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domenica 30 marzo 2014

Riflettori su Mario Maglione: il mio amore per Napoli, Roberto Murolo e Mia Martini


Splendido musicista e appassionato interprete, Mario Maglione è uno dei più autorevoli rappresentanti nel panorama della melodia napoletana di tutti i tempi. Considerato da anni l’erede spirituale di Roberto Murolo, brilla di luce propria, che viene espressa pienamente attraverso le sue note ed il canto. In questa intervista, rilasciata a Chez Mimì, l’attenzione è rivolta alla sua carriera e soprattutto al suo amore per Napoli, Roberto Murolo e anche ad un suo ricordo affettuoso di Mia Martini .  

Da anni lei è considerato l’erede di Roberto Murolo. Quale è la sua opinione a questo proposito. E quanta responsabilità comporta…
Come ho sempre affermato, io credo di essere l’erede del Maestro nel porgere la canzone attraverso la sua eleganza, io e il Maestro avevamo due timbri completamenti diversi ma molto simili nel porgere!! Per quanto riguarda il titolo per me ė solo un grande onore....

Può raccontare il suo rapporto artistico ed umano con Roberto Murolo e qualche aneddoto in particolare?....
Con il maestro ho trascorso circa 30 anni della mia vita artistica e non, ricordo, specialmente d'inverno, tantissime serate a giocare a carte a casa della carissima Bianca Fusaro, amica affettuosissima del maestro e mia. Per quanto riguarda aneddoti ne ho talmente tanti ma molto lunghi da raccontare.

• “Nessuno è profeta in patria”. Crede che questo sia valido anche per lei, alla luce del notevole successo riportato all’estero?
 Sa, Napoli è una città molto difficile anche dal lato musicale: tutti recitano, tutti cantano ecc.ecc. Sono anni che vorrei capire effettivamente cosa pensano di me artisticamente i mie concittadini ma non ci riesco! Sono felice che all'estero mi apprezzano molto questo mi fa stare bene !!!

Spesso lei va in tournée in Giappone e in altri paesi del mondo, a proporre il suo repertorio classico tradizionale partenopeo. A cosa è dovuta questa popolarità e quale è il motivo che la rende plausibile?
(Risposta semplice e breve) Amano tantissimo la canzone napoletana e principalmente cantanti eleganti nel porgere!

Tra i suoi progetti, ci sono una serie di concerti con Tiziana Rivale. Come nasce questa collaborazione e quale repertorio avete scelto?
Questo progetto nasce da un'idea dell'attore napoletano Angelo Di Gennaro amico e direttore artistico del Teatro Troisi a Napoli. Il repertorio  è rappresentato d classici napoletani per me e classici italiani per Tiziana e un bel finale insieme.

° Ha conosciuto Mia Martini nel suo periodo più difficile, quello del black out, in cui si rifugiò a Napoli. Come è avvenuto il vostro incontro?
Io credo di essere stato il primo a conoscere Mimi nel 1988, quando un impresario napoletano le fece un contratto per una tournée estiva e si doveva coprire 3 ore di spettacolo preceduto prima da uno show in cui c’ero anche io. Da  quel momento in poi, è nata una bella amicizia.  Le racconto un aneddoto: io cantavo prima di lei e spesso la sera non capivo per quale motivo lei non saliva sul palco dopo la mia ultima canzone.  Dal momento che nessuno mi diceva niente, io dovevo ancora continuare, visto che scappavano tutti. Dopo un po' di serate, ho scoperto che si nascondeva e diceva al suo agente: aspetta non ci facciamo vedere da Mario così canta ancora un napoletano. Le piaceva molto sentirmi cantare…..che grande donna!!!!

 
Come è nata l’idea di proporre nel 1988 a Master Reginella, in trietto con Mimì e Drupi?
Nella mia lunga carriera e lunghissima gavetta credo di aver fatto da supporter a molti cantanti di musica leggera e tra questi c'era anche Drupi che mi stimava moltissimo. Una sera d 'estate mi disse che forse doveva fare uno special in TV e mi promise, e mantenne,  che se lo avesse fatto mi avrebbe ospitato.  C’era  anche Mimi  in trasmissione e  venne l’idea di fare questo pezzo tutti e tre. Bellissimo!
 
