Un disco memorabile. L’ultimo prima del ritiro dalle scene negli anni Ottanta. Un disco di cover assieme a numerosi compagni di viaggio: da “amici di penna”, gli autori omaggiati, ad “amici di musica”, gli strumentisti, i coristi e i tecnici coinvolti. Un concerto straordinario che rivive grazie a questa ristampa del 1996 in cd che celebra una delle voci più intense e duttili del panorama della musica italiana. La tracklist di quest’album è una vera summa del repertorio “evergreen” della musica statunitense, inglese, italiana e sudamericana. Pur basandosi sui gusti personali, da interprete, di Mia Martini, si possono ritenere queste 14 tracce un po’ come il percorso musicale che ogni giovane della generazione degli anni ’50 ha vissuto, introiettato ed espresso come colonna sonora della propria esistenza. La Martini era del 1947, sicché tutte queste canzoni le ha apprese e amate proprio durante la sua giovinezza e in maniera naturale le sono poi sgorgate dal cuore quando ha deciso di intraprendere la carriera di interprete. Hanno strutturato il suo background. Magari sono le stesse che cantava nei primi anni di gavetta nei locali. Sicuramente sono parte del suo patrimonio emotivo. Si capisce dall’intensità e la passione con cui le canta.
A legare qualitativamente questi brani intervengono i prestigiosi nomi dei loro autori, tutti artisti cari a Mimì, Fabrizio De Andrè ( Il Pescatore ), Leonard Cohen ( Suzanne), Luigi Tenco ( Un giorno dopo l’altro, Vedrai Vedrai ), Juan Manuel Serrat ( Señora ), Kate Bush ( Wuthering Heights ), Joni Mitchell ( Big Yellow Taxi ), Francesco De Gregori ( Alice ), Vinicius de Moraes ( Valsinha ), Jimi Hendrix ( Little Wing , Chico Buarque De Hollanda ( Roda Viva, Ed ora dico sul serio ), Randy Newman ( Guilty ), John Lennon ( Imagine ). Autori importanti. Per la maggior parte, stranieri. Accomunati dall’uso letterario, a tratti poetico della lingua inglese, nordamericana, spagnola e portoghese. Lingue poco conosciute in Italia nelle loro meravigliose sfumature. Per questo, per far cogliere meglio il significato recondito dei testi, Mia Martini propende, ad eccezione di Guilty e Imagine , per cover in italiano. Alcune tradotte anche di sua penna. Fatto strano per un’interprete. Ma non per Mimì, artista sensibile e “colta” al pari degli autori che cantava. Sue, quindi, le parafrasi di Cime Tempestose (Wuthering Heights), Taxi Giallo (Big Yellow Taxi), Le Ali della Mente (Little Wing), mentre del “solito” Sergio Bardotti (specializzato in poeti brasiliani) quelle di Valsinha, Rotativa (Roda Viva), Ed ora dico sul serio .
Per Suzanne , invece, utilizza la versione di Fabrizio De Andrè presente su Canzoni e per Signora (Señora) la traduzione di Paolo Limiti. Numerosi anche gli amici che la salutano, in vista del suo ritiro dalle scene, suonando, partecipando ai cori e dando un apporto strutturale al concerto. Tra questi: Giulio Capiozzo alla batteria e ai cori, Giorgio Cocilovo alla chitarra elettrica e acustica, Mimì Gates alla viola, voce e cori, Mark Harris al pianoforte Kawai, Fender Chroma, arrangiamenti e missaggio, Gilberto Martellieri al Fender Rhodes, Korg Organ, Yamaha Gs2, Arp Strings e pianoforte, Claudio Pascoli al sax soprano e tenore, Arp Strings e cori, Maurizio Preti alle percussioni, Carlo Siliotto al violino, vocoder, chitarra classica, cori, missaggio, arrangiamenti e produzione artistica, Ares Tavolazzi al basso, mandola e cori, Ivano Fossati al pianoforte e cori, Riccardo Zappa alla chitarra classica, Loredana Bertè, Aida Cooper, Cristiano De André, Guido Harari (fotografo ufficiale del concerto) ai cori, Franco Cesaretto, Antonio Panarello, Jurgen Kramer, Ralf Gewald, Peter Brandt come fonici, Ezio de Rosa alla supervisione e missaggio, Piero Mannucci come responsabile del transfer effettuato presso gli studi della “mitica” RCA di Roma, Shel Shapiro alla produzione esecutiva.
