Visto il successo ottenuto sul blog relativo all'intervista realizzata alla radio da Platinette a Mia Martini nel 1990, pubblichiamo quella dell'anno precedente, dopo il ritorno a Sanremo 1989 con "Almeno tu nell'universo".
D. Un ambiente famigliare per ritrovare con affetto questa straordinaria artista. Qualcuno, più di uno dice che le prove bruciano quando la tua voce incontra i cavi del microfono o anche i microfoni senza cavi, fa lo stesso (risata di Mimì), questa capacità di suscitare emozioni rimane inalterata nel tempo. Quasi a garanzia che l'emotività dell'artista è straordinaria ieri come oggi.
Oh! Ti fanno i complimenti tutti......
M. Eh sì, sono stati veramente stupendi, ho avuto un'accoglienza molto, molto affettuosa e questa mi ha dato un grande calore, non me l'aspettavo proprio dagli addetti ai lavori, dal pubblico sì, devo essere sincera, perché so di non aver perso l'affetto del pubblico, poi ho continuato a fare concerti dal vivo e quindi c'è sempre un legame molto, molto solido tra me e il mio pubblico, però invece nell'ambiente stesso non mi aspettavo una cosa simile e ho trovato che questo affetto era sincero.
D. Ci sono stati dei momenti non sempre facili.
M. Beh, devo dire che anche la decisione di smettere di cantare di ritirarmi dalle scene dipendevano anche da una guerra terribile che mi è sempre stata fatta proprio da questo ambiente. Eppure ho trovato un grande calore.
D. Forse la guerra è finita, grazie a Dio, semmai era cominciata per te però.
M. Forse è finita, forse è finita, sono molto felice.
D. Senti Mimì ritornare a lavorare adesso che il momento magari è un po' caotico, si parla di nuove mode, nuove influenze...
M. Forse è finita, forse è finita, sono molto felice.
D. Senti Mimì ritornare a lavorare adesso che il momento magari è un po' caotico, si parla di nuove mode, nuove influenze...
M. E' un po' caotico, prima era un ambiente pazzesco, adesso l'ho trovato proprio nevrotico, cioè praticamente è come mettere le dita in una presa di corrente ottocento miliardi di watt.
D. Forse era necessario, voglio dire, una scarica di questo genere....
D. E, come dire, ti sei sistemata abbastanza tranquillamente in campagna.
D. Forse era necessario, voglio dire, una scarica di questo genere....
M .....Ma così forte!(risata)
D. Davvero forte.
M. Mamma mia, sconvolgente cioè rimanere con i capelli bruciati.
D. Questi anni lontani aggiungono saggezza, un pizzico di rimpianto, che altro?
M. Mamma mia, sconvolgente cioè rimanere con i capelli bruciati.
D. Questi anni lontani aggiungono saggezza, un pizzico di rimpianto, che altro?
M. Beh, direi tutto saggezza, per forza, perché o diventi saggio, non ci sono alternative, rimpianto per forza, perché gli anni passano sempre così in fretta accidenti. Come diceva Thomas Mann nella "Montagna incantata" i giorni sono lunghissimi a passare e gli anni proprio volano è vero.
Poi si incontra gente che non incontravi più da tanti anni, e tutti dicono la stessa cosa: accidenti ma sono passati tanti anni, sono già nove anni, sono già dieci anni, sono già sei anni, sono già quindici.
Quello che mi fa impazzire è che nessuno se ne accorge che sono volati via, proprio.
Poi si incontra gente che non incontravi più da tanti anni, e tutti dicono la stessa cosa: accidenti ma sono passati tanti anni, sono già nove anni, sono già dieci anni, sono già sei anni, sono già quindici.
Quello che mi fa impazzire è che nessuno se ne accorge che sono volati via, proprio.
D. E, come dire, ti sei sistemata abbastanza tranquillamente in campagna.
M. Sì, sono in un posto splendido vicino a un meraviglioso paesino medioevale dell'Umbria che si chiama Calvi, in provincia di Terni. E con della gente meravigliosa, semplice, sana e affidabile, altamente affidabile, che mi coccola in una maniera pazzesca, mi portano il latte della mucca appena munto e il vino fatto in casa, l'olio, cioè proprio una cosa, le verdure, i finocchi, i cavoli, sai secondo le stagioni, la ruchetta raccolta così, mamma mia una cosa bellissima.
D. Va beh, adesso riusciamo però ad andare avanti in parallelo: da una parte l'Umbria, ma dall'altra c'è qualcosa d'altro.
M. Sì, avendo l'Umbria ben salda che mi stringe, mi protegge, posso, con grande rilassatezza questa volta, di nuovo buttarmi nella mischia, tanto ho la mia oasi, la mia isoletta, che sta là, che mi aspetta.
D. Un'annotazione per gli amici che ti sono vicini in questa esperienza di lavoro,un'esperienza che vede dei grandi professionisti vicini ad una grande voce, vogliamo parlare di chi si tratta.