 
E’ stato più volte invitato come ospite da Mia Martini nei suoi concerti, ma non esistono incisioni vostre in studio. Perché? Si è prospettata all’orizzonte almeno l’intenzione di realizzarle?
Come vede, non ci sono ne con Mimi ne con Murolo. I vari organizzatori partenopei, dopo il successo di Mimi e Murolo, mi hanno allontanato da loro perché forse disturbavo, ma Mimì, quando poteva, mi chiamava sempre come ospite nei suoi concerti!!! E’ la vita che va così…

Ha proposto più volte, persino in duetto con la cantante del sol levante Junko Matsmumoto che canta benissimo in napoletano, un omaggio al suo grande maestro Roberto Murolo, proponendo Cu’mme', ormai diventato un classico, che ha riportato nei primi anni ’90 la musica napoletana moderna in classifica. Ha avuto l’occasione di interpretarla anche con Mia Martini?
No, non mi è mai capitata l'occasione. Mimì da me voleva sentire il classico omaggio napoletano

La città di Napoli ha adottato Maradona e anche Mimì. Di recente, il Comune ha deciso di intitolarle una Sala Convegni. Crede che ciò possa bastare o i tempi sono maturi per un grande concerto live-tributo interamente dedicato a Mia Martini, con la partecipazione esclusiva di artisti partenopei?
Sono felice per questa decisione di avere intitolato a Mimì una Sala Convegni e mi meraviglio che non abbiano ancora organizzato un concerto.  Mi auguro che lo facciano presto!!!
 
Intervista realizzata da Pippo Augliera

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venerdì 28 marzo 2014

Come nasce una canzone: “Minuetto” raccontata da Mia Martini, Franco Califano e Dario Baldan Bembo


 
Minuetto arriva un anno dopo Piccolo uomo, il brano che dato la notorietà a Mia Martini nel 1972, e la scelta si rivela azzeccata in quanto permette alla giovane artista di bissare l'exploit commerciale, risultando il singolo più venduto del suo repertorio.
Autore del testo è un ancora poco noto Franco Califano, che per l'occasione collabora con Dario Baldan Bembo. Una prima stesura del testo, più convenzionale e meno efficace, che all’epoca non aveva convinto, è stata realizzata da Luigi Albertelli, col titolo Salvami. I fans hanno potuto ascoltare questa versione solo alcuni anni fa, inserita nella raccolta postuma di inediti Canzoni segrete.

Prima della pubblicazione, in diverse interviste, Mia Martini dichiara con entusiasmo di avere pronta una canzone ‘forte’, prevedendo i consensi che, puntualmente, ha ottenuto e continua ad averli ancora oggi, nonostante siano trascorsi  oltre 40 anni: A MIO PARERE, Minuetto è un pezzo di genere classicheggiante con un finale straordinariamente suggestivo. Piacerà alla gente di palato fino. Ma siccome oggi i gusti si sono affinati, dovrebbe piacere anche al grande pubblico….
 



Franco Califano ha raccontato la genesi di questo brano: Mi ricordo che all'epoca cominciò in altre mani. Tutti gli altri, oltre a Baldan Bembo che aveva scritto la musica, ci misero del testo sbagliandolo tutti. Io ero a Milano e fui chiamato per ultimo, come sempre. Mi sono fatto dare i testi sbagliati, ho visto dove hanno sbagliato ed è lì che ho azzeccato il testo, facendomi raccontare da Mimì un po’ della sua vita in quel momento. E gliel’ho scritta addosso, insomma. Ho fatto un po’ il sarto e un po’ l’artista. La parte che assomiglia di più a Mimì di questa canzone è quella centrale, dove tutti quanti avevano sbagliato ripetendo sempre la stessa parola. Io invece lì ci ho fatto il discorsivo (canta la canzone). L’attesa drammatica di una donna che aspetta il suo uomo, che arriva quando vuole. E ce ne sono di “machi” che arrivano quando vogliono e se ne vanno quando vogliono. Appena finito di comporre, sentii subito che si trattava di un pezzo del quale Mia Martini avrebbe colto perfettamente tutte le sfumature, la sua malinconia, la sua storia di amore disperato. In qualche modo "Minuetto" segnò il suo grande successo, la nascita di un'interprete impareggiabile, che osservava il mondo e gli uomini con una straordinaria sensibilità.