Un disco pregiato, oltre che per le versioni di classici della musica italiana, splendidamente arrangiate in maniera originale e raffinata, come Il Pescatore, Un giorno dopo l’altro, Alice, Vedrai Vedrai , e in parte anche Suzanne (c’è chi l’ha ascoltata per la prima volta nella versione di De Andrè e la ritiene a tutti gli effetti parte integrante del repertorio poetico-musicale del cantautore genovese), per le cover in italiano. Estremamente suggestiva, per esempio, risulta Le Ali della Mente (Little Wing) di Jimi Hendrix. Straniante e particolarissima. Se da un lato la pratica delle traduzioni focalizza l’attenzione sui testi e su come loro vengano resi con passionalità ed empatia da Mia Martini, dall’altro non fanno dimenticare le splendide musiche, anche con qualche piacevole sorpresa. Tre in particolare. Anche se – ripeto – il cd è consigliabile in toto.
Señora di Serrat-Limiti è una canzone estremamente divertente e briosa sia nella musica sia nel testo. Parla dell’incontro/scontro di una donna con la madre del suo uomo. Quest’ultima accusa la donna di averle rubato l’amore del figlio e si chiede a cosa sia servito dare al figlio tutto quello che lei gli ha dato, l’intera sua vita, il grido, il canto, il pianto, i baci, gli insegnamenti. La compagna le risponde che non è servito a niente, che sa che non lo ha cresciuto per una come lei, ma che non c’è più niente da fare, è giunta ormai l’ora che si rassegni a perdere il figlio per una come lei, per un’altra donna, una donna che gli ha dato il sogno di Cupido e lo ha reso più forte. «Al primo aprirsi del fiore –, infatti, – il profumo del fiore si stacca dal fior». L’unica consolazione per la madre – continua la compagna – è mettersi un vestito vecchio, guardarsi piano allo specchio e ripensare, prima di maledirla, all’alba di quel giorno in cui anche lei sognava, sognava l’amore, cercando di comprendere.
Valsinha ha un testo dolcissimo. Parla dell’inaspettato rinascere dell’amore in una coppia fiaccata dal lavoro del marito, dalle preoccupazioni circa l’aumento, dalla routine giornaliera, che schiaccia come una rotativa i sentimenti, i sogni, i desideri dell’uomo moderno (tema ripreso anche in Roda Viva (Rotativa) sempre di Chico Buarque de Hollanda). All’improvviso una sera, il consorte torna a casa presto, guarda la moglie con un misto di tenerezza e amarezza - «come non faceva quasi più» - e, afferratala per la mano, la porta a ballare in piazza. Lei si è fatta bella, «come il giorno in cui di lui s’innamorò», ha indossato quella camicetta che lui le ha regalato tanto tempo fa, e la gente del vicinato ora li guarda, affacciati alla finestra, con ammirazione. La piazza scura si è illuminata grazie alla loro presenza. La gente è scesa in piazza. Fra i due amanti c’è un tripudio di baci rubati e gridi soffocati che nessuno ha il coraggio e l’ardire di interrompere, giacché oramai il mondo li ha fatti suoi. Questo delizioso quadretto si conclude con lo spuntare dell’alba. Un testo onirico e fiabesco accompagnato da una musica soave e vibrante che ricorda – “pericolosamente” – “Poster” di Baglioni. L’influenza di Buarque de Hollanda nella musica leggera italiana è costituita anche da queste piccole citazioni da ammiratore spassionato o meglio da questi piccoli pseudo-furtarelli da buon costruttore di prodotti culturali rientranti nella categoria della popular music.
La terza e ultima canzone da citare è la conclusiva Ed Ora Dico Sul Serio sempre di Buarque De Hollanda. Significativo emblema da parte della Martini del suo temporaneo abbandono delle scene avvenuto con un’eleganza ed una professionalità raramente raggiunta da altri personaggi dello spettacolo. In questa canzone, Mimì sostiene di non voler più cantare canzoni da niente, canzoni che si canticchiano distrattamente, canzoni di ieri tutte sorriso scacciapensieri, rinuncia a fare e rifare la solita ninna nanna, vuole solo fare silenzio. «Ed ora dico sul serio non vorrei cantare più dico sul serio».
