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mercoledì 3 agosto 2011

Mia Martini/Loredana Bertè Sensualità&Sessualità



L’uscita in contemporanea di due stupendi album
permette, per la prima volta di fare il punto su un binomio
al femminile della nostrana musica leggera.

Il mondo dello spettacolo è pieno di figli d’arte, di fratelli e sorelle le cui carriere procedono tra confronti e paragoni (specie se lavorano nello stesso campo) fino a quando l’affermazione di uno segna, in qualche modo, la perdita di terreno da parte dell’altro. Spesso seguono litigate clamorose e riappacificazioni per il bene della famiglia e così chi è in vantaggio cerca di lavorare anche per il bene comune ma sempre con le debite distanze e non perdendo occasione per sottolineare, in caso di successo anche per chi era rimasto al palo, come il proprio apporto sia risultato determinante. Inutile fare nomi al proposito: queste sono cose che succedono da quando il mondo è mondo e nessuno se ne meraviglia più di tanto... dopo tutto di Caino e Abele si parla della notte dei tempi. Forse proprio per questo motivo le carriere artistiche di Loredana Bertè e Mia Martini, sorelle con qualche anno di differenza, sono sempre state tenute debitamente separate: obiettivo comune di successo ma strade diverse per raggiungerlo prima di diventare tutt’e due di casa. Mimì con un piccolo anticipo, nell’ olimpo della musica leggera giovane del nostro paese.Ma qual è il mondo delle sorelle Bertè (Martini è un nome d’arte)? Innanzitutto va detto che il loro legame è solidissimo e così si deduce di quello con la famiglia (ricordate ‘Padre davvero’, la canzone di Mia che attaccava violentemente il rapporto padre-figlia esprimendo grossi rancori generazionali? Poi il tempo ha mitigato tutto, tanto è vero che l’ultimo disco della Martini è dedicato proprio a suo padre): le sorelle Bertè comunque non sono signore. Loredana l’ha cantato e Mimì lo sottolinea aggrottando le ciglia soprattutto quando l’accostano a Mina e alla Vanoni.
Le signore – precisa – sono loro ed è giusto così, io non ci tengo affatto ad esserlo. Il mio mondo è fatto di pochi affetti, qualche amico, qualche pianta, musica e cucinare.. sono una golosa e poi mi piace proprio, starei ore a cucinare.. il guaio è che poi mangerei tutto e non si può fare. Poche persone quindi.. me ne sono successe tante e allora meglio andare con i piedi di piombo ed evitare altre delusioni, altri dolori. Non è un discorso triste, assolutamente: è una questione di scelte. Io ho fatto le mie e mi va bene così, sto bene, lavoro bene insieme a persone che mi stimano, mi diverto. Non è poco.

Ma non è tutto oro quello che luccica: Mimì, per esempio, è tornata alla ribalta solo lo scorso anno dopo un periodo di quasi tre anni passato a ricucire le ferite aperte da incomprensioni artistiche e personali. Incontrarla oggi e soprattutto ascoltarla cantare fa nascere immediatamente questa domanda: ‘Come mai Mia Martini, cantante oggettivamente brava ( a questo proposito nessuno discute, la critica specializzata presente all’ ultimo festival di Sanremo ha premiato la sua ‘E non finisce mica il cielo’ ) non è uno di quei personaggi che hanno un successo clamoroso? Come mai tanti sbandamenti dopo il clamore degli esordi? Mancanza di preparazione, di attitudine mentale al successo oppure... sfortuna?’.
Girate questa domanda a Mimì e la vedrete, come è successo a noi, quasi punta sul vivo.

Ti riferisci al fatto che dicono che porto sfortuna? – dice con foga, travisando il senso della domanda . Bene, è ora che affrontiamo anche questo argomento che nasce soltanto dalla stupidità di persone che consideravo amiche, che mi stavano vicine quando questa fesseria è venuta fuori. In un primo momento non ci ho fatto caso perché ero convinta che le persone intelligenti non avrebbero dato il minimo credito a queste dicerie. E invece... probabilmente c’è molta gente stupida o quanto meno condizionabile da chi è in malafede... fatto sta che mi hanno appiccicato questa spiacevolissima etichetta e io per lungo tempo ho evitato l’argomento anche perché nessuno faceva domande precise. Ma adesso basta: ne ho parlato con Shel (Shapiro, produttore del suo ultimo album, ‘Quante volte.. ho contato le stelle’) e lui mi ha consigliato di affrontare l’argomento. E non è facile credimi.. cioè dipende dalla persona che hai davanti..