 
Il testo ripropone l’immagine di una donna che, nonostante tutti i soprusi e gli abbandoni, torna ad elemosinare amore da un uomo egoista e bugiardo, racconta le ore tutte uguali di una prigionia senza catene per amore di un uomo assente ed egoista che viene quando vuole, prende ciò che vuole e se ne và. Ma evidenziando, questa è la novità rispetto agli argomenti allora trattati, un risveglio femminile che acquista coscienza di se attraverso percorsi di dolore, di sofferenza.

lunedì 24 marzo 2014

Luciano Tallarini: Quando penso a Mia Martini ricordo il profumo delle mimose


Luciano Tallarini si è sempre dedicato al mondo dello spettacolo e della musica occupandosi dell'immagine di Mina,  Mia Martini, Vasco Rossi, Ornella Vanoni, Zucchero, Gino Paoli, Ivano Fossati, Loredana Berté, e tanti altri protagonisti della musica italiana.    
 
Per Mia Martini ha realizzato le copertine degli album in studio Che vuoi...se t'ho aspettato tanto, Per amarti, Mimì, Quante volte...ho contato le stelle e di alcune raccolte, uscite postume: Canzoni quasi segrete, I colori del mio universo, L'universo di Mia, La neve, il cielo, l'immenso.
Ecco un suo personale ricordo di Mia Martini:
Chissà perché ricordo il profumo delle mimose quando penso a Mimì! Sarà perché l'avevo 'agghindata' con quei fiori per il servizio fotografico di "PER AMARTI" o, forse perché girai tutta Verona, una sera  del 1989, al FESTIVALBAR , per portargliele in albergo prima dell'esibizione all'Arena. 'Signore, siamo a settembre, le mimose fioriscono in primavera' mi rispondevano i fioristi stupiti dalla mia richiesta. Ripiegai su un bouquet di fiori di campo che le feci recapitare da un fattorino con un biglietto "... OGGI COME ALLORA!!!" Era il suo ritorno al successo dopo anni nell'ombra e non potevo mancare .Si precipitò nella hall dell'albergo, raggiante, bellissima e il suo abbraccio mi lasciò un profumo leggerissimo e fugace, come quello delle mimose.
 
Questa è la donna che ricordo, timida, lieve, mai incombente per la sua grandezza e la sua fama.
 La donna e l'artista poi, erano una cosa sola. Non aveva altra vita se non quella delle sue canzoni, viveva le storie che cantava, riversava in esse ogni sua emozione e i suoi struggimenti.
Se   cantava di un "PICCOLO UOMO" o di una "DONNA SOLA" cantava di se stessa e dei suoi amori, urlava disperata  "...CHE FAREI PER AMARTI" perché se lo chiedeva davvero, si stupiva della bellezza di ciò che la circondava quando invocava "AL MONDO", soffriva quando scopriva che " GLI UOMINI NON CAMBIANO".
 Era diversa MIA MARTINI, diversa dalle altre grandi della canzone, così abili nel trasformarsi in "divine" solo per la durata di uno spettacolo. - Lei divina lo era sempre, in scena  e fuori di essa, al primo posto, in classifica o chiusa nella sua casa in Umbria! - Ma come è noto i fiori di mimosa durano davvero poco!"
 (Luciano Tallarini)

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Canta Mia Martini: voce, cuore e passione.
 

venerdì 21 marzo 2014

Mia Martini: Siamo nel 1983 eppure ancora c’è chi crede di vivere nell’oscuro medioevo

 
L' Italia si sa è il paese delle novità. Novità in tutti i sensi. Ormai nessuno si meraviglia più per le notizie sensazionali, fossero pure le più eclatanti. Infatti è questa la notizia più eclatante e «ghiotta», che in questo momento, circola nel mondo dello spettacolo: il triangolo della jella. Si potrebbe intitolare così questo fatto, che sa tanto di pochade versione nostrana, con protagoniste tre cantanti: Martini, Rettore, Bertè.
 

Ed ecco i fatti. Nel mondo della canzonetta, fra sussurra e grida, da tempo circola la voce che Mia Martini, sarebbe una «menagramo», una da evitare a tutti i costi, per non incorrere in disgrazie e in incidenti. Una triste fama che l'ha perseguitata per anni e anni. Ma come è saltata fuori questa diceria?
 