Contiene: Il Pescatore / Suzanne / Un giorno dopo l’altro / Signora (Señora) / Cime Tempestose (Wuthering Heights) / Taxi Giallo (Big Yellow Taxi) / Alice / Valsinha / Le Ali della Mente (Little Wing) / Rotativa (Roda Viva) / Vedrai Vedrai / Guilty / Imagine / Ed ora dico sul serio
A legare qualitativamente questi brani intervengono i prestigiosi nomi dei loro autori, tutti artisti cari a Mimì, Fabrizio De Andrè ( Il Pescatore ), Leonard Cohen ( Suzanne), Luigi Tenco ( Un giorno dopo l’altro, Vedrai Vedrai ), Juan Manuel Serrat ( Señora ), Kate Bush ( Wuthering Heights ), Joni Mitchell ( Big Yellow Taxi ), Francesco De Gregori ( Alice ), Vinicius de Moraes ( Valsinha ), Jimi Hendrix ( Little Wing , Chico Buarque De Hollanda ( Roda Viva, Ed ora dico sul serio ), Randy Newman ( Guilty ), John Lennon ( Imagine ). Autori importanti. Per la maggior parte, stranieri. Accomunati dall’uso letterario, a tratti poetico della lingua inglese, nordamericana, spagnola e portoghese. Lingue poco conosciute in Italia nelle loro meravigliose sfumature. Per questo, per far cogliere meglio il significato recondito dei testi, Mia Martini propende, ad eccezione di Guilty e Imagine , per cover in italiano. Alcune tradotte anche di sua penna. Fatto strano per un’interprete. Ma non per Mimì, artista sensibile e “colta” al pari degli autori che cantava. Sue, quindi, le parafrasi di Cime Tempestose (Wuthering Heights), Taxi Giallo (Big Yellow Taxi), Le Ali della Mente (Little Wing), mentre del “solito” Sergio Bardotti (specializzato in poeti brasiliani) quelle di Valsinha, Rotativa (Roda Viva), Ed ora dico sul serio .
Per Suzanne , invece, utilizza la versione di Fabrizio De Andrè presente su Canzoni e per Signora (Señora) la traduzione di Paolo Limiti. Numerosi anche gli amici che la salutano, in vista del suo ritiro dalle scene, suonando, partecipando ai cori e dando un apporto strutturale al concerto. Tra questi: Giulio Capiozzo alla batteria e ai cori, Giorgio Cocilovo alla chitarra elettrica e acustica, Mimì Gates alla viola, voce e cori, Mark Harris al pianoforte Kawai, Fender Chroma, arrangiamenti e missaggio, Gilberto Martellieri al Fender Rhodes, Korg Organ, Yamaha Gs2, Arp Strings e pianoforte, Claudio Pascoli al sax soprano e tenore, Arp Strings e cori, Maurizio Preti alle percussioni, Carlo Siliotto al violino, vocoder, chitarra classica, cori, missaggio, arrangiamenti e produzione artistica, Ares Tavolazzi al basso, mandola e cori, Ivano Fossati al pianoforte e cori, Riccardo Zappa alla chitarra classica, Loredana Bertè, Aida Cooper, Cristiano De André, Guido Harari (fotografo ufficiale del concerto) ai cori, Franco Cesaretto, Antonio Panarello, Jurgen Kramer, Ralf Gewald, Peter Brandt come fonici, Ezio de Rosa alla supervisione e missaggio, Piero Mannucci come responsabile del transfer effettuato presso gli studi della “mitica” RCA di Roma, Shel Shapiro alla produzione esecutiva.
Un disco pregiato, oltre che per le versioni di classici della musica italiana, splendidamente arrangiate in maniera originale e raffinata, come Il Pescatore, Un giorno dopo l’altro, Alice, Vedrai Vedrai , e in parte anche Suzanne (c’è chi l’ha ascoltata per la prima volta nella versione di De Andrè e la ritiene a tutti gli effetti parte integrante del repertorio poetico-musicale del cantautore genovese), per le cover in italiano. Estremamente suggestiva, per esempio, risulta Le Ali della Mente (Little Wing) di Jimi Hendrix. Straniante e particolarissima. Se da un lato la pratica delle traduzioni focalizza l’attenzione sui testi e su come loro vengano resi con passionalità ed empatia da Mia Martini, dall’altro non fanno dimenticare le splendide musiche, anche con qualche piacevole sorpresa. Tre in particolare. Anche se – ripeto – il cd è consigliabile in toto.