Mimì ( il nomignolo le sembra cucito addosso ed è stato il titolo del penultimo album, quello dello scorso anno, che ha dato il via al rilancio della Martini) ‘affronta l’argomento’, di per sé molto spiacevole, con graduale serenità che, una volta esaurito questo sfogo (comprensibilissimo), le consente di rispondere anche agli altri interrogativi della domanda iniziale.

• ANNI ’70: PRONTE ? VIA

In effetti – continua - il successo di ‘Minuetto’, ‘Piccolo uomo’, ‘Padre davvero’ è stato qualcosa che ha scombussolato quella che era la mia vita. Da un punto di vista artistico si trattava di un periodo pieno di fermenti, i primi anni ’70, e io nascevo in una situazione da festival pop, abbastanza lontana dai meccanismi del mercato. Poi entri in classifica, diventi personaggio tuo malgrado e alla fine ti accorgi che non è quello che volevi, che i ritmi ti travolgono e tu non sei preparata, vorresti fare altre cose... per questi motivi mi sono fermata dopo l’uscita di ‘Danza’, un album che io amo molto anche se non è stato promosso quasi per niente e il grande pubblico quindi non lo conosce’.

Anche gli esordi di Loredana meritano alcune considerazioni. Evitando qualsiasi paragone con la sorella che godeva già di un discreto successo, Loredana saltò alla ribalta più che per i suoi albums (‘Streaking’, ‘ Normale o super’, ‘Tir’), che presentavano comunque una manciata di canzoni discrete, per il suo personaggio iniziale……..

STELLE DA CANTARE E LUNA IN ALTO MARE

 
Anche nella carriera di Mia c’è una sterzata netta, quello dell’album ‘Danza’ la cui mancata promozione ha innescato una serie di problemi tra l’artista e la casa discografica che ha portato alla rottura del contratto da parte di Mia con i conseguenti problemi economici in parte risolti dai nuovi discografici della Martini.

Con ‘Danza’ è successo che io volevo un altro indirizzo artistico perché mi ero stancata di un personaggio da cantante tradizionale che non era mio anche se mi ha dato soddisfazioni come cantare all’ Olympia di Parigi con Aznavour, cose che in Italia pochi sanno proprio perché la promozione che ricevevo io non era minimamente caratterizzata dalla mia vita artistica ma solo dai dischi. Solo quelli contavano e alla loro maniera naturalmente: così, quando ho deciso la copertina di ‘Danza’, la coppa di champagne presa a calci che significava visualizzare le mie interpretazioni, loro hanno detto di non essere d’accordo ed è cominciato un periodo di scazzi.

E il lavoro di Mia consiste nel cantare (e anche scrivere ma l’aspetto è secondario ‘Perché l’importante è sentire le cose che si cantano’) le cose che sente con la sua splendida voce che nonostante qualche problema (Un intervento alle corde vocali mi ha fatto perdere un qualcosina di quelle famose tre ottave che facevano di me un fenomeno da baraccone – dice a proposito Mimì – e adesso sono più tranquilla anche perché non devo sempre essere al limite per dimostrare qualcosa a qualcuno), resta sempre l’aspetto più bello della sua produzione senza nulla togliere ai meriti dei suoi collaboratori, musicisti e autori che siano. Quando scrive per sé o quando fa sue le canzoni che le vengono proposte, quando esprime cioè compiutamente la sua anima artistica e creativa, Mimì dimostra subito di non essere un personaggio tradizionale (qualcuno l’accosta a Mina e alla Vanoni) ma un’artista al passo con i tempi sia per quanto riguarda le tematiche che per la musica, sempre al servizio della formula canzone ma attenta ai gusti del pubblico aperto a grandi fenomeni della musica giovane. “Quante volte.. ho contato le stelle” è, da questo punto di vista, un prodotto ben confezionato, grazie anche al gusto e alla sensibilità di Shapiro, il cui apporto Mia ritiene ‘determinante’, e all’equilibrio tra suoni acustici ed elettrici tutti magistralmente legati dalla voce di Mimì e dalle sue interpretazioni sempre più belle.

STRETTAMENTE PERSONALE

Si era fatto, qualche riga fa, un accenno al legame sentimentale tra Mimì e Ivano Fossati. Non è questa la sede per parlarne (tra l’altro i soliti, saputo della collaborazione tra Loredana e Ivano, hanno subito malignato rischiando la querela – Loredana era fuori di sé dalla rabbia- senza minimamente incrinare il rapporto tra le due sorelle che si vogliono un bene dell’anima – facilmente constatabile dalla luce degli occhi quando una delle due, senza nessuna differenza, parla dell’ altra – che non può essere messo in discussione da tali idiozie) ma ecco come Mimì spiega il fatto che Ivano lavori con Loredana piuttosto che con lei.

