Reggio Calabria – La
incontro casualmente. Ha appena terminato di esibirsi al Cantagiro. E’ sola, in
disparte, nonostante i numerosi fan che la inseguono per un autografo e una
foto ricordo. Due occhi scuri e uno sguardo intenso, un sorriso aperto in un
volto tipicamente mediterraneo, incorniciato da capelli lunghi, neri e folti,
trattenuti dietro la nuca. E’ Mia Martini, la ragazza di Bagnara Calabra che ha
portato alto negli anni il vessillo della musica leggera italiana. L’artista di
Minuetto, de La nevicata del ‘56 si definisce figlia di “Gazziano”, il
torrente da cui trae origine la vicenda di Bagnara.
Tornare in Calabria
è come tornare da mia madre o da mio padre.
E scopro che Mia Martini è una
donna sola. I suoi genitori si sono separati da parecchio tempo, il padre vive
a Gallarate, la madre a Roma.
E la sorella
Loredana Bertè?
Ogni tanto ho sue notizie dai giornali, la vedo su qualche barca assieme a Borg, so che gira incessantemente per il mondo, ma non parlo con lei da quando eravamo bambine, non sono stata neppure invitata al suo matrimonio.
Ogni tanto ho sue notizie dai giornali, la vedo su qualche barca assieme a Borg, so che gira incessantemente per il mondo, ma non parlo con lei da quando eravamo bambine, non sono stata neppure invitata al suo matrimonio.
Una punta di
amarezza traspare dalle sue parole. Continua
Non credo
nell’amore, è solo un equivoco, una finzione ed è per questo che non mi sono
mai sposata. L’unica cosa che desidero è trovare un compagno di viaggio, con
cui condividere momenti di vita.
Mia Martini porta
ancora il segno della relazione durata dieci anni con Ivano Fossati.
Sì, è stata una
storia bellissima, travolgente, forse allora sono stata innamorata.
Ho inciso il mio
primo disco a tredici anni con Carlo Alberto Rossi, poi a sedici anni sono
andata a vivere a Milano per tentare la fortuna e con in corpo una gran voglia
di cantare.
Ricordi particolari?
Sì, una tournée con Charles Aznavour, che avrei voluto avere come compagno in occasione dell’ultimo Festival di Sanremo. La nevicata del ‘56 avrebbe acquistato un altro tono ma Aragozzini…e poi non è dato agli artisti scegliere il loro partner straniero.
Sì, una tournée con Charles Aznavour, che avrei voluto avere come compagno in occasione dell’ultimo Festival di Sanremo. La nevicata del ‘56 avrebbe acquistato un altro tono ma Aragozzini…e poi non è dato agli artisti scegliere il loro partner straniero.
Tenterà ancora
l’esperienza del festival?
No, assolutamente.
No, assolutamente.
E‘ delusa dal
risultato?
Lei che ne pensa?
Lei che ne pensa?
Mia Martini in
maniera elusiva evita ulteriori commenti, ma, nel contempo assume una strana
espressione enigmatica, dice soltanto:
Sanremo è un grande
baraccone, una giostra e a me non va più di girare…
Ha mai pensato di
tornare in Calabria?
Un sospiro e poi:
Sì, qualche anno fa,
attualmente vivo in provincia di Terni, a Calvi dell’Umbria, ma ho sempre nel
cuore il rione Marinella di Bagnara, il sapore del mare, la visione
meravigliosa dello Stretto, l’immagine della pesca notturna con le lampare,
l’incredibile caccia al pescespada. Mi fermerò qualche altro giorno a casa di
zia Sarina Bova per riscoprire assieme il calore del focolare domestico. Vorrei
pregarla di una cortesia…non mi sento in grado di lasciare messaggi ai miei
conterranei ma vorrei semplicemente dire loro di andare sempre avanti, con la
forza di volontà che ci contraddistingue per superare i momenti di difficoltà
che si presentano. E di avere sempre fiducia nel domani, in un domani migliore
che premi le aspettative e i sacrifici compiuti. Ho dedicato alla mia terra la
canzone “Lucy”, poco conosciuta, ma bella, cantata nel nostro tipico dialetto
calabrese, anzi reggino, anche se tutte le mie canzoni hanno i colori del
Mediterraneo, da Piccolo uomo a Donna, a Minuetto, a “nno, che
riproporrò in un album che uscirà alla fine di ottobre, al termine della mia
tournée.
E’ arrivata la zia
Sarina per portarla a Bagnara, al rione Marinella, a farle rivivere la lontana
infanzia gioiosa, quando sognava ancora incredula di diventare la diva di oggi.
La conversazione termina qui, si allontana al braccio della zia con aria mesta.
Mi sovvengono le parole di Minuetto: ‘E continuo sulla stessa via ubrica di
malinconia…’ e penso che Mia Martini, donna del Sud, trova sempre lo spazio,
nel tran-tran della sua vita per innalzare una preghiera, anzi un “Inno” alla
sua terra.
Antonella Freno da
Gazzetta del Sud - Settembre 1990
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