Señora di Serrat-Limiti è una canzone estremamente divertente e briosa sia nella musica sia nel testo. Parla dell’incontro/scontro di una donna con la madre del suo uomo. Quest’ultima accusa la donna di averle rubato l’amore del figlio e si chiede a cosa sia servito dare al figlio tutto quello che lei gli ha dato, l’intera sua vita, il grido, il canto, il pianto, i baci, gli insegnamenti. La compagna le risponde che non è servito a niente, che sa che non lo ha cresciuto per una come lei, ma che non c’è più niente da fare, è giunta ormai l’ora che si rassegni a perdere il figlio per una come lei, per un’altra donna, una donna che gli ha dato il sogno di Cupido e lo ha reso più forte. «Al primo aprirsi del fiore –, infatti, – il profumo del fiore si stacca dal fior». L’unica consolazione per la madre – continua la compagna – è mettersi un vestito vecchio, guardarsi piano allo specchio e ripensare, prima di maledirla, all’alba di quel giorno in cui anche lei sognava, sognava l’amore, cercando di comprendere.
Valsinha ha un testo dolcissimo. Parla dell’inaspettato rinascere dell’amore in una coppia fiaccata dal lavoro del marito, dalle preoccupazioni circa l’aumento, dalla routine giornaliera, che schiaccia come una rotativa i sentimenti, i sogni, i desideri dell’uomo moderno (tema ripreso anche in Roda Viva (Rotativa) sempre di Chico Buarque de Hollanda). All’improvviso una sera, il consorte torna a casa presto, guarda la moglie con un misto di tenerezza e amarezza - «come non faceva quasi più» - e, afferratala per la mano, la porta a ballare in piazza. Lei si è fatta bella, «come il giorno in cui di lui s’innamorò», ha indossato quella camicetta che lui le ha regalato tanto tempo fa, e la gente del vicinato ora li guarda, affacciati alla finestra, con ammirazione. La piazza scura si è illuminata grazie alla loro presenza. La gente è scesa in piazza. Fra i due amanti c’è un tripudio di baci rubati e gridi soffocati che nessuno ha il coraggio e l’ardire di interrompere, giacché oramai il mondo li ha fatti suoi. Questo delizioso quadretto si conclude con lo spuntare dell’alba. Un testo onirico e fiabesco accompagnato da una musica soave e vibrante che ricorda – “pericolosamente” – “Poster” di Baglioni. L’influenza di Buarque de Hollanda nella musica leggera italiana è costituita anche da queste piccole citazioni da ammiratore spassionato o meglio da questi piccoli pseudo-furtarelli da buon costruttore di prodotti culturali rientranti nella categoria della popular music.
La terza e ultima canzone da citare è la conclusiva Ed Ora Dico Sul Serio sempre di Buarque De Hollanda. Significativo emblema da parte della Martini del suo temporaneo abbandono delle scene avvenuto con un’eleganza ed una professionalità raramente raggiunta da altri personaggi dello spettacolo. In questa canzone, Mimì sostiene di non voler più cantare canzoni da niente, canzoni che si canticchiano distrattamente, canzoni di ieri tutte sorriso scacciapensieri, rinuncia a fare e rifare la solita ninna nanna, vuole solo fare silenzio. «Ed ora dico sul serio non vorrei cantare più dico sul serio».
Contiene: Il Pescatore / Suzanne / Un giorno dopo l’altro / Signora (Señora) / Cime Tempestose (Wuthering Heights) / Taxi Giallo (Big Yellow Taxi) / Alice / Valsinha / Le Ali della Mente (Little Wing) / Rotativa (Roda Viva) / Vedrai Vedrai / Guilty / Imagine / Ed ora dico sul serio
Marco Maimeri per live city.it
Il video di "Vedrai vedrai" con Ivano Fossati al pianoforte
http://www.youtube.com/watch?v=sfU0QBzVVIA
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