All’inizio, seguendo un consiglio che ci hanno dato in molti, abbiamo lavorato insieme ma non è stato facile.. si finiva per trasportare anche nel lavoro le tensioni del rapporto, tensioni normalissime come quelle di tutti, creandone altre ancora e così dopo ‘E non finisce mica il cielo’ ci siamo detti di comune accordo che era meglio non lavorare insieme. Ivano mi ha consigliato Shel e devo dire che non sbagliava: Shel è bravissimo come musicista ma è soprattutto una persona che mi aiuta a stare bene, a vincere i miei timori, le mie paure.. un amico. Abbiamo lavorato con amore, in perfetta serenità, divertendoci: e questo è un aspetto importante per la buona riuscita delle cose che fai. Io poi ho caldeggiato (sorride..) la collaborazione tra Loredana e Ivano perché secondo me Fossati poteva veramente mettere Loredana in condizione di lavorare bene. Non credo di essermi sbagliata: ‘Traslocando’ è un ottimo disco, la canzone del titolo poi è stupenda..

Si tratta di una canzone di Ivano ma il giudizio di Mimì, che ha dedicato a Fossati ( “e alla sua gelosia”) ‘Io appartango a te’ (proprio così con la A), un tangaccio nuova maniera tra le cose più belle dell’ultimo album, è abbastanza disinteressato.

Un’altra canzone bella – aggiunge tra il serio e il faceto – del disco di Loredana è la mia, ‘Notte che verrà’ ma ci sono molte cose belle.. non mi piace, ad esempio, come ha fatto ‘J’adore venice’ (altra canzone di Ivano).. ma è sempre così quando fai una cover da un brano che un altro artista ha già personalizzato.. e non mi convince la canzone scritta da Renato Zero ma.. sai, sono amici.. è una cosa loro.

Talmente amici che sono stati, poche settimane fa, a lavorare insieme in America ma, senza entrare nel merito della questione affettiva, chi scrive concorda nel considerare ‘Una’ un brano abbastanza distaccato dal resto del disco, quasi una storia tra amici anche se il risultato non è dei più felici. Tra l’altro anche per quanto riguarda l’immagine Loredana è in debito (si fa per dire) Verso Renato di un qualcosa che non sempre le si è rivelato utile.

Ma io – precisa Loredana – sono fatta così. Non mi va di badare troppo a quello che si dice anche perché se no starei fresca: mi posso mettere una parrucca rossa, vestirmi da suora (come sulla copertina, sensualissima, di ‘Traslocando’) o da pirata, da sergente dell’esercito, senza doverne rendere conto a nessuno. La mia fortuna è essere testarda: se non lo fossi stata, se non fossi stata quasi pignola, se non avessi fatto di tutto per riuscire poi a fare quello che voglio io, se mi fossi fermata alle critiche di qualche superficiale che non sa niente ma giudica lo stesso, se non avessi fatto tutto questo sarei rimasta indietro, come è successo a molte altre, e sarei sempre alle prese con la paura di sbagliare finendo per non fare niente. Poi non mi va che sia messo in discussione un modo di essere, il mio, che è l’espressione del mio mondo, un mondo uguale a quello di tutti che io cerco di rendermi meno grigio e più divertente. Solo così si può lavorare bene: io non sono come Mimì che è una grande cantante, io cerco solo di fare bene le cose che faccio, di progredire.. e infatti ho anche studiato canto dopo che già tutti mi conoscevano.. di lavorare sodo perché bisogna andare sempre avanti e non ci si può accontentare di un successo ogni tanto. E naturalmente di divertirmi sia lavorando, e da questo punto di vista con Ivano non ci sono stati problemi perché tutto è filato liscio, che nella mia vita privata. Ma quest’ ultima, paparazzi e cretini permettendo, riguarda solo me e il mio mondo.
 
Loredana invece ha scelto una vita più dinamica, più on the road, com’è del resto giusto per gli obiettivi che si è prefissa di realizzare.
Ma non vorrei fare la figura di quella tutta lavoro e solo lavoro. Ho i miei amici, le mie storie, le mie vacanze in giro per il mondo.. certo mi scoccia un po’ essere sempre nel mirino di qualcuno ma mica posso segregarmi in casa e fare la suora per davvero. Non sarò una signora ma ho diritto anche io ai fatti miei senza dovere essere costretta a nascondermi se sono vestita in modo strano o se sono in compagnia di qualcuno. O no?
di Francesco De Vitis Music -  novembre 1982

Il video di Stiamo come stiamo.Mia Martini e Loredana Bertè presentate da Benedetta Mazzini http://www.youtube.com/watch?v=BAp0hw2Xr0o

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