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sabato 9 aprile 2011

Mimì per noi: Una “zingara” coraggiosa. Gianni Melli intervista Mia Martini


Ecco un articolo scritto da Gianni Melli, alla fine degli anni ’70, in cui Mia Martini rivela, ancora una volta, la sua coerenza di artista e di donna.

Le è sempre stato difficile sentirsi una donna soltanto, priva di incubi e di complicazioni, uguale a qualsiasi persona normalmente inserita: Chiaro che per Mia Martini il successo, quando arriva, abbia effetti diversi da quelli che produce normalmente: è delirio di qualche giorno, ma poi può diventare persino disperazione, può risultare nauseante come certi giorni passati a cacciarlo. In queste contraddizioni Mia Martini si è dibattuta e si dibatte, anche se non le sembra possibile, anche se, in fondo, milioni di dischi venduti le sono serviti per sentirsi un po’ meno sola. C’è un esempio emblematico nella sua vita di zingara di lusso, che è un po’ la chiave per decifrarla: nel 1969 finisce in carcere, si sente una fallita, o anzi ‘meno di niente’, come più volte ha specificato lei. Nove anni dopo, voltandosi indietro, potrebbe soltanto compiacersi per i prodigi che le sono riusciti, per i traguardi che ha toccato. E invece non è così: all’Olympia di Parigi, dove da gennaio a febbraio tiene applauditissimi recital con Charles Aznavour, si ritrova, una sera qualsiasi, con la stessa angoscia, con la stessa consapevolezza di aver sbagliato tutto, scelte e amicizia, che le fu causa di tanti guai nel 1969. E allora? Allora come è veramente Mia Martini? Che cosa le serve guadagnare molto, essere rispettata dai colleghi, aver cancellato, a forza di scelte indovinate, quella brutta esperienza che neppure i giornali riuscirono a nascondere? Lei, non più con atteggiamenti fatali e nemmeno magra da far paura, vestita semplicemente come le è sempre piaciuto, prova a rispondere con la massima serenità. Dice:

Oggi, a trent’anni, confesso d’aver fatto molto per correre incontro al successo. Quand’è arrivato, mi sono resa conto che forse non ne valeva la pena, perché non si raggiunge mai la meta che ti sei prefissa. E allora debbo ammettere che per me non è mai stato importante essere anonima e conosciuta, squattrinata o piena di soldi. E’ stato invece sempre determinante trovare una nuova dimensione, lavorare tranquillamente per sentirmi utile. Come cantante, passati certi fanatismi giovanili, mi ero accorta di somigliare ad un automa, sensazione che avranno forse avvertito altri miei colleghi. Ero un prodotto di consumo: bastava pigiare un bottone di juke-box all’angolo, che uscivo, a beneficio di gente sconosciuta, come i gettoni del telefono e un pacchetto di caramelle. No, non era quello che volevo. Mi sentivo banale. A Parigi poi, m’hanno lasciata sola. Niente più dialoghi con la mia casa discografica, niente più incontri. Mi sono sentita di nuovo come in prigione, anche se cambiavano i motivi e le tinte della mia crisi. Mi sono sentita detenuta delle mie stesse ambizioni, proprio nel momento più bello della mia carriera, mentre ogni sera m’esibivo vicino al grande e favoloso Aznavour.

Sono seguiti giorni di riflessione e di ribellione. Adesso va meglio. Mia Martini ha ripreso a ritmo serrato la propria attività; televisione, serate, radio, per far conoscere una canzone, che considera anche sua in quanto ha partecipato, con Ivano Fossati, alla stesura del testo, ha collaborato agli arrangiamenti… ’Vola’ si intitola il motivo. L’avvenimento assume per lei un’importanza significativa e soprattutto si sente perfettamente coinvolta dal refrain del brano che dice ‘la gente vola, l’amore vola’, come la realtà che fugge sempre via. Confessa:

Non sono più soltanto una cantante, bensì una persona che canta per conto terzi, intervenendo in prima persona alla realizzazione dei motivi che mi vengono affidati. A che serve il successo, se non lo senti tuo, scaturito soprattutto dalla tua anima?

Lei, che sa cosa vuol dire giudicarsi un’anima persa tanto che era arrivata alla decisione di smettere, di cambiare addirittura professione e interessi, adesso, che si sente appagata dalla nuova libertà, ha ripreso a lavorare di buona lena. Per capirsi meglio, per verificare il suo mondo di cantante con quello di altri colleghi, periodicamente compie interviste per una emittente privata, ‘Radio Bologna International’. Precisa:

A volte mi critico ritenendomi una dal carattere fragile. Mi consolo però quando realizzo questi incontri con colleghi perché scopro che anche loro soffrono di precise debolezze Cosa trovo di interessante in questi incontri? Conoscere davvero i colleghi come non sono riuscita a capirli in dieci anni di professione, anche se ci siamo già incontrati, siamo stati l’una accanto all’altro partecipando a festival o rassegne, ma sono volati gli anni senza afferrare nulla di loro, niente di me….

Sembra realizzata. La libertà pare esaltarla di nuovo. Probabilmente resterà appagata pochi mesi o pochi anni, secondo il suo stile, secondo il destino che l’accompagna. In verità, Mia Martini è sempre alla ricerca di qualcosa che possa farla felice: un amico, un cane, un incontro nuovo ed eccitante che possa aprirle nuovi squarci e distoglierla dalla bolgia infernale che è la popolarità, a volte il successo.

Intervista di Gianni Melli

Il video di "Vola"
http://www.youtube.com/watch?v=A4bcI66Q2mY
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