Marco Masini lascia il mondo della musica e Mia Martini lo difende. Non é un'arringa nuova quella che si sta consumando intorno all'artista fiorentino, ma, come lui stesso ha tenuto a precisare nell'intervista rilasciata a MusicaItaliana.com, risale a diversi anni fa. Lo dimostra un documento venuto di recente a galla, grazie alla continua ricerca di Menico Caroli, esperto della vita artistica di Mimì. Risale al settembre '93 infatti l'intervista che Mia Martini ha rilasciato negli studi di RadioDue Rai. Niente di particolare se questa breve chiacchierata non contenesse una difesa della stessa artista nei confronti di Marco Masini. Mimì parla con decisione delle polemiche che da sempre hanno accompagnato la carriera dell'artista fiorentino e ne prende, senza veli, la più convinta difesa.
Vorrei parlare un attimo di questo caso che coinvolge Marco Masini - dice Mia Martini - mi piacerebbe proprio avviare una polemica.
E' il mondo della musica "raffinata" ad essere additata per prima:
Mi riferisco al fatto che certi intellettuali si rivelano diffidenti verso questo tipo di musica - spiega - adesso mi sto riferendo non tanto a Masini ma a Bigazzi, che poi é quello che l'ha lanciato. C'é una specie di razzismo nel nostro Paese, per cui si osannano i cantautori, specie quelli che fanno politica con le canzoni, e si affondano le canzoni commerciali... Vi assicuro: é molto difficile scrivere una bella canzone commerciale... é invece facilissimo fare gli intellettuali, atteggiarsi a fare i poeti e scrivere canzoni "raffinate".
All'affermazione della speaker, che le fa notare come non sia facile avere successo con questo genere di canzoni "intellettuali", Mimì risponde:
Sì, ed è per questo che certi cantautori assumono questa specie di aureola. Il fatto di non essere accolti dalle masse li fa sentire come dei santi... Li vedi girare come vittime consacrate. Io vorrei azzerare questo modo di pensare, che, oltre ad essere un tantino squallido, è soprattutto razzistico. A me piace la gente che lavora seriamente, i professionisti, e devo dire che di gente come Giancarlo Bigazzi ne esiste veramente poca in Italia. Mi riferisco alla gente che sa fare il proprio mestiere.
Il discorso a questo punto si fa caldo, si entra nel vivo della polemica e a proposito del trattamento riservato dai critici a Marco Masini, Mimì entra subito nel merito:
I critici l'hanno massacrato, risparmiandolo solo l'anno in cui uscì con Disperato. Ma vi rendete conto che é un grande artista, é un musicista, suona il piano e poi ha una voce bellissima. Ma dico: cosa volete di più?.
Mai come oggi queste parole appaiono opportune e ben pesate, segno evidente che, da allora, le cose non sono poi cambiate molto.
L'anno dopo - continua Mimì - ha venduto un milione di copie con Perché lo fai e automaticamente é diventato il bersaglio della critica. Questa non é una bella cosa. Su di lui hanno detto e scritto qualsiasi cosa, come avevano fatto con me un po' di anni fa. Ho sentito persino dire che portava jella! E' assurdo - conclude - ma perché in Italia bisogna essere così squallidi!.
La speaker incalza: «Forse, per quanto riguarda Masini, si trattava di una critica riferita piuttosto ai temi delle sue canzoni...». Mia Martini non é d'accordo:
«Come ai temi? Pensi che ci siano temi di serie A e temi di serie B? Io non la penso così... Tutti abbiamo dei problemi e questi possono essere grandi o piccoli. Ma se tu hai dei problemi "più intellettuali" dei miei, questo non significa che i miei non siano lo stesso importanti per me. Bisogna rispettare i problemi di tutti... Ci sono persone più semplici che vivono problemi più semplici. Perché non parlarne?».
Qual é la verità allora per Mia Martini?«La verità é che c'é un po' d'invidia alla base di questi ragionamenti. Sì, perché quando uno ha un successo così grande, come Marco Masini, qualcuno ci rimane male. E si vendica».
