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martedì 23 dicembre 2008

Recensione di "Quante volte.. ho contato le stelle" di Mia Martini





Due albums italiani. Due donne a confronto. Due voci che, pur lontane, possiedono tuttavia analogie e raffinatezze.
Mina offre come al solito il suo saggio di fine anno, un doppio album arrangiato per la metà da Celso Valli e per il resto dal figlio Massimiliano. E' il solito lavoro di Mina, una cosa da professionisti, scontata, ma assolutamente priva di calore. La maggior parte delle canzoni sono scialbe, come dire inutili. E' triste doverlo ammettere ma al di fuori di "Già visto" o degli omaggi brasiliani a Chico Buarque con "Que Sera", splendido tema di "Dona Flor ed i suoi due mariti", ed a Caetano Veloso con "Marrakesh", non andiamo oltre ad una dimensione scontata e piatta. Quasi un disco fatto senza amore, esattamente l'opposto di "Quante volte... ho contato le stelle" il nuovo lavoro di Mia Martini. Mimì questa volta ha fatto centro, sulla scia di "Traslocando" di Loredana Bertè. Certamente una famiglia d'oro. Siamo in un campo diverso dal pop rock della Bertè, siamo nel regno incontrastato della canzone italiana. Il vestito indossato da questo album è un abito da sera, fatto di nero e di bianco, di emozioni intense e parole vere. Dietro il vetro c'è Shel Shapiro, saggio produttore ed autore intelligente nonché bravissimo arrangiatore di alcune tra le canzoni più belle mai fatte a casa nostra. La sorpresa di questo album è però la stessa Mia Martini. Sono sue le canzoni più autentiche ed i momenti appassionati. Canzoni come brandelli della propria carne, vissute e sofferte. Autenticamente vere. E la sua voce è mirabile, calibrata, da vera e propria interprete intelligente e brava. Come era fare Mina, una volta. Erano altri tempi però... "Quante volte... ho contato le stelle" è un disco imperdibile.
di Paolo De Bernardin per Rockstar anno 1982

Il video di "Bambolina, bambolina"
http://www.youtube.com/watch?v=8H2LpF1AfRw

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