M. E certamente, diciamo che ci siamo riabbracciati dopo tanti anni e finalmente di nuovo insieme Giovanni Sanjust, Gabriele Varano e Lucio Salvini. Questo trio, quartetto insieme a me, che già tanti anni fa aveva disegnato in maniera indelebile quelli che erano i primi passi della mia carriera artistica con "Piccolo Uomo", "Inno", "Donna sola" e "Minuetto", cioè il lavoro più grosso l'avevo fatto proprio con loro.
D. Per chi si ricorda di quel periodo.
D. Anche per il pubblico.
D. Mi ricordo andavi in giro per l'Italia in una dimensione magari un po'- come vogliamo definirla - da girovaga e non sempre magari con tutte le comodità. Però quando si accendevano le luci e partiva la serata, Mimì cantava, mi ricordo, in abito bianco bellissimo, larghissimo, i capelli tutti tirati, va beh era una cosa veramente di grande magia.
D. Però adesso voglio dire ricordati che c'è una terra, ci siamo anche noi non ci abbandonare per un'altra volta.
http://questimieipensieri.blogspot.com/2010/11/platinette-intervista-mia-martini-radio.html
Intervista di Platinette/Mauro Coruzzi Radio Bologna 101 aprile 1989 .
Un altro articolo di Platinette su Mia Martini
http://questimieipensieri.blogspot.com/2009/03/piena-di-energia-ma-cosi-triste-e-sola.html
M. Sì, avendo l'Umbria ben salda che mi stringe, mi protegge, posso, con grande rilassatezza questa volta, di nuovo buttarmi nella mischia, tanto ho la mia oasi, la mia isoletta, che sta là, che mi aspetta.
D. Un'annotazione per gli amici che ti sono vicini in questa esperienza di lavoro,un'esperienza che vede dei grandi professionisti vicini ad una grande voce, vogliamo parlare di chi si tratta.
M. E certamente, diciamo che ci siamo riabbracciati dopo tanti anni e finalmente di nuovo insieme Giovanni Sanjust, Gabriele Varano e Lucio Salvini. Questo trio, quartetto insieme a me, che già tanti anni fa aveva disegnato in maniera indelebile quelli che erano i primi passi della mia carriera artistica con "Piccolo Uomo", "Inno", "Donna sola" e "Minuetto", cioè il lavoro più grosso l'avevo fatto proprio con loro.
D. Per chi si ricorda di quel periodo.
M. Per me è stato bellissimo.
D. Anche per il pubblico.
M. E devo dire che, dopo tanti anni, lavorare di nuovo con queste persone stupende, con le quali tra l'altro c'è un grande rapporto di amicizia è ancora più bello e adesso, dopo tanti anni, è ancora più bello e ancora più divertente. Forse perché abbiamo il sapore di anni che abbiamo un po' perduto, perché c'eravamo un po' allontanati e c'è un po' questo rimpianto dentro di noi. Quindi questa cosa ci muove ancora di più.
D. Mi ricordo andavi in giro per l'Italia in una dimensione magari un po'- come vogliamo definirla - da girovaga e non sempre magari con tutte le comodità. Però quando si accendevano le luci e partiva la serata, Mimì cantava, mi ricordo, in abito bianco bellissimo, larghissimo, i capelli tutti tirati, va beh era una cosa veramente di grande magia.
C'è ancora desiderio di ritornare anche su questo fronte della barricata, una esposizione come si dice?
M. Sì, sì, sì un desiderio di tutto (risata), mi sento anch'io una bambina delle prime armi, perché per me ora è tutto nuovo, però naturalmente con meno paure di prima, perché tante cose ormai le conosco.
Cioè, la vita qualche cosa mi ha insegnato, spero, ma poi dici così, sempre così, ma non è vero niente, rifai gli stessi errori anche peggio di prima, ma io me lo auguro comunque anche di rifare gli stessi errori, non importa, l'importante è vivere.
Cioè, la vita qualche cosa mi ha insegnato, spero, ma poi dici così, sempre così, ma non è vero niente, rifai gli stessi errori anche peggio di prima, ma io me lo auguro comunque anche di rifare gli stessi errori, non importa, l'importante è vivere.
D. Però adesso voglio dire ricordati che c'è una terra, ci siamo anche noi non ci abbandonare per un'altra volta.
M. No, no, no, no basta, no basta, sono con voi.
D. Mia Martini ci mandi un bacio.
M. Un bacionissimissimo, ciao amori.
M. Un bacionissimissimo, ciao amori.
Testo trascritto da Mila Giordani
Per leggere l'altra intervista di Platinette/Mauro Coruzzi a Mia Martini clicca qui:
Intervista di Platinette/Mauro Coruzzi Radio Bologna 101 aprile 1989 .
Un altro articolo di Platinette su Mia Martini
http://questimieipensieri.blogspot.com/2009/03/piena-di-energia-ma-cosi-triste-e-sola.html
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