ma semplicemente si decise di concludere lì il tour.

E' superfluo dire che io feci i salti dall'entusiasmo quando ci dissero che andavamo a Parigi e poi all'Olympia! Az (il suo vero cognome è Aznavourian) mi piaceva da matti, specie con la sua L'Istrione, e poi un pezzo di cui non ricordo il titolo, ma le parole erano in italiano"ieri lei ecc." e la cantava anche la Berti.

A Parigi non ci ero mai stato e pensavo di toccare il cielo, però troppo presto mi ricordarono che ero lì per lavoro. Soprattutto le prove furono massacranti. Se Mimì era quel che era, Az non era da meno, anzi peggio. Le litigate con i musicisti erano all'ordine del giorno. Charles è un perfezionista fino all'eccesso.

L'unica cosa bella fu che feci amicizia con i tecnici francesi e io, che pensavo a Parigi come tutti normalmente ci possono pensare, mi trovai con loro a mangiare in certi posti dove i turisti non vanno.

E' vero che mi fecero vedere Parigi, ma non come immaginavo io. Piccoli bar fumosi, bettole dove si mangiava quel che passava il convento, però il fatto di essere lì mentre gli altri pagavano e io ero pagato per quello, era gratificante.

 Ne ricordo uno dove vado ancora oggi. E' sul Canal St. Martin e quando sei dentro, ti aspetti di vedere la porta aprirsi ed entrare la Piaf, o Montand, o Gabin o altri miti di quel calibro.

Di tempo non ce n'era mai abbastanza. Ogni giorno bisognava cambiare qualcosa. Prove su prove per poi finalmente andare in scena e lì si apriva il cielo. Ricordo un pezzo spettacolare, "Et Maintenant" cantata a due voci. Faceva venire la pelle d'oca e devo dire che nemmeno il grande Bécaud riusciva a trasmettere la stessa emozione.

Ricordo un giorno che in camerino venne Trenet. Avrei dato l'anima per sentirli cantare tutti e tre insieme!

 
Carlo Romano F.A.Q Parigine



Mia Martini e Charles Aznavour in "Dopo l'amore"http://www.youtube.com/watch?v=g45C3WJt3HQ

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Una serata con Mia Martini e Charles Aznavour
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 Mia Martini - Charles Aznavour accoppiata vincente http://questimieipensieri.blogspot.it/2011/01/mia-martini-charles-aznavour-accoppiata.html

Ecco un altro articolo su questa collaborazione Mia Martini con Charles Aznavour. Clicca qui:

  

sabato 7 giugno 2014

Mia Martini bocciata a Sanremo 1994: più ingiusta della mia esclusione quella di Cristiano De André


 
4O FESTIVAL DELLA CANZONE ITALIANA DI SANREMO 1994 - Appello della cantante Mia Martini  a Claudia Mori che per il suo "no" al Festival rischia il tribunale:
Claudia ripensaci, non ne vale la pena…….
E prosegue:
Più ingiusta della mia esclusione quella di Cristiano De Andrè. Non canterei mai il brano della moglie di Celentano: non ho feeling col suo autore, Toto Cutugno.

Mia Martini dice di essere ancora sconvolta, quasi incredula.
La solidarietà tra artisti nel mondo della canzone è rara. Il gesto di Claudia Mori mi ha commosso. L' ho chiamata per ringraziarla, le ho chiesto di ripensarci. Sta preparando un album e Sanremo è sempre una grande vetrina promozionale.
E invece, la Mori non vuole cambiare idea:
se Mia sta a casa, ha detto, ci resto anch'io.

 Sembra facile, ma di mezzo c' è  il regolamento del Festival: l' articolo 11 stabilisce che la casa discografica e l' interprete del brano scelto, una volta ricevuta la comunicazione dell' ammissione alla gara, non possono ritirarsi per nessun motivo. E che se invece questo avviene, l' organizzazione del Festival può chiedere il risarcimento dei danni. E diventa un po’  "padrona" del brano: l' unica possibilità che resta alla casa discografica è quella di sostituire l' artista con un altro di pari importanza, ma soltanto se appartiene alla stessa etichetta.
 

La casa discografica, di mio marito, ha soltanto due artisti: io e Celentano,  interviene Claudia Mori .. Dovrebbe andare lui al posto mio? Mi sarebbe tanto piaciuto offrire la canzone a Mia Martini, se lei naturalmente fosse stata d' accordo. Ma anche questo non è possibile, perché Mia ha un contratto con la Polygram.
 
Siamo fermi al punto di partenza, allora.
Sì, è tutto molto complicato, il regolamento del Festival, francamente, mi sembra coercitivo, diciamo eccessivo. Mio marito mi incoraggia a proseguire su questa strada e anch' io sono sempre decisa, ma a questo punto è chiaro che potrebbero esserci conseguenze legali. Mi dispiacerebbe molto finire in tribunale.
 
Potrebbe quindi essere costretta a tornare sui suoi passi?
E' soltanto l' ipotesi estrema. Ne sto parlando con il mio avvocato, tra qualche giorno tutta la vicenda sarà definita.
 
E Mia Martini? Bocciata perché  alla commissione giudicatrice non è piaciuta la sua canzone "La vita racconta", prenderebbe il posto di Claudia Mori?
Un altro gesto gentile. Davvero è troppo, stupendo, ma non posso accettare . replica .. Anche perché mi imbarazzerebbe molto. E poi non ho un grande feeling con Toto Cutugno. Per carità , lui è bravo ma io non so cantare le sue canzoni, non è il mio stile. Però ancora più della mia esclusione, è ingiusta quella di Cristiano De Andrè. Pazzesco: l' anno scorso si è piazzato al secondo posto, quest' anno il brano gliel' ha scritto nientemeno che il grande Fabrizio. Ma come si fa a bocciare una canzone di Fabrizio De Andrè ? Non si può fare nulla per riammetterlo in gara?.
 
Pare proprio di no, signora Martini, la commissione ha già designato la "riserva" e si fa il nome di Franco Simone.
Gli faccio tanti auguri. Quanto a me, sono tranquilla, mi dedicherò con calma al mio album: oltre a due inediti, "La vita racconta" e "Viva l'amore", canterò brani d' autore, di Dalla, De Andre' , Bennato, Vasco Rossi, Zucchero, De Gregori, Vecchioni. Non sembra molto dispiaciuta per questa eliminazione. "Infatti. Ci teneva di più la mia casa discografica. Io preferisco così , anche perché quando c' è mia sorella Loredana Bertè , non dico che ci sono problemi... Insomma, è meglio restare separate. Loredana ha una bella canzone, in questo Festival "strano", per non dire di peggio, è la Annie Lennox della situazione. Le auguro un Sanremo tranquillo.

Iossa Mariolina - Corriere della Sera  (29 dicembre 1993)

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