Risale ad oltre dieci anni fa. Mia Martini, notissima come cantante, era ricercata costantemente da discografici, tv, giornalisti e manager. Disse no ad un manager che la voleva in esclusiva e questi per vendicarsi, cominciò a mettere in giro questa voce. La Martini divenne, dunque, «quella che porta jella». Insomma più che una donna e una cantante dovrebbe «essere» una strega da mettere al rogo, un gufo, o peggio, una fattucchiera. Ancora oggi, in piena era robotica, si crede a queste cose: corni, cornetti e ferri di cavallo, per esorcizzare il malocchio. E sono tanti, gli artisti che ci credono.
 

Mia Martini, come tutte le sue conterranee è una donna di fuoco, ma sa essere anche paziente e ironica.Ha saputo attendere e ha imparato a ridere delle superstizioni che le hanno avvelenato la carriera. Ma è stata ripagata dal pubblico, più vero e meno malizioso, dell'ambiente dello spettacolo. Il suo pubblico ha sempre creduto in lei e non l'ha mai dimenticata. Ma come è tornata alla ribalta, dopo anni di silenzio, puntualmente si rifanno vive le voci maligne e la storia della jettatura, sul suo conto. A rinfocolare le diceries econdo sua sorella Loredana Bertè trasformatasi per l'occasione suo «avvocato difensore», è la Rettore. La bionda cantante veneta, che è stata anche querelata, ovviamente nega tutto. Una causa l'ha già vinta ed è sicura di uscire bene anche da questa storia. Comunque vadano le cose, è proprio un «brutto affare».
 
Una commedia all'italiana che Vittorio De Sica avrebbe trasformato in un film. Da buon napoletano era molto sensibile quando, all'orizzonte, si profilavano fatti e storie che avevano a che fare con corni, cornetti e scongiuri. In tutto questo, ora, cerchiamo il lato comico e ridiamone insieme. Per la prima volta, «l'imputata jella» ha avuto l'onore di essere discussa in una austera aula di tribunale, in mezzo ad avvocati e giudici togati. «In nome del popolo italiano, poiché non sussistono prove e fatti reali, la jella non è perseguibile, per la legge». Questa è la frase che vorremmo sentire nell'aula, ma ahinoi, le cose non stanno realmente così. Si deve giudicare se una persona porta o no la jettatura.


Stabilire se Domenica Bertè, in arte Mia Martini, è o non è una «strega». Il buon senso dei giudici, dei querelanti e dei controquerelanti, dovrebbe in questo senso riflettere e stendere un velo su tutta la faccenda. Di questa polemica se ne è già parlato a dismisura. Chi ne ha pagato le conseguenze è Mia Martini; che continua ad essere condizionata da questa stupida calunnia.
STORIA DI STREGHE MALOCCHI SCONGIURI di FLAVIA D’ANNUNZIO  da Cioè 1983

Articolo pubblicato parzialmente nel libro Mia Martini - La voce dentro


 
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martedì 18 marzo 2014

Oggi parliamo di: Mia Martini. Intervista 1978


 
I trent’anni li ha compiuti lo scorso 20 settembre. Ma non li dimostra e in certi momenti sembra ancora la Mimì Bertè che due lustri fa si avventurava, un po’ spaesata, nel mondo della musica leggera. Poi, diventata Mia Martini, ha affinato lo stile, ha agguantato il successo, ha smesso di abbigliarsi come una hippy scappata precipitosamente da casa. Ma è rimasta, intimamente, la ragazza semplice, schietta e un po’ disarmata di un tempo.
Mimì è diventata Mia Martini sei anni fa, e da allora ne ha fatta di strada! I critici dicono che è l’unica, in Italia con Mina, a saper ‘veramente ‘ cantare, ad avere una caratura internazionale.
Deve essere proprio così, se ora la troviamo reduce dal Giappone, dove ha vinto il primo premio come interprete in un Festival al quale partecipavano cantanti e complessi di tutto il mondo.
Ma non basta. Dal 10 gennaio, per un mese, sarà all’Olympia, il ‘tempio’ della musica leggera europea, il celeberrimo teatro parigino, per una serie di spettacoli che la vedranno a fianco di Charles Aznavour.
All’Olympia i cantanti italiani non hanno mai avuto troppa fortuna, basterà citare il caso di Ornella Vanoni, che venne sonoramente fischiata. La Martini, però, sembra destinata a far centro, a superare l’”esame” su un palcoscenico che è stato calcato dalle più celebri “vedettes”: da Josephine Baker a Liza Minnelli, da Marlene Dietrich a Barbra Streisand.
Non andrà, infatti, allo sbaraglio, ma verrà tenuta a battesimo da Charles Aznavour che, a Parigi, è sempre considerato il “Numero uno” della canzone.
Il mitico sciovinismo francese verrà messo a dura prova: il pubblico  sarà costretto a giudicare l’”Italiana” per quello che vale, senza pruriti nazionalistici, visto e considerato che il grande Aznavour l’ha voluta al suo fianco.
Mia e Aznavour si sono conosciuti qualche anno fa, quando lei andò in Francia per lanciare Minuetto. Il “maestro”  rimase colpito al punto che, quando si trattò di fare una tournèe in Italia, decise di scegliere proprio la Martini come partner.
Fu un successo, e così Aznavour l’ha voluta ancora “in ditta” con lui, questa volta all’Olympia.
 
