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venerdì 28 maggio 2010

Conferenza Stampa di Mia Martini al Festival di Sanremo 1992

Ecco la cronaca legata alla Conferenza stampa di Sanremo 1992 e relativa alle domande poste dai giornalisti a Mia Martini.



D. Mia, la tua partecipazione a questo festival di Sanremo coincide con l'uscita di un tuo nuovo lavoro discografico?
MM. Certo!Io sono qui per questo, sono venuta a Sanremo per proporre un nuovo album che secondo me è molto interessante e anche molto divertente e mi piacerebbe venderlo bene. Una vetrina migliore penso che non ci sia in Italia, oltretutto Sanremo è anche abbastanza divertente.

D. Mia, vorremmo capire perchè in questo album hai scelto un lato ironico che pervade un po' tutto il disco...
MM. Sì, c'è sicuramente un lato ironico, ci sono anche dei discorsi un po' più seri, degli attimi di riflessione, ci sono tre brani di tre cantautori che sono Biagio Antonacci, Mimmo Cavallo, Enzo Gragnaniello, poi ci sono quattro brani curati da Giancarlo Bigazzi e dal suo gruppo.

D. E poi?
MM. Per quanto riguarda le altre cose del disco diciamo che sono partita da "Gli uomini non cambiano", che è stato il primo pezzo che ho ascoltato e, insieme ai miei discografici e ai miei collaboratori, abbiamo pensato che potesse essere una bellissima canzone da presentare a Sanremo. Quindi, intorno all'idea di Sanremo e di "Gli uomini non cambiano" è nato tutto il resto del disco, certo non creato lì al momento, perchè, anche se non sto pensando di realizzare un album, mi capita in genere, quando ascolto qualcosa o incontro un artista che mi colpisce, di mettere questo materiale da parte ed utilizzarlo successivamente per un album.

D. Pensi veramente di essere la favorita per la vittoria finale? Qualcuno, già da qualche settimana, sostiene che tu abbia già vinto.
MM. Io non sono venuta qui per vincere. Il mio Sanremo è stato modificato dall'esterno, io mi sono preparata per questo incontro importantissimo, come al solito, pensando naturalmente di non lasciarmi coinvolgere, perchè in genere è negativo. Ho tentato di rimanere assolutamente fuori dal discorso, come ho sempre fatto, perchè l'unica maniera è quella di prendere il Festival in modo abbastanza ironico e di fare un po' la turista, cioè quella che può scappare ogni tanto e andarsene in vacanza. Quando ho sentito per la prima volta l'annuncio di questa mia vittoria da Piero Vivarelli nel TG3, mi sono spaventata, ho avuto una gran paura e mi sono resa conto che avrei dovuto venire a Sanremo in un'altra ottica che però non conoscevo, non mi apparteneva. Sicuramente, non avrei potuto fare la turista, perchè ormai ero oggetto di attenzioni anche molto vistose. Nonostante tutto, mi diverto e poi in fondo stare al centro dell'attenzione era, forse, quello che volevo.

D. Qualora tu dovessi vincere il Festival, vorrebbe dire che qualcosa è cambiato all'interno di questo carrozzone, oppure semplicemente che tu sei un prodotto che ha un superiore livello di possibilità di vendita?
MM. No, io non credo che possano essere vere, nessuna di queste due cose. Io credo che sia un insieme di cose favorevoli, penso semplicemente che tutto ciò venga dopo anni di esperienze come il jazz, la canzone napoletana e l'incontro con Murolo, in qualche maniera mi sono sicuramente evidenziata. La mia canzone quest'anno è molto meno pretenziosa e raffinata rispetto alle canzoni che ho interpretato precedentemente, con questo brano è arrivato, forse, il giusto connubio tra un contenuto profondo e intelligente, ma anche più commerciale, più popolare con una linea melodica e un testo più immediati e accattivanti tra quelli presentati agli altri miei Festival.

D. Da quest'anno sono ritornate di nuovo le eliminazioni nelle prime due serate, per poi giungere alla classifica finale nell'ultima serata con il podio e i vincitori. C'è stata qualche eliminazione che ti ha colpito in modo particolare?
MM. Mi è dispiaciuto per la Nuova Compagnia di Canto Popolare, che è un gruppo che io stimo moltissimo e mi piace molto. Non ho ascoltato il brano, perchè qui a Sanremo è impossibile ascoltare le altre canzoni, però è un gruppo storico, importantissimo per il nostro panorama musicale.
Mia, ci potresti raccontare la tua vita in sintesi dividendola in periodi precisi?
MM. Il primo periodo è quello relativo a Mimì Bertè ( siamo alla preistoria), che chiamerei quello della mia infanzia, perché è iniziato ufficialmente all’età di 13 anni, allorché ho inciso il mio primo disco che era “Il Magone”, successivamente c’è stato il periodo in cui ho lavorato con Alberico Crocetta che è stato fondamentale nella mia vita, infatti è stato lui a inventare il nome di Mia Martini con il quale ho iniziato un periodo nuovo. Da questo momento in poi, ho vissuto artisticamente degli anni molto felici, infatti qualsiasi cosa io cantassi era un grande successo commerciale, si vendevano molti dischi, quindi ho dovuto dare veramente un calcio a tutto questo e cominciare a scegliere, invece di ‘dare degli ordini’! Questo è stato un periodo durissimo, perché durante questo viaggio ho sentito anche il bisogno di capire, oltre che tipo di artista fossi, che tipo di donna fossi e lì è iniziato questo mio viaggio all’indietro nel tempo, alla ricerca di mio padre e di me stessa, strada facendo mi sono persa anche il mio uomo…
Qui artisticamente nasco di nuovo dopo il mio ritiro dal mio rientro, dunque io termino tutti questi periodi con la nascita di altri in modo molto naturale e dunque rinasco di nuovo qui a Sanremo nel 1989 con il risultato che è la somma di tutto quello che era stato il mio passato. Rinasce una donna che ancora devo decifrare, che ancora devo riuscire ad identificare, un po’ strana, nel senso che sono una donna sola: In fondo non c’era bisogno di fare tutta questa strada perché avevo già cantato “Donna sola” un bel po’ di tanti anni prima, quindi mi sono ritrovata sola. Non ho mai valutato questa ipotesi, quando hanno scritto questo pezzo già avevano previsto tutto? Allora, era già tutto scritto….(ride) Quindi, mi sono ritrovata ad essere una donna sola, però che riesca a trovare una motivazione per vivere bene, non in maniera frustrante, dunque, ma rilassante, facendo quello che ama, cioè cantando e riuscendo a stare ancora dentro la musica. Ora il mio lavoro e la mia vita hanno aspetto un aspetto nuovo, ma che devo ancora decifrare, forse questo mio Sanremo ’92 mi chiarirà un bel po’ di cose.

Mia, la copertina del tuo nuovo album, a parte la lacrima che scende, cosa rappresenta?
MM. E’ una cipolla, tagliata e fotografata! Non è un disegno.

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Claudia Mori rinuncia al Festival per solidarieta' con l' esclusa Mia Martini http://questimieipensieri.blogspot.com/2009/03/claudia-mori-rinuncia-al-festival-per.html

Baudo " obbligato ": a Sanremo Premio Critica intitolato a Mia Martini
http://questimieipensieri.blogspot.com/2008/04/corriere-della-sera-archivio-baudo.html

Il video de "Gli uomini non cambiano"
http://www.youtube.com/watch?v=g1nrmqM0XWY

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