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venerdì 1 aprile 2011

Mia Martini.“Finalmente ora canto me stessa”. Boy Music 1982


Mimì. Il nome le si addice: nella piega del sorriso che ancora stenta a volte ad uscire del tutto, nello sguardo che parzialmente sfugge, nella timidezza dell’approccio di chi sta ritrovando solo ora la gente e la fiducia in essa. “Ormai i miei tre anni di assenza dalla scena sono acqua passata. Dallo scorso Sanremo (con “E non finisce mica il cielo”) in poi è nata un’altra Mia Martini. Quindi, oggi, non c’è nessun rientro, semmai una prosecuzione della nuova strada intrapresa.

In Quante volte ho contato le stelle riveli situazioni vissute.
E’ stata un’esperienza emozionante.

Nuovo “45” e nuovo Lp. Curatissimo negli arrangiamenti, forte di melodia ma mai melenso, e che ti chiama in causa in prima persona…
Sì, in questo album ho scritto praticamente tutti i testi e ho, per la prima volta, interpretato me stessa.

Il che significa…
Che finora tutti consideravano la mia voce e basta. Ero un’interprete delle cose che altri scrivevano, c’era partecipazione vocale, ma non di testa, di cuore, di sangue. Oggi, affrontando appunto questa prova ho capito che essere cantanti di se stessi è un’altra cosa, molto più interessante e completa. Io ho cantato le cose che in certi momenti ho vissuto o ho creduto di vivere. Un’esperienza che è solo l’inizio del mio lavoro futuro e che mi ha fatto finalmente trovare la mia giusta dimensione d’artista.

Al tuo fianco, come gran maestro, produttore e arrangiatore, Shel Shapiro. Come mai lui e non Ivano Fossati, tuo compagno per tanti anni e che ha portato di nuovo al successo Loredana Bertè?
Proprio perché Ivano è stato per cinque anni il mio compagno nella vita. E non puoi mantenere abbastanza distacco in un rapporto di lavoro con una persona che ha condiviso per tanto tempo con te, privatamente, molte situazioni intime. Cinque anni non si possono dimenticare.

Con Shapiro come ti sei trovata?
Shel è una persona splendida: con lui prima che un feeling artistico se n’è instaurato uno umano. Continueremo a lavorare insieme.

Ma chi ha avuto interesse a mettere in giro certe voci?
Immagino qualche impresario con la voglia di vendicarsi, ma non sto a sottilizzare sulla fonte. Fortunatamente, questo non mi ha fatto perdere l’affetto del pubblico.

Loredana Bertè, tua sorella. Nata artisticamente dopo di te, ha oggi consolidato il tuo successo. Qualcuno dice, surclassandoti e rovinando i vostri rapporti…
Tutte storie. Io e Loredana siamo sempre state e siamo tuttora molto affiatate. Anzi, forse adesso ci capiamo di più e siamo più vicine. Tra l’altro, sono stata io a prendere la decisione, dopo anni di sodalizio artistico, di lasciare Lavezzi per collaborare con Fossati. Se non andava bene, si giocava la carriera. E’ quindi un po’ merito mio il suo successo di oggi.

Musicalmente parlando, il panorama donna in Italia…
Lo trovo migliore di un tempo. Una volta le donne si limitavano a cantare e in modo spesso stereotipato; oggi ricercano, si cimentano come musiciste, scrivono, partecipano in prima persona alla musica. Lo vedi con personaggi quali la Nannini, Alice, ma anche con giovanissime sconosciute: a Castrocaro, dove ho fatto da madrina tra l’altro alla vincitrice Donatella Milani .

Quando chiedo a una cantante i suoi riferimenti musicali o la collega che preferisce spesso mi si risponde Mia Martini. La cosa t’inorgoglisce?
Un po’ si. Anche se non mi voglio più considerare una cantante solamente, è bello sapere di essere gratificate di stima in un ambiente che fa più facilmente trapelare la maldicenza della generosità.

Mimì a 35 anni. Generalmente a questa età si fanno dei bilanci…
E li faccio anch’io spesso. Artisticamente, con la svolta di scrivere i pezzi, credo di essere maturata molto, è la mia vera identità.

E come donna?
Come donna, sono abbastanza serena….

Non felice?
La felicità è una cosa che ricercavo quand’ero una ragazzina incosciente. Oggi non credo più alle utopie. Quello che conta è il mio equilibrio.

A qualunque costo?
Si, anche a costo di dare un taglio a cose importanti, come un grande amore. Le vette altissime t’inebriano, ma ti fanno perdere il senso del reale e ti sprofondano con facilità. Alle cime meglio le colline: dolci, appena digradanti, intatte.

Appunto come Mimì oggi.

Intervista di Laura Reggiani per Boy Music 1982

Il video di "Bambolina, bambolina da Chianciano Terme
 http://www.youtube.com/watch?v=G6x1NMUfQ0U

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http://questimieipensieri.blogspot.com/2010/12/in-viaggio-con-mimi.html

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