Se “dal vivo” Mia miete successi, in Italia e all’estero, anche in camo discografico continua ad andare forte. Lo dimostra, ancora una volta, il suo ultimo LP, Per amarti”.
Per restare in tema d’amore, va detto  che a Mia le cose vanno meglio in microsolco che nella realtà. La sua vita sentimentale, infatti, risulta sempre in passivo.
Una sequela ininterrotta di amori sbagliati o comunque finiti male. Anche l’ultimo, in ordine di tempo,quello per Mauro Capponi, è stato un fiasco.
Il fatto di essere famosa è un’arma a doppio taglio – dice Mia. Sulle prime un uomo è lusingato dal fatto  d’essere legato ad una celebrità. Ma dopo un po’ si stanca di fare “il principe consorte”, e pretende che “la diva” ridiventi semplicemente una donna, magari una mogliettina, una mamma, e basta….
Quando Mia si trova ad operare una scelta del genere, di optare per la carriera oppure per una esistenza normale, comune, lontana dalle luci della ribalta, la conclusione è sempre la stessa: si tiene la sua professione, e perde l’uomo…
In fondo, dagli uomini non ho mai avuto niente, conclude, filosoficamente,  ho solo dato, senza ricevere nulla in cambio. Mentre dal mio lavoro ho avuto tutto, ho avuto emozioni e soddisfazioni alle quali non saprei rinunciare. E allora….resto zitella e canto!
Lucia Russo  Bliz 1978

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sabato 15 marzo 2014

Diventerò campionessa d'Europa. Intervista a Mia Martini


Mia Martini rappresenterà l’Italia al prossimo festival della Canzone con un motivo di sicuro successo. Il titolo: Libera
Dopo la trionfale tournèe con Charles Aznavour a Roma, Genova, Torino, Bologna e Venezia (lo spettacolo al Sistina è stato ripreso in televisione e lo vedremo presto a colori), Mia Martini si prepara a rappresentare l’Italia al Gran Premio eurovisivo della Canzone, che si terrà il 2 aprile prossimo a Wembley, in Inghilterra. Alla manifestazione canterà un pezzo inedito Libera, che è stato firmato da Luigi Albertelli e Salvatore Fabrizio.

A Charles devo effettivamente molto, confessa la Martini, mi ha visto nello spettacolo che ho registrato per la televisione francese e gli sono piaciuta molto, tanto che mi ha voluta con sé in Italia, offrendomi anche la soddisfazione di cantare, oltre che il mio repertorio, anche una canzone con lui. L’incontro è andato così bene, che Aznavour mi ha voluta con sé, preferendomi ad altre, per le sue prossime tournèe in Francia e in Spagna.
 
Come si è trovata a cantare con questo mostro sacro?
Talmente bene che faremo un disco della canzone insieme. E Charles, molto cavallerescamente, la canterà in italiano.

Perché, secondo lei, ha dovuto andare prima in Francia per ottenere la convalida di cantante di qualità?
Perché il nostro pubblico è più distratto. In Francia la gente va ai concerti di musica leggera per un vero e proprio interesse musicale. Il pubblico è più esigente e preparato e quindi più attento.
Non è un controsenso per lei, partecipare proprio adesso a una manifestazione come l’Eurofestival, dove sembra abbiano successo solo motivetti facili e disimpegnati?
No, vado all’Eurofestival con molto entusiasmo perché credo in Libera. E’ un motivo facile che può avere una presa popolare ma è anche un prodotto di alto livello.