Immediato il commento della conduttrice: «Intendi invidia da parte dei critici? Non mi pare che i critici debbano vendere dischi...». Diretta la risposta di Mimì:
«Si ma devono vendere se stessi... e i loro giornali!».
(Si ringraziano Menico Caroli e RadioDue Rai)Vorrei parlare un attimo di questo caso che coinvolge Marco Masini - dice Mia Martini - mi piacerebbe proprio avviare una polemica.
E' il mondo della musica "raffinata" ad essere additata per prima:
Mi riferisco al fatto che certi intellettuali si rivelano diffidenti verso questo tipo di musica - spiega - adesso mi sto riferendo non tanto a Masini ma a Bigazzi, che poi é quello che l'ha lanciato. C'é una specie di razzismo nel nostro Paese, per cui si osannano i cantautori, specie quelli che fanno politica con le canzoni, e si affondano le canzoni commerciali... Vi assicuro: é molto difficile scrivere una bella canzone commerciale... é invece facilissimo fare gli intellettuali, atteggiarsi a fare i poeti e scrivere canzoni "raffinate".
All'affermazione della speaker, che le fa notare come non sia facile avere successo con questo genere di canzoni "intellettuali", Mimì risponde:
Sì, ed è per questo che certi cantautori assumono questa specie di aureola. Il fatto di non essere accolti dalle masse li fa sentire come dei santi... Li vedi girare come vittime consacrate. Io vorrei azzerare questo modo di pensare, che, oltre ad essere un tantino squallido, è soprattutto razzistico. A me piace la gente che lavora seriamente, i professionisti, e devo dire che di gente come Giancarlo Bigazzi ne esiste veramente poca in Italia. Mi riferisco alla gente che sa fare il proprio mestiere.
Il discorso a questo punto si fa caldo, si entra nel vivo della polemica e a proposito del trattamento riservato dai critici a Marco Masini, Mimì entra subito nel merito:
I critici l'hanno massacrato, risparmiandolo solo l'anno in cui uscì con Disperato. Ma vi rendete conto che é un grande artista, é un musicista, suona il piano e poi ha una voce bellissima. Ma dico: cosa volete di più?.
Mai come oggi queste parole appaiono opportune e ben pesate, segno evidente che, da allora, le cose non sono poi cambiate molto.
L'anno dopo - continua Mimì - ha venduto un milione di copie con Perché lo fai e automaticamente é diventato il bersaglio della critica. Questa non é una bella cosa. Su di lui hanno detto e scritto qualsiasi cosa, come avevano fatto con me un po' di anni fa. Ho sentito persino dire che portava jella! E' assurdo - conclude - ma perché in Italia bisogna essere così squallidi!.
La speaker incalza: «Forse, per quanto riguarda Masini, si trattava di una critica riferita piuttosto ai temi delle sue canzoni...». Mia Martini non é d'accordo:
«Come ai temi? Pensi che ci siano temi di serie A e temi di serie B? Io non la penso così... Tutti abbiamo dei problemi e questi possono essere grandi o piccoli. Ma se tu hai dei problemi "più intellettuali" dei miei, questo non significa che i miei non siano lo stesso importanti per me. Bisogna rispettare i problemi di tutti... Ci sono persone più semplici che vivono problemi più semplici. Perché non parlarne?».
Qual é la verità allora per Mia Martini?«La verità é che c'é un po' d'invidia alla base di questi ragionamenti. Sì, perché quando uno ha un successo così grande, come Marco Masini, qualcuno ci rimane male. E si vendica».
Immediato il commento della conduttrice: «Intendi invidia da parte dei critici? Non mi pare che i critici debbano vendere dischi...». Diretta la risposta di Mimì:
«Si ma devono vendere se stessi... e i loro giornali!».
(Paola De Simone)
Fonte Musicaitaliana.com
Fonte Musicaitaliana.com
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