Intervista di Daniela Giannantonio - Anno 1977

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venerdì 7 marzo 2014

Come nasce una canzone: Donna commentata da Mia Martini e dal suo autore Enzo Gragnaniello


 
E’ palese che, sin dal suo esordio, Mia Martini ha dato una svolta ai testi triti e ritriti dove imperano i cuori che fanno rima baciata con gli amori. E’ innegabile constatare in essi un risveglio femminile, nell’evidenziare la trasformazione dell’immagine di una donna che acquista coscienza di se, attraverso percorsi di dolore e di sofferenza, e di un’artista che ha precorso i tempi.

A conferma dello stretto connubio tra l’artista e la donna, riecheggiano le parole della stessa Martini: Vivo esattamente come canto, le emozioni che trasmetto passano attraverso il mio corpo; questo mio modo di essere, pur rappresentando la reale differenza tra una cantante e una grande interprete, lo pago a caro prezzo.

Un suo prezioso compagno è stato Enzo Gragnaniello, e su di lui commenterà entusiasta: è un grande artista e sono felice di questo incontro. Il suo in realtà è un dialetto napoletano trasformato in italiano, perché della sua lingua conserva alcune espressioni tipiche. La sua maniera di esprimere i concetti è molto semplice, ma anche molto toccante.

Uno dei brani più importanti della loro collaborazione è Donna. Ecco come commentano entrambi la loro conoscenza e la genesi di questa canzone.
 ‘L’ho vissuta nel momento più allucinante della sua vita, rivela Gragnaniello. Anche fisicamente non era al massimo, il suo viso trasmetteva sofferenza ed è questa immagine che ho avuto subito di lei, non appena l’ho conosciuta, la mia Mimì. Mi avevano chiamato due impresari, conosciuti nel napoletano come il gatto e la volpe,  al telefono, e mi dissero che volevano farmi sentire  questa artista. La vedo esibirsi accompagnata soltanto da un pianista e quando la sento cantare rimango fulminato sulla sedia,  sento qualcosa che vibra e mi dico : -che cosa sta succedendo? Perché questa donna canta così? La sua è una voce dell’anima, e mi domando come un’artista così grande possa essere maltrattata da tanta cattiveria. Avverto una forte emozione. Questa per me è la più grande cantante che io abbia mai sentito.. Alla fine del concerto ci presentano e istintivamente ci abbracciamo, è  un bell’ incontro. Avevo già cominciato a comporre Donna e quando tornai a casa continuai a scriverla per tutta la notte pensando a lei.

E prosegue: Dopo qualche giorno, la invito a casa mia ai Quartieri Spagnoli ad ascoltare il provino, lo vuole sentire almeno cinque volte, le piace tanto e mi chiede come è possibile che abbia scritto questo pezzo, calandomi nella sensibilità femminile. Percepisco il suo cambiamento, come se le abbia trasmesso una carica dentro, una energia, una linfa di cui lei ha bisogno in quel momento.
E così nasce questo grande rapporto forte tra me e lei, una interprete che ha trasformato con il passare degli anni la sua voce, non più quella vocina bella degli inizi, ma capace di vomitare note ed emozioni, e questo è cantare… solo John Lennon ha espresso come lei certe cose in maniera toccante.

E, infatti, l’apice del risveglio della coscienza femminile, viene raggiunto dalla grande artista proprio con Donna, una perla del 1989, dal testo straordinariamente moderno e al passo con i tempi, dove è fortissimo il connubio tra la sfera personale e la sua arte, così come racconta la stessa Mimì:

 
Nel brano non vi è descritto un solo tipo di donna, si parla di diverse violenze che si fanno alle donne e non solo quelle fisiche; come diceva il grande Lennon: la donna è il negro del mondo. La donna è la cattiva coscienza, è la madre; la donna è colei che deve capire, è il trat d’union, è quell’equilibrio…; la donna è la follia, la tentazione; la donna è il dubbio ma è anche la soluzione. Mi ritrovo in questo testo e lo sento perché ho subito delle violenze sia come artista che come donna.
Elaborazione testo di Pippo Augliera dal libro La voce dentro
 


Il video di Donna:
http://youtu.be/WsPtHE4